È crollata stanotte, durante il cambio turno, una torre faro di 18 metri nello stabilimento Arcelor Mittal. Fortunatamente nessun lavoratore è rimasto ferito.
Secondo quanto emerso dalle verifiche del caso, la base della torre si è spezzata probabilmente a causa dell’ossidazione e sollecitata dal forte vento.
Armando Palumbo, coordinatore dell’RSU, fa sapere che: “Il crollo della torre faro non è un fulmine a ciel sereno. La condizione delle torri, così come quella di altri impianti che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori, l’abbiamo denunciata da tempo. Per quanto riguarda le torri faro in particolare ci sarebbe anche un piano per la manutenzione ma l’azienda finora non ha investito un centesimo”.
La Fiom Cgil in merito al grave episodio: “C’è il mondo virtuale nel quale Governo e Mittal annunciano la società al 50 per cento per ognuno e il Direttore di stabilimento di Genova parla di investimenti sulla stampa, e poi c’è la realtà che è ben altra: l’abbandono in cui si trovano gli stabilimenti ex Ilva in Italia. Si sono persi anni per investire e rilanciare la ex Ilva e se ne rischiano ancora perché non bastano gli annunci societari per risolvere gli enormi problemi creati da gestioni sbagliate del Governo e di Mittal. Basta propaganda per gestire gli impianti siderurgici: servono fatti e non Ministri e Amministratori delegati che fanno pubblicità”.
Nicola Appice della Fim Cisl :“La caduta di una delle torri faro dello stabilimento Arcelor Mittal è un episodio gravissimo. Quando era accaduta, tempo fa, la stessa cosa avevamo chiesto all’azienda un piano di manutenzione mirato e un censimento delle torri. Ci avevano detto che il lavoro era stato eseguito, ma l’ultimo crollo, che per fortuna e solo per caso non ha provocato una tragedia, dimostra che forse quei controlli non sono stati fatti in modo serio e scrupoloso”.