Caratteristica di Genova è non solo l’indifferenza nei confronti di quanto la illustra e distingue positivamente, ma addirittura l’ostilità, il ‘remare contro’ ogni opera o iniziativa che valga a segnalarne l’operosità, l’iniziativa: diciamo pure l’intelligenza.
In questo senso, la storia del ‘Genoa Port Center’ può considerarsi davvero esemplare.
Istituito nei primi anni 2000 per iniziativa dell’allora Presidente della Provincia Alessandro Repetto (promotore tra le altre cose della prestigiosa Accademia della Marina Mercantile), il ‘Genoa Port Center’ è un centro didattico-espositivo focalizzato sulle molteplici attività di uno dei maggiori porti del Mediterraneo.
Ubicato presso i Magazzini del Cotone, sullo stesso piano che ospita (o ospitava) la famosa ‘Città dei bambini e dei ragazzi’, è dedicato prevalentemente ma non esclusivamente ai giovani, genovesi e non, interessati al funzionamento di un grande porto e soprattutto alle molteplici prospettive professionali che esso presenta.
In particolare, il centro costituisce un affascinante collegamento tra città e porto.
Vi si raccontano e ricostruiscono ‘in scala’ i mestieri della portualità. E’ possibile ‘guidare’ una nave all’attracco, accostarne una con la ‘pilotina’, vedere come funziona la Dogana e come è costruito un container, scoprire che il punto ‘zero’ sul livello del mare (equivalente marittimo nazionale del meridiano di Greenwich) è situato in una apposita stazione ‘mareografica’ situata a Ponte Morosini.
Il Port Center è stato per anni un vero ‘fiore all’occhiello’ per l’Autorità Portuale genovese.
Ammirato da numerose delegazioni straniere, è stato negli ultimi anni visitato da oltre 25.000 studenti di ogni ordine scolastico, promuovendo tra i giovani la cultura marittima e aprendoli a importanti orientamenti professionali. La città stessa ha potuto riconoscersi in questo porto in miniatura.
Purtroppo, chi oggi voglia visitarlo, apprende da Internet che il ‘Genoa Port Center’ è ‘attualmente chiuso’.
Destinato presumibilmente a una liquidazione definitiva per destinarne gli spazi ad altre imprescindibili funzioni, quali quelle dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale.
Il suo destino sarà non a caso identico a quello che attende a quanto pare la contigua ‘Città dei bambini e dei ragazzi’, che tanto e durevole successo aveva ottenuto tra i più giovani.
La vicenda sembrerebbe rispondere alla nota vena masochistica di Genova, cui accennavamo sopra, se non si prestasse ad una ancora più triste considerazione. Genova ‘odia’ i bambini, i giovani: li espelle da tutti i luoghi loro destinati, costringendoli entro spazi tristissimi e degradati.
Ha forse a che vedere, questo fenomeno, col fatto che Genova è la città più vecchia d’Italia?
MM