Dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE che ha legittimato gli espropri al termine delle concessioni, il turismo balneare, con le sue oltre 30mila imprese, rischia di subire un contraccolpo particolarmente grave. Il clima di forte incertezza e il caos scaturito dall’effettiva mancanza di una normativa a tutela del settore ha spinto i soggetti interessati a fare appello direttamente alla Premier Giorgia Meloni. La richiesta è semplice: rispondere in maniera netta e decisa all’ultima sentenza europea per tutelare gli oltre 300mila lavoratori di una realtà produttiva che, secondo uno studio dell’Università di Padova, riesce a generare in Italia un valore di 2,46 euro per ogni euro speso.
La lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio è stata firmata e scritta da una serie di associazioni a tutela di questa categoria e dei diversi operatori del settore nella speranza che qualcosa possa cambiare prima che sia troppo tardi. Certo è che questa situazione critica contribuisce ad esacerbare il rapporto e a far peggiorare la concezione di Europa e Unione Europea che molti cittadini, politici e rappresentanti di categoria hanno in Italia.
Al di là dei possibili effetti negativi che la sentenza della Corte di Giustizia UE rischia di avere sul settore del turismo balneare e sull’economia italiana in generale, il pericolo più grande è che tutto ciò dia linfa vitale a tutte le forze, politiche e non solo, a trazione anti-europeista. E in un momento così difficile e teso per l’Europa intera, questa situazione potrebbe causare un effetto domino che non può essere sottovalutato.