Oggi, 22 aprile, è la Giornata Mondiale della Terra. Questa ricorrenza, voluta dalle Nazioni Unite, per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente, alla sostenibilità e alla lotta all’inquinamento, giunge quest’anno alla sua 51esima edizione.
In questa occasione voglio approfondire un tema molto importante a cui è necessario dare una risposta immediata se vogliano aiutare il nostro Pianeta, oltre che noi stessi.
Sto parlando dell’acqua. O meglio, degli approvvigionamenti idrici di acqua potabile che sono sempre meno garantiti nel mondo.
L’acqua: un bene di tutti
La quantità di acqua meteorologica che ogni anno precipita sul nostro pianeta da migliaia di anni non è mai cambiata. Ciò che è drammaticamente cambiato è la modalità con cui noi oggi utilizziamo questo bene prezioso.
Cominciamo a dire che in 50 anni siamo passati da 2.5 miliardi di abitanti a quasi 8 miliardi. Tutti con le stesse esigenze e aspettative di utilizzo della fonte idrica cosiddetta “dolce” .
Di tutta l’acqua dolce presente sul pianeta noi disponiamo di solo 1%. La maggior parte infatti è bloccata nei ghiacciai. Per esprime questo in numeri, possiamo dire che solo lo 0,007 % di acqua dolce è realmente disponibile.
Il World Resorce Institute, lo scorso 22 Marzo 2021, Giornata Mondiale dell’Acqua, ha dichiarato che entro il 2025 fino a 3 miliardi e mezzo di persone potrebbero sperimentare la scarsità di acqua.
Ma dove finisce tutta questa acqua?
Il 70% dell’ acqua impiegata a livello globale è destinata ai settori dell’agricoltura e dell’allevamento. Mentre solo l’8 % dell’acqua è utilizzata per usi domestici. Il restante 22%, invece, viene impiegato a livello globale per la produzione di materiali e oggetti.
Se andiamo a confrontare che cosa succede nel mappamondo, vediamo che 1.280 metri cubi di acqua sono consumati in media, ogni anno, da un cittadino americano, mentre solo 185 metri cubi di acqua sono consumati in media, ogni anno, da un cittadino africano.
In Europa, invece, abbiamo un consumo a persona di circa 700 metri cubi.
Entriamo un po’ più nel dettaglio. L’impiego di acqua in agricoltura prevede un consumo idrico diverso a seconda dei prodotti. Per il caffè, ad esempio, occorrono 18.900 litri di acqua al chilo. Mentre nell’allevamento di ovini e bovini, 15.415 litri di acqua al chilo.
Per le uova bastano “solo” 3.300 litri di acqua al chilo, e al formaggio 3.178 litri al chilo. Al riso ne occorrono 2.497 litri al chilo e alla pasta 1.449 litri al chilo. In ultima posizione, all’interno di questa filiera, c’è il cavolo con 237 litri al chilo.
La necessità che appare subito immediata è, quindi, quella di modificare il consumo alimentare.
Soprattutto abbandonando gli allevamenti intensivi di pollame, ovini, suini e bovini.
Secondo Vandan Lasciva, ambientalista indiano e leader dell’International Forum Of Globalitation, la Terra sta esaurendo l’acqua pulita accessibile perchè gli uomini l’hanno inquinata, dirottata e gestita male.
La sua mercificazione non è una soluzione. Ed infatti, a questo proposito, non può passare inosservato che l’acqua in bottiglia ci costa 560 volte di più di un litro d’ acqua del rubinetto.
Prendiamo ad esempio l’Italia. Noi siamo i secondi consumatori al mondo, dopo il Messico, di acqua in bottiglia, con 208 litri di acqua bevuti ogni anno in media a persona. E siamo, invece, i primi in Europa, dove la media è di 106 litri.
Occorre quindi prepararsi per tempo per fronteggiare questa prevedibile crisi di approvvigionamenti idrici sempre più difficili.
Soprattutto, considerando che entro il 2050 potremmo aver raggiunto la cifra allarmante dei 10 miliardi di persone sul pianeta.
Pianeta che, pur in tutta la sua generosità, non potrà sostenere per sempre una continua richiesta di risorse naturali.
Oltre alla necessità di avviare dei piani di educazione al risparmio dell’acqua potabile, devono essere urgentemente previsti degli invasi di accumulo per razionalizzarne l’utilizzo al momento del bisogno. Nonché una revisione delle politiche di uso sfrenato di immense quantità di acqua per produrre proteine animali a costi molto elevati e non più sostenibili.
In questo video ho commentato la ricorrenza della Giornata Mondiale della Terra e fornito alcuni consigli.