L’impresa è finalmente compiuta. Al termine di una battaglia durata più di due ore, gli Azzurri di Mancini regalano all’Italia intera un sogno meraviglioso. I gladiatori guidati da capitan Chiellini soffrono terribilmente ma alla fine schiantano la nazionale dei Tre Leoni ai rigori. Nulla da fare, anche stavolta, per sua maestà e per tutti i britannici già sicuri che il trofeo sarebbe rimasto a Londra.
Nella bolgia infernale creata dai circa cinquantamila tifosi inglesi accorsi a Wembley, l’Italia ha saputo incassare, cadere, rialzare la testa e colpire con decisione un avversario troppo spavaldo e convinto della vittoria. Per i sudditi della regina Elisabetta sarà dunque doveroso abituarsi all’idea che la coppa ritornerà, dopo circa 53 anni, nel Bel Paese.
Dopo il leggendario trionfo a Wembley della formazione di Ferruccio Valcareggi nel 1973, si può dire che gli Azzurri hanno rifilato ai britannici un’altra grande lezione di calcio a domicilio. Una piccola vendetta per i fischi durante l’inno di Mameli, gli sfottò e gli insulti ricevuti negli ultimi giorni.
“Mentre gli sfacciati italiani accusano i nostri eroici Tre Leoni di essere stati aiutati a vincere con un rigore, ci chiediamo: cosa hanno mai fatto i romani per noi?“. Questo è infatti il titolo di un articolo del Daily Star del 9 luglio scorso a cui segue l’immagine (estremamente stereotipata) di una pizza in rappresentanza del nostro paese. Un odio gratuito che, la settimana scorsa, anche la stampa spagnola ci aveva rivolto prima della semifinale.
Per non parlare delle continue polemiche che hanno colpito Immobile dopo il Belgio. Furba e losca al 100% l’aveva definita proprio il Daily nell’edizione incriminata. Peccato che proprio in seno alla formazione di Southgate si nasconda uno dei più rinomati simulatori dell’Europeo (e non solo) che, anche stasera, ha più volte provato ad ingannare l’arbitro.
Un inizio complicato
Partita subito in salita per l’Italia dopo il goal del vantaggio siglato da Luke Shaw al secondo minuto di gioco. Il terzino sinistro del Manchester United viene pescato magistralmente da un cross di Kieran Trippier ed insacca sul palo di Donnarumma.
Clamorosa dormita della difesa azzurra che lascia l’inglese totalmente libero di ricevere palla e tirare al volo. Il pubblico di Wembley esplode e spinge i Tre Leoni verso un’ormai certo trionfo. Dalla tribuna d’onore, David Beckham se la ride soddisfatto mentre i cinquantamila britannici fischiano gli Azzurri ad ogni passaggio o azione imbastita.
Nei primi minuti di gioco, la scelta tattica di Southgate di schierare una difesa a 3 con due terzini avanzati a sostegno del centrocampo si rivela dannatamente corretta. La squadra di Mancini, infatti, non riesce a trovare spazi e viene spesso soffocata dal pressing asfissiante inglese.
I padroni di casa, d’altronde, hanno le idee ben chiare su come difendere il rapido ed inaspettato vantaggio. Immobile, Insigne e compagni fanno difficoltà ad imbastire un’azione offensiva capace di scardinare il muro bianco a difesa del portiere Pickford. L’uomo più pericoloso che guida una prima timida reazione dell’Italia è uno straripante Federico Chiesa.
Al 34′, infatti, l’attaccante bianconero supera di forza Rice, si accentra e sfiora un goal straordinario da fuori area per pochi centimetri. Impietrito l’estremo difensore avversario che ringrazia gli dei del calcio per averlo graziato. Il primo tempo termina sull’1 – 0 dopo un tiro dalla distanza di Bonucci che termina largamente fuori dallo specchio della porta.
Questa Italia non muore mai
La seconda frazione di gioco vede subito Sterling protagonista di una delle giocate migliori del suo repertorio. L’attaccante inglese s’invola nell’area dell’Italia per poi tuffarsi per ottenere un rigore dopo un presunto contatto con Bonucci. Diversamente dalla semifinale contro la Danimarca, stavolta l’arbitro olandese Bjorn Kuipers lo invita semplicemente a rialzarsi dopo la chiara simulazione.
Gli Azzurri, intanto, conquistano terreno e strappano agli avversari un’importante punizione dal limite al 50′. Il prescelto per battere il calcio piazzato è Lorenzo Insigne che, con uno dei suoi soliti destri a giro accarezza l’incrocio dei pali. Pickford graziato ancora una volta dalla dea fortuna. Al 56′, un instancabile Chiesa entra in area e tira violentemente su Trippier che devia verso Insigne.
