Dopo il pandoro gate, è il momento della coerenza
Non mi sono mai piaciuti gli sciacalli. Mai. Se Chiara Ferragni ha sbagliato, sarà un tribunale a decidere come, quanto e perché.
La giustizia ha i suoi tempi, i suoi modi e i suoi strumenti.
Eppure, c’è un’abitudine che si conferma puntuale ogni volta che qualcuno inciampa e cade: il tiro al bersaglio.
Un gioco al massacro che ha più il sapore della rivalsa che dell’analisi critica. Sparare a raffica su una persona solo per il gusto di demolirla non è né etico né tantomeno costruttivo.
Questo, però, non significa far finta di niente. Il cosiddetto pandoro-gate, le uova, l’intero modello imprenditoriale di Chiara Ferragni sono argomenti di cui è giusto parlare.
Ma con lucidità, perché un dato è certo: se oggi Ferragni è nell’occhio del ciclone, fino a ieri era osannata come imprenditrice visionaria, come la donna che è riuscita a costruirsi da zero un impero in un settore, quello della moda, che all’epoca del suo esordio nel 2011 era praticamente blindato.
Ora, è uscito di tutto e di più su di lei. Dopo le accuse, il rinvio a giudizio e il processo mediatico. Ma il punto è che nessuno di noi è un giudice.
E se nessuno può arrogarsi il diritto di sentenziare da un punto di vista legale, possiamo però soffermarci su un altro aspetto: la coerenza.
Quella che, in questo momento, sembra essere la vera grande scommessa di Chiara Ferragni.
La fenice risorge, ma a che prezzo?
La sua azienda, Fenice Srl, ha da poco ricevuto un’iniezione di liquidità di 6,4 milioni di euro.
Una mossa necessaria dopo che nel 2023 aveva accumulato perdite per 10,2 milioni di euro, con il patrimonio andato sotto zero di 6,2 milioni.
Con questo intervento, la società può ripartire. Ma come? Con quale strategia?
I piani parlano di diversificazione: gioielleria, make-up, pelletteria, con occhi puntati anche sui i mercati internazionali.
Il target rimane quello dei giovani tra i 15 e i 28 anni. E qui viene il punto cruciale.
Se Ferragni vuole veramente ricostruire la sua immagine, ha davanti un’opportunità straordinaria: investire in una strategia che sia etica e sostenibile.
L’ho vista in un video con Jo Squillo e Rose Villain, entrambe vegane da tempo.
Jo Squillo, artista instancabile, è un esempio incredibile: la sua pelle farebbe invidia persino a una trentenne. Rose Villain, che trentenne lo è davvero, non ha certo bisogno di conferme.
E Chiara Ferragni? Nel video, mentre Jo Squillo propone di seguire una dieta vegana almeno ogni tanto, Chiara sorride, ma senza troppa convinzione. Diversamente da Jo e Rose, “vegane per sempre”.

Il brand Ferragni mai cruelty free?
Difficile crederci, d’altronde, quando si è costruito il proprio brand sponsorizzando hamburger, borse di coccodrillo, pellicce e qualsiasi cosa tranne un prodotto cruelty-free.
Anche se il primo marchio pubblicizzato da Ferragni dopo lo scandalo pandoro-gate è stato, a sorpresa, proprio un brand vegano di prodotti per i capelli.
Scelta strategica? Probabile. Ma anche un po’ azzardata e contraddittoria. Perché se mangi hamburger, indossi borse di pelle esotica e pellicce, poi promuovere un marchio vegano non ti rende automaticamente credibile.
E non rende credibile neanche il marchio che ti sceglie.
Chiara Ferragni, questa è la tua grande occasione
A Chiara Ferragni va riconosciuto un enorme potere mediatico, e con esso una responsabilità altrettanto grande.
Mai sopra le righe, sempre educata, tende a non spiegare e piuttosto a rimuovere tutto ciò che può creare imbarazzo.
Se adesso decide di cavalcare l’onda dell’etica, però, che lo faccia per davvero. Non per ripulire la propria immagine con qualche sponsor strategico, ma come una scelta autentica e convinta.
Non parlo di una conversione improvvisa al veganesimo, ma di consapevolezza.
Vorrei che Ferragni si documentasse. Potrebbe guardare Food for Profit, ad esempio, per capire cosa si cela dietro il mercato della carne, delle uova, del pesce, del foie gras.
Informarsi anche dei danni al pianeta e, soprattutto, alla salute umana.
I dati parlano chiaro e indicano negli allevamenti intensivi la causa principale di inquinamento, di sottrazione di risorse alimentari ed idriche, l’aumento di malattie e l’antibiotico resistenza.
Diventare consapevole delle proprie scelte alimentari e di vita è oggi un dovere per ciascuno di noi.
Lo è ancor di più per chi gestisce un potere ed è quindi in grado di orientare le scelte altrui.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità
Scelte che nel caso di Ferragni riguardano anche i suoi due bambini.
Questa è un’occasione d’oro per lasciarsi alle spalle gli scandali, la separazione da Fedez, il caos mediatico.
È un’opportunità per costruire qualcosa di solido, credibile, a lungo termine. Perché, cara Chiara, se il tuo target sono i giovani di oggi, devi sapere che loro non si accontentano più di belle immagini e slogan vuoti. Vogliono scelte autentiche. E pretendono coerenza e trasparenza.
Anche i tuoi bellissimi figli un giorno diventeranno consumatori, parte di quel mercato che oggi ti segue e che domani giudicherà con molta più attenzione i brand che rappresenti.
Ecco, forse la domanda giusta è questa: che tipo di azienda vorresti che si rivolgesse a loro, ai tuoi figli?
Se la risposta è: un’azienda etica, responsabile, consapevole, allora sai già da dove ripartire.
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