Anche a Genova il blocco degli sfratti – che dura ormai da molti mesi e sta strangolando migliaia di piccoli proprietari – fa sentire le sue conseguenze.
Ne è sicuro Vincenzo Nasini, presidente di Confedilizia Genova e vice presidente nazionale: «A Roma c’è anche un nostro associato che sta facendo lo sciopero della fame davanti a Montecitorio, cui esprimiamo la nostra solidarietà. Siamo a una situazione paradossale e sono personalmente a fianco di tutti i proprietari di casa colpiti, oltreché dalla pandemia di Covid, dalla epidemia di idiozia politica».
Il caso di Alessandro, vittima del blocco degli sfratti, che ha iniziato ieri uno sciopero della fame e della sete davanti a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati, è emblematico. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, lo ha incontrato ed è tornato a chiedere al Governo e al Parlamento di intervenire per almeno correggere le nuove sospensioni previste fino al 30 settembre e fino al 31 dicembre.
«Al minimo, proprio il minimo, – ha ribadito Spaziani Testa – occorre anzitutto sbloccare effettivamente al 30 giugno tutte le esecuzioni riguardanti le morosità anteriori alla pandemia».
Inoltre, qualora si intendano (malauguratamente) mantenere le ulteriori sospensioni disposte col decreto “Sostegni”, è necessario prevedere strumenti che evitino che esse siano generalizzate. E in quanto tali applicabili anche nei molti casi in cui i proprietari siano in condizioni peggiori rispetto agli inquilini.
«A pochi giorni dalla scadenza del termine per il versamento della prima rata dell’Imu, è indispensabile disporre subito la cancellazione dell’intera imposta dovuta per il 2021 per i proprietari soggetti al blocco, per i quali non sono state previste neppure forme di risarcimento» – aggiunge Nasini.
E ricorda che «Alessandro ha avviato un’azione estrema e molti altri proprietari in condizioni simili sono in procinto di farlo. Il Governo e il Parlamento dimostrino di non volerli abbandonare al loro destino». Poi sottolinea un dato di recente pubblicazione: «Drammatico specchio della crisi della proprietà: aumento del 63% degli immobili che finiscono all’asta».
A Genova sono tanti i casi di famiglie messe in ginocchio da un intervento che le ha private del frutto del loro risparmio ed eliminato una fondamentale fonte di reddito, in molti casi pure in presenza di rate di mutuo da pagare e spesso con la beffa di dover sostenere le spese condominiali a carico degli inquilini morosi.