La controversa uccisione dell’orso M91 in Trentino: gestione della fauna o vigliaccheria?
La notte scorsa, nella tranquillità del suo letargo, l’orso M91 è stato abbattuto dagli agenti del Corpo Forestale Trentino nel comune di Sporminore, Val di Non.
La decisione, autorizzata dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è stata giustificata con l’obiettivo di tutelare la sicurezza pubblica, in base alla legge provinciale 9/2018 e al Pacobace (Piano Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali).
Anche il caso di M91, maschio di poco più di due anni considerato “confidente”, solleva molteplici interrogativi e polemiche sulla gestione della fauna selvatica.
Esattamente come era accaduto per l’uccisione degli altri esemplari: dall’anno 2000 si contano quasi 70 eliminazioni.

L’orso M91 pericoloso perchè confidente
Secondo le autorità, M91 era considerato pericoloso per aver seguito a lungo una persona nell’aprile scorso e per aver frequentato centri abitati durante l’estate e l’autunno, