La nuova stagione 2024/2025 di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse parte il 2 ottobre con il ritorno alla sala Campana de Il Fenomeno Laplante – Lo strano caso del Capo Indiano Fascista, la produzione di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse dal testo di Maurizio Patella, finalista al premio “Shakespeare is now 2021” e al Premio Riccione per il teatro 2021. Nel centenario dell’omicidio Matteotti, torna in scena uno spaccatolo fuori dalle righe per offrire il suo particolarissimo racconto a più voci di un momento cruciale della nostra storia, con la regia di Emanuele Conte e in scena Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi, di nuovo insieme dopo la fortunata esperienza dello spettacolo Art.
Il fenomeno Laplante è un cabaret comico, futurista nello stile e politico nei contenuti: un affresco irriverente di un’ Italia immersa in un nazionalismo da operetta, contraddittoria e crudele, vittima di se stessa che in pochi anni non sarà più come prima.
La trama dello spettacolo che apre la nuova stagione del Teatro della Tosse
Siamo nella tarda primavera 1924 e l’Italia vive nell’attesa del ritrovamento di Giacomo Matteotti, il deputato socialista rapito a Roma mentre si recava alla Biblioteca della Camera. In un rimbalzo di accuse e scandali, che vedono coinvolte le più alte gerarchie fasciste, il paese sta sprofondando ora nell’anarchia.
Ed ecco che giunge inaspettata la visita di un importantissimo capo tribù dei nativi americani: Cervo Bianco (White Elk) della Nazione Irochese, venuto in Europa per portare le rivendicazioni del suo popolo presso la Società delle Nazioni. Ma chi è Cervo Bianco? Di lui non si sa quasi niente, se non che è un personaggio bizzarro, carismatico, pirotecnico. E con uno splendido copricapo di piume.
Nella sua trionfale tournée lungo lo stivale viene acclamato dalle folle, adorato dalle donne, accolto come il Salvatore della Patria. A quanto pare vuole stabilire una sacra alleanza tra il suo popolo e quello italiano. Vuole vestire i suoi nativi americani in camicia nera!
L’illustrazione del manifesto è di Maria Saccomanno allieva del secondo anno della Scuola Internazionale di Comics. Dopo le repliche a Genova, lo spettacolo sarà poi in scena a Milano al Teatro Fontana dal 17 al 20 ottobre.
Maurizio Patella: «Cosa mi ha portato a scrivere questo spettacolo»
«Circa tre anni fa mi capitò tra le mani il libro “Marcia su Roma e dintorni” di Emilio Lussu. L’autore – socialista, pluridecorato della Grande Guerra, deputato – raccontava i giorni che portarono il fascismo al potere. In particolare, ciò che accadde nella “sua” Sardegna. Quasi a smorzare la tragicità del momento, Lussu accennava a margine dello sbarco di un grande quanto bizzarro capo pellerossa, Cervo Bianco, al porto di Cagliari. Il bagno di folla, l’accoglienza in pompa magna, gli entusiasmi. A quanto pareva Cervo Bianco voleva stipulare una sacra alleanza tra italiani e pellerossa. Negli stessi mesi dell’ascesa di Mussolini appariva così sulla scena un altro “uomo forte”».
Con queste parole Patella spiega da dove a tratto l’ispirazione per la sua opera teatrale, raccontando alcuni degli aspetti più tragicomici del nostro Paese e della sua storia: «L’Italia – si sa – è sempre stato il paese delle discese in campo, dei predellini, dei filantropi che ci riporteranno ai fasti di un tempo. Storicamente abbiamo sempre avuto una certa predilezione per chi sa farci balenare la possibilità di un avvenire glorioso e a portata di mano. Siamo per i trionfi facili, noi, per il tutto e subito. Siamo per i sogni di potenza a buon mercato».
Con Il fenomeno Laplante, l’autore mette a nudo le ipocrisie e le storture del modello dell’uomo forte, sottolineandone l’assurdità, e tracciando un parallelo con la contemporaneità.
La morte di Matteotti, spartiacque nella storia come nello spettacolo
L’opera, continua «è vero, si concentra su di un preciso momento storico. L’Italia del delitto Matteotti. Della lotta tra rossi e neri. Del baratro che portera’ il fascismo a mostrare il suo volto feroce. Il regime, il ventennio. Ma c’è in quel preciso momento qualcosa di noi contemporanei. Anche se nessun libro di scuola ne parla e ne parlerà mai, infatti, esiste ancora la cosidetta “pancia del paese”. Quella massa umorale, acritica, suggestionabile sempre pronta ad adorare e deificare e che al primo cedimento sbrana e getta via. Esiste ancora, ed è numericamente la maggioranza».