Il numero 10 di Frattamaggiore danza sul pallone e costringe il portiere avversario alla parata dalla linea di fondo. L’Italia è viva più che mai e, pochi minuti dopo, Chiesa semina il panico nella difesa inglese impegnando nuovamente Pickford con un tiro destinato all’angolino basso alla sua sinistra. Il pareggio è nell’aria e, al 66′, Verratti batte a rete di testa. L’estremo difensore britannico compie un vero e proprio miracolo deviando sul palo.
Sulla ribattuta, però, si avventa Bonucci come un predatore d’aria degno di Pippo Inzaghi ed insacca la rete del meritato pareggio. Il difensore della Juventus esulta con il suo caratteristico gesto che invita i tifosi avversari a “sciacquarsi la bocca”, correndo poi a festeggiare sotto la curva azzurra.
Si soffre tutti insieme
Lo stadio sprofonda tutto d’un tratto nel silenzio. I Tre Leoni sono feriti nell’orgoglio e i gladiatori di mister Mancini si gettano in avanti per infliggere agli avversari il colpo di grazia. Al 72′, un monumentale Bonucci pesca con un lancio lungo Berardi che al volo non riesce a centrare la porta inglese. L’Italia non riesce però a trovare il goal vittoria prima della fine dei tempi regolamentari e la finale si avvia verso i supplementari.
I 120 minuti aggiuntivi vedono la squadra di Southgate cercare di invertire l’andazzo della partita con nuove spinte offensive. Al 96′, il tiro al volo di Kalvin Philips da fuori area gela il sangue nelle vene di tutti gli italiani. La sua rasoiata attraversa diagonalmente l’area azzurra terminando al lato di pochissimo.
Le occasioni non mancano nemmeno per l’Italia, vicina al goal del vantaggio al 102esimo con il subentrato Bernardeschi. Il numero 33 della Juve viene anticipato nel momento più importante dall’ottimo intervento di Pickford che disinnesca il cross insidioso di Emerson Palmieri. Neanche i supplementari, però, decretano un vincitore ed il tecnico inglese opera due sostituzioni negli ultimi minuti in vista dei rigori. Dentro Rashford e Sancho al posto di Walker ed Henderson.
I rigori
Il primo a tirare dagli 11 metri è Berardi. Il ragazzo calabrese non si lascia deconcentrare dal portiere avversario e realizza uno splendido penalty spiazzandolo. I Tre Leoni pareggiano immediatamente con Harry Kane, autore di un rigore semplicemente perfetto che Donnarumma rischia di parare.
Il secondo per gli Azzurri è Belotti, ma l’attaccante del Torino perde la sfida personale contro Pickford, autore di un grande intervento in tuffo. L’Inghilterra passa in vantaggio con Maguire che spedisce la palla nel sette con un tiro imparabile. A rimettere le cose al loro posto ci pensa Bonucci, trascinatore della nazionale in questa finale.
I padroni di casa, però, non riescono a tornare in vantaggio a causa del rigore di Rashford infrantosi sul palo. A questo punto l’Italia dilaga e Bernardeschi firma il vantaggio azzurro con un tiro centrale che beffa un Pickford in splendida forma. La serie negativa degli inglesi continua con Sancho, secondo subentrato che Donnarumma ipnotizza e mette fuori gioco. Il match point è affidato, come contro la Spagna, a Jorginho.
L’Italia sul tetto d’Europa
Il centrocampista italo-brasiliano, però, sbaglia clamorosamente il calcio piazzato riaccendendo le speranze degli avversari. L’immensa responsabilità ricade sul giovanissimo Bukayo Saka, ala dell’Arsenal classe 2001. Il diciannovenne prende la rincorsa e piazza alla sinistra di Donnarumma che, in tuffo, para e regala all’Italia la vittoria dell’Europeo.
Proprio come nel 1982, data magica in cui l’Italia di Zoff, Rossi, Tardelli e Bergomi conquistò il terzo mondiale della sua storia, anche quest’anno l’11 luglio è entrato nella storia del nostro paese. Che sia una semplice coincidenza o un segno del destino poco importa, ora è il momento di festeggiare questo straordinario traguardo tutti insieme.
