Felici contro il mondo è un romanzo in grado di colpire profondamente il lettore giusto, quello in grado di comprendere quel senso opprimente di solitudine quando sei l’unica ragazza “diversa” all’interno della propria classe, quella che, magari non ha tante cose belle ma che ha un sogno e ci si aggrappa ferocemente fino a quando qualcuno non glielo strappa via.
Se nel primo romanzo abbiamo fatto la conoscenza di una ragazza che colleziona parole intraducibili, cui il mondo ha tolto tanto, ma che aveva un sogno e la forza di credere in esso, attraverso un percorso doloroso e crudele, l’autore ci mostra quella stessa ragazza, pian piano, perdere tutto quello che la rendeva ”lei”. Come si può ritrovare se stessi, quando ci si è persi così profondamente?
Assistere impotenti alla sofferenza di Gioia è davvero doloroso e l’autore è stato bravissimo a narrare la sua caduta, il suo perdere un pezzo dopo l’altro, fino a perdersi completamente.
Dopo la scomparsa di Lo, che si è allontanato da lei per curarsi, Gioia sembra riuscire a trovare dei nuovi punti fermi nella sua vita: Sara, una compagna di scuola più grande, e il solito professor Bove che diventa ancora più importante nella sua vita. L’autore si sofferma in modo particolare sul rapporto tra il professore e Gioia. Bove è uno di quegli insegnanti di una volta, quelli che ci tenevano davvero agli allievi e che non volevano limitarsi e insegnare delle nozioni ma a dare davvero ai ragazzi gli strumenti per affrontare la vita adulta. Bove è l’unico, tra gli adulti che fanno parte della vita di Gioia, a non averla mai tradita, non come il padre e la madre che non fanno che lasciarsi e tornare insieme, litigare furiosamente e ricominciare poi tutto d’accapo, in una spirale tossica che sembra non avere fine. Bove è l’unica persona su cui Gioia sa di poter sempre contare ma cosa fare quando anche Bove si rivelerà un essere un umano fallibile?
È molto interessante leggere come, per Gioia, la perdita peggiore, più della scomparsa di Lo o del tradimento di Sara, sia stato quello del professore. La sensazione che ho avuto leggendo il romanzo è che Gioia avesse idealizzato la figura di Bove, per lei era l’unico adulto come si deve, l’unica persona su cui avrebbe sempre potuto fare affidamento, l’unica persona che “fosse le proprie parole”. Per questo, scoprire che persino lui le ha mentito, che ha fatto una cosa terribile, le da il colpo di grazia.
Felici contro il mondo narra una storia di errori che forse non è troppo tardi per rimediare, di come ci si può perdere e ritrovare anche a distanza di anni e di come le parole, anche quelle intraducibili, siano le cose più importanti che abbiamo. Il viaggio di Gioia è appena iniziato ma adesso, finalmente, sembra andare nella giusta direzione.
Felici contro il mondo è un libro vero che parla dritto al cuore, Enrico Galiano riesce, ancora una volta, a far immergere il lettore nella vita di Gioia facendolo soffrire, gioire e sperare che, per una volta, un sogno possa realizzarsi.
Strega _del blog Le Tazzine di Yoko