È un balletto che il centrosinistra ligure tende a ripetere ormai da diverse tornate elettorali: a cento giorni dalle elezioni comunali 2025 a Genova, considerando come plausibile il primo weekend di maggio come election day, ancora non c’è convergenza su un nome da contrapporre all’attuale facente funzioni di sindaco, Pietro Piciocchi, alle urne.
Se il comitato politico del PD – i “dieci saggi” – dovrebbe domani incontrare i tre esponenti più plausibili (Federico Romeo, Armando Sanna e Alessandro Terrile), la situazione al momento che si percepisce tra le diverse correnti e frange del partito sembra rendere poco credibile che si riesca a trovare l’accordo su un candidato.
Tra gli altri nomi proposti in queste ultime settimane, Luca Pastorino – che sembrava avere l’appoggio di Schlein – pare essersi rimosso dalla competizione, anche se non è chiaro se in forma definitiva o se per lasciare spazio ai tavoli di lavoro. Più determinato nel rifiuto sembra invece Simone D’Angelo, segretario del PD genovese, che però al momento non è interessato a candidarsi, essendo anche recentemente diventato padre e consigliere regionale alle ultime elezioni autunnali.
Cercasi candidato per il centrosinistra a Genova, la danza dei veti incrociati a 100 giorni dalle comunali
Non è però solo un problema di correnti interne al PD, quanto anche la necessità di trovare la quadra con gli altri partiti che dovrebbero entrare in coalizione per cercare di racimolare tutti i voti possibili alle urne.
Romeo, che fa parte della minoranza del Partito Democratico e gode di un forte appoggio in particolare in Val Polcevera – dove da pochi mesi ha concluso l’esperienza di presidente di Municipio, ruolo nel quale ha affrontato anche il crollo di Ponte Morandi – troverebbe però delle resistenze in area M5s e Avs, secondo voci di corridoio (sebbene i rossoverdi ufficialmente abbiano già dichiarato di non avere pregiudizi su nessuno dei nomi usciti finora).
Più espliticitamente osteggiato dai 5 stelle sarebbe Armando Sanna e a parte del PD stesso – nelle ultime settimane sono volate anche parole pesanti nei suoi confronti da esponenti del suo stesso partito. Sanna ha capitalizzato molto bene il suo operato come sindaco di Sant’Olcese ed è stato premiato in termini di preferenze sia alle ultime regionali che alle precedenti nel 2020, ma una sua candidatura potrebbe complicare le cose proprio in Via Fieschi, visto che attualmente è capogruppo del PD in consiglio.
C’è da dire che, se confermate le voci su Romeo, il M5s avrebbe in astio tutti i nomi proposti dal Partito Democratico, visto che ha espresso delle rimostranze anche su Terrile, espressione della maggioranza orlandiana.
Movimento 5 Stelle, quanto può pesare sul risultato alle urne?
C’è anche chi si domanda se una forza politica di minoranza anche in opposizione, anche alla luce degli ultimi risultati elettorali in Regione ma anche in ambito nazionale, debba pesare tanto sulla decisione di un candidato.
I pentastellati a ottobre ha raccolto poco meno del 6% di preferenze su Genova, alle ultime regionali. Sarebbero il lieve crescita in vista delle prossime elezioni (appena sopra il 6% stando a un sondaggio Tecné pubblicato di recente da Primocanale). Si è ventilata anche l’ipotesi per il Movimento di correre da soli, proponendo l’ex europarlamentare Tiziana Beghin, ma rimane da capire quanti voti sposterebbero realmente, uscendo dalla coalizione, tra i puristi rimasti della prima ora e sostenitori più tiepidi che potrebbero valutare un voto più “utile” guardando al quadro generale.
In ogni caso, i Cinque stelle dovrebbero riuscire a superare anche da soli la soglia di sbarramento del 3% necessaria per entrare nel consiglio comunale. Certo, in caso di ballottaggio tra il candidato della coalizione di centrosinistra e il centrodestra, potrebbero tornare a sostenere il nome del PD, questo gioco però potrebbe tenere fuori il Movimento nella gestione dei municipi.
Sono questioni tuttavia di lana caprina, però, considerando che il centrodestra sembra dare per scontata la vittoria al primo turno. L’incognita rimane sul tesoretto di voti portato a casa alle regionali e quanti degli elettori a ottobre abbiano scelto Orlando sperando che vincesse la Regione e Bucci non si dimettesse da sindaco di Genova. Se questa variabile fosse cospicua, potrebbe far proseguire l’esperienza di destra per il capoluogo, alle prossime comunali di Genova, lasciando il centrosinistra a bocca asciutta.
La lettera a Elly Schlein per aiutare il PD genovese a nominare un candidato al più presto
E se per Claudio Burlando «100 giorni sono abbastanza per una campagna elettorale», citando un’intervista rilasciata quest’estate, la difficoltà a trovare la quadra su un candidato continua a essere percepita da moli elettori come difficoltà della coalizione oggi di minoranza a far fronte comune per provare a vincere. Il che, ovviamente, non è mai un buon segno.
Se per ora non si sono viste scene particolarmente sgradevoli, segno che i partiti stanno comunque prendendo le misure in modo diverso dal passato recente, gli elettori “storici” ma soprattutto gli indecisi attendono con una certa impazienza di sentire la proposta politica per la città. Il vero nemico infatti è l’astensione, in forte crescita sia alle ultime regionali 2024 (239.944 gli astenuti, pari al 49,89%, in città) che alle precedenti comunali nel 2022, quando votò solo il 44,17% degli aventi diritto.
Anche a fronte dell’insofferenza dell’elettorato, alcune realtà di formazione civica iniziano a proporre soluzioni esterne ai partiti, come il gruppo che si è creato intorno all’economista Andrea Acquarone, che ha scritto una lettera aperta ma dal forte tono provocatorio, alla Schlein. La richiesta è intervenire al più presto per sbloccare lo stallo nel partito a livello locale e nominare al più presto un candidato. Tuttavia, più che una supplica il testo sembra essere una sorta di “tirata d’orecchi” alla dirigenza del partito, a livello locale e nazionale.
“Cara Elly, come saprai a maggio si vota a Genova, dove il centrosinistra non vince da tanto tempo, mentre prima governava sempre, ti scriviamo, certi di interpretare un sentire comune, perché in questa circostanza sarebbe stato molto facile ritornare ad amministrare la città: bastava trovare una personalità fuori dai partiti che incarnasse la diversità delle forze delle coalizione e le garantisse, poi sostenerla con convinzione, e il vantaggio si sarebbe trasformato in vittoria. Invece, il tuo partito a livello locale, nell’errata convinzione di vincere comunque, ha gestito i suoi appetiti in maniera talmente avida e maldestra, che si rischia quasi certamente di perdere”.
“La scelta che pare si sia ridotta a Terrile, espressione della tua linea ma non popolare, e Romeo, giovane ma spinto dalla vecchia guardia, è distruttiva, nella logica prima ancora che nel risultato. Ha il solo pregio di gettare la maschera su un partito che a livello locale, coi vari Margini, Tullo, Burlando e un humus in cui Orlando è stato subito risucchiato, e di cui un giovane come D’Angelo è imbevuto fino al midollo, sembra non avere il proposito di vincere e governare, non diciamo quello di trasformare la società…, ma solo gestire le proprie posizioni senza interferenze. E di cui ti chiediamo di liberarci”.
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