Come disse il leggendario Fabio Caressa 15 anni fa dopo la finale di Berlino, “stringiamoci forte e vogliamoci tanto bene!“. Magari, per farlo nella maniera giusto, potremmo prendere esempio dall’emozionante abbraccio e dalle lacrime di commozione di Gianluca Vialli e Roberto Mancini, compagni di squadra, architetti di questa vittoria e soprattutto amici di una vita.
Le pagelle di Max Montaina
Con la straordinaria vittoria dell’Italia in questi Euro2021 si conclude anche la preziosa collaborazione con Max Montaina. Il nostro giornale è orgoglioso di proporvi, ancora una volta, le pagelle ed il commento tecnico di questo straordinario intenditore di calcio con cui abbiamo avuto il piacere di vivere questa avventura europea.
Commento sulla partita
L’Italia compie il capolavoro dei capolavori e, sotto il cielo di Wembley, si laurea Campione d’Europa per la seconda volta. Mancini ha creato una squadra solida e compatta che ha messo in fila, una dopo l’altra, Belgio, Spagna ed infine Inghilterra. Da oggi i cieli d’Europa si tingeranno d’azzurro.
I voti degli Azzurri – La difesa
- DONNARUMMA 8: grande portiere, che non ha paura di rischiare nelle uscite, ma soprattutto tra i pali. Para rigori come pochi al mondo. La porta della nazionale è e rimarrà blindata per molti anni.
- EMERSON 7: campione d’Europa con il Chelsea e da oggi con la Nazionale Italiana. Dimostra di saper gestire la fascia sinistra in maniera egregia. Grande affare per chi ne acquisirà le prestazioni sportive.
- CHIELLINI 8: monumentale prestazione di Giorgio, che aveva il non facile compito di fermare Kane, uno degli attaccanti più completi in circolazione. Ogni pallone che transitava in area era sua preda.
- BONUCCI 8: non soltanto ha avuto il grande merito di segnare il gol che ci ha tenuto in partita, ma ha smistato decine di palloni come ai bei tempi. Redivivo!!!
- DI LORENZO 6: nel primo tempo impreciso e confusionario, ma nel secondo prende le misure agli avversari e rientra in carreggiata, compiendo interventi precisi e ficcanti.
Il centrocampo
- VERRATTI 7,5: playmaker insostituibile, non perde un pallone, ne smista a centinaia, proponendo sempre gioco al momento giusto al compagno giusto.
- JORGINHO 7: altra grande prestazione di un giocatore cresciuto esponenzialmente rispetto a quello visto nei primi anni di Napoli. Ora è entrato di diritto nell’Olimpo dei grandi.
- BARELLA 5: la benzina era finita già contro la Spagna. Impreciso, confusionario, ha perso palloni velenosi senza mai riproporre giocate degne di nota.
Gli attaccanti
- INSIGNE 5: quando si intestardisce a voler provare a tutti i costi la giocata ad effetto, spesso, commette errori imperdonabili che innervosiscono chi lo osserva. Dovrebbe cercare giocate meno appariscenti ma più utili al gioco di squadra.
- CHIESA 7: giocatore devastante, da solo ha messo alle corde la difesa degli inglesi con giocate da top player. Sfiora il gol in un paio di occasioni e salta sempre l’uomo con cambi di direzione repentini e strappi sulla corsa.
- IMMOBILE 4: giocatore non all’altezza di una nazionale campione d’Europa. Soprattutto per il ruolo che ricopre. Polveri bagnate e soprattutto errori scolastici anche nelle giocate semplici. Bocciato.
I sostituti
- BERARDI 6: alterna buone giocate a errori banali. Giocatore anarchico, che fatica ad entrare negli schemi di gioco di Mancini che lo richiama più volte dopo il suo ingresso in campo.
- CRISTANTE 6: giocatore utile a spezzare il gioco degli avversari, ma nulla di trascendentale. Pecca in qualità, che però compensa con la quantità.
- BERNARDESCHI 6: entra in campo voglioso e tenta alcune giocate interessanti. Tutto sommato, non sfigura nei momenti topici della gara, segnando ancora su rigore come già aveva fatto contro la Spagna.
- BELOTTI, LOCATELLI e FLORENZI s.v.: entrati a partita bloccata, non incidono particolarmente da poterli giudicare dando loro un voto.
Il mister
- MANCINI 9: come potrei dare un voto più basso del 9 all’allenatore che ha raccolto la nazionale dalle macerie lasciate da Ventura e che oggi, 11 luglio 2021, l’ha portata sul tetto d’Europa dopo ben 53 anni. CT manager, moderno, competente e gran gestore di uomini. Il vero Top Player di questa splendida nazionale che ci ha regalato una gioia immensa.
Alessandro Gargiulo