«Allora la “pancia” discuteva su quale sorte avesse avuto il cadavere di Matteotti senza domandarsi cosa significasse il suo delitto. Allora rimase abbagliata al cospetto di figure carismatiche, poco importava fossero Mussolini, D’Annunzio o un improbabile capo pellerossa», continua Patella. «Al tempo la “pancia del paese” era per la fascinazione, per il colpo di teatro, per la frase a effetto. Per il grande mattatore che ammaestra la folla. Ciò che contava, e stupisce, fu l’amore incondizionato che tributò alla narrazioni fantastiche e – si potrebbe dire – al teatro a tutto tondo senza chiedersi quale fosse il limite oltre al quale non si poteva, non si doveva credere, e che scivolò – con esiti drammatici – dalla finzione alla vita vera. Il fenomeno Laplante è, quindi, la storia di un sogno di massa durato qualche mese. Del ritrovamento di un cadavere. Di un brusco risveglio».
Lo spettacolo chiederà poi al pubblico di rispondere a una domanda, una volta calato il sipario: si dice che la storia si ripete, è davvero così?
Il regista: «Un tema affrontato con toni caricaturali ma che riflette amaramente il presente. Il teatro deve offrire spunti di riflessione»
«Povera Italia, quella ritratta nel testo di Maurizio Patella. Povera in tutti i sensi. Un Paese in condizioni miserabili e una gran voglia di rivalsa, dopo le infelici risultanze della prima guerra mondiale», ricorda Emanuele Conte, regista di questa messa in scena. «Un’Italia che cerca di costruirsi un’identità nazionale e una dignità, ma lo fa gettandosi fra le braccia del fascismo, invenzione tutta italiana che presto conquisterà, sempre con esiti tragici (ricordiamocelo!), buona parte dell’Europa e del Sud America».
Nel mettere in scena un’opera teatrale come Il fenomeno Laplante, spiega Conte, è necessario porsi una domanda fondamentale: come affrontare un testo che è in realtà un flusso ironico ed amaro che diventa caricatura di un intero Paese?
Parlare del passato per interrogarsi sui fenomeni contemporanei
«Un tema delicato da affrontare a teatro, ma doveroso, in un momento in cui un po’ dappertutto fanno capolino nuovi nazionalismi – che assomigliano molto a campanilismi di provincia – mentre alle porte dell’Europa torna la guerra. Siamo tra quelli che credono che chi lavora nell’ambito dell’arte e della cultura abbia la responsabilità di usare il proprio mestiere per offrire altri sguardi e strumenti di decodifica del presente, stimolando il pensiero e, se possibile, il confronto», spiega il regista, chiarendo qual è per lui lo scopo sociale e culturale del teatro. «Questo testo ce ne dà la possibilità e noi, per metterlo in scena, abbiamo sfruttato l’ironia, l’immagine, lo sberleffo, ricordandoci sempre che il teatro è un gioco serio e, come tale, può permettersi di parlare di tutto a tutti».
In Fenomeno Laplante, re attori straordinari danno vita ad oltre cinquanta personaggi, i quali, danzando e ballando, ci raccontano pagine importanti della nostra storia. Come a confermare che in Italia tutto è possibile tranne la serietà, la vicenda dell’insabbiamento dell’omicidio di Stato di Giacomo Matteotti, viene ridotto, dalla goffaggine delle azioni di depistaggio, ad una tragica farsa, e alla fine rischia di sembrare più credibile e dignitosa la storia di un falso capo indiano d’America che diventa eroe nazionale.
Quando e come assistere al primo spettacolo della nuova stagione del Teatro della Tosse
Il fenomeno Laplante sarà in scena alle 20.30 dal 2 al 5 ottobre e alle 18.30 il 6 ottobre, nella Sala Campana dei Teatri di S.Agostino. Biglietti interi 18€, bambini fino a 14 anni 10€, under 28 (solo alla prima) 10€. Sono previste riduzioni per studenti universitari, scuole superiori e gruppi di almeno 15 persone scrivendo a: promozione@teatrodellatosse.it
I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria di Piazza R. Negri (aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00, mentre dalle ore 15.00 in lunedì e festivi, domeniche comprese, ma solo in caso di spettacolo) o alla biglietteria del Teatro del Ponente in Piazza Odicini 9 (aperta martedì, mercoledì e giovedì dalle 14.00 alle 17.00, nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo). In alternativa, si può anche anche acquistare online su www.teatrodellatosse.it.e su www.happyticket.it.
C.S.
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