Il Mercatello a rione Campitelli
Siamo nel rione Campitelli ed è qui che ci siamo conosciuti io e Pierluigi, un grande romano amico di penna, un po’ di tempo fa a cercare “Er Core de Roma“.
Il nome Campitelli sembra che derivi dal campo di terra in cui era ridotta l’area del Foro oppure dalla corruzione grammaticale di Campidoglio. Proprio davanti alla piazza dell’Aracoeli, ai piedi della scalinata, si trovava la casa abitata da Giulio Pippi, meglio conosciuto come Giulio Romano, l’allievo più noto di Raffaello e quindi la chiesa di santa Rita da Cascia, sorta su quella di san Biagio del mercato.
Fu durante il medioevo che alcuni piani furono trasformati in una chiesa dedicata a San Biagio del Mercato, detta anche la chiesa del Mercatello o in Campitelli.
Nel 1658 papa Alessandro VII (Chigi) la consegna alla confraternita della ss. Spina della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo, fondata da mons. Cruciano da Cascia, e la dedica così a santa Rita.

Questi ruderi, unica costruzione rimasta entro le mura, sulla sinistra della scalinata della basilica dell’Aracoeli, risalgono al II secolo dopo Cristo. Si vede ancora una piccola abside con un affresco che raffigura la pietà e un piccolo campanile.
Proprio da questa demolizione sono venuti a galla i resti di un’Insula romana. Una costruzione tipica dell’urbanistica dell’età imperiale di Roma, formato da quattro piani con le botteghe, le finestre e i balconi. In questa zona vi era un mercato ai piedi del Campidoglio.
Il primo piano è a circa nove metri al di sotto della strada attuale che porta al Vittoriano.
Demolita e ricostruita nel 1680 ad opera di Carlo Fontana, architetto e scultore che operò molto nella nostra città. In questa zona vennero alla luce i resti di un piccolo campanile romanico del secolo XI con le bifore della chiesa di san Biagio del Mercato e un arcosolio (una sepoltura tipica delle catacombe con una zona sepolcrale incassata nella parete sormontata da una nicchia), della famiglia dei Boccabella con un affresco del trecento dove è rappresentata la Deposizione di Cristo con la Madonna e san Giovanni.
Fu di nuovo ricostruita nel 1940 per l’apertura della via del Mare, il cui primo tratto è dove sorge la chiesa e ha ripreso il nome di via del teatro di Marcello.
Nel 1952 la struttura fu affidata alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. Solo nel 1990 tale edificio ritornò nella disponibilità delle proprietà del Comune di Roma. La chiesa è sconsacrata. La Sala santa Rita, così adesso si chiama, viene utilizzata per mostre e avvenimenti vari.
Geologia di Roma
Comprendere la geologia del suolo di Roma vuol dire comprendere la città. I famosissimi sette colli: Palatino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino, Celio e Aventino. Alcuni sono ancora ben visibili come il Palatino e il Campidoglio raggiungibile attraverso la lunga scalinata progettata da Michelangelo Buonarroti nel XVI secolo su commissione di papa Paolo III progettata nell’ambito dei lavori di risistemazione del Campidoglio.
La strada in pendio, prende il nome di Cordonata quando è formata da larghi elementi trasversali in pietra o mattoni (cordoni) che la rendono simile ad una scalinata.

Nel Centro storico di Roma, un’altra cordonata si trova nelle vicinanze del Palazzo del Quirinale, nel rione Trevi, e dà il nome alla via omonima (Via della Cordonata). Altri certo sono difficili da vedere e trovare una pendenza, il passare dei secoli hanno modificato ricoprendo completamente il pendio con edifici come al Viminale.

Non tutti i colli di Roma sono delle vere colline ma un agglomerato di alture. E questo lo possiamo vedere al Campidoglio una è la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli e l’altra dove sorge il Palazzo Senatorio.
Dimentichiamo sempre che Roma sorge su un territorio modellato da due vulcani attivi migliaia di anni fa. Oggi sono due laghi, quello di Albano a sud di Roma e quello di Bracciano a nord di essa. Questi modificarono e plasmarono il territorio rendendolo ricco di materiali quali il tufo e la pozzolana, entrambe rocce di origine vulcanica che fecero la fortuna di molti Romani e della città stessa.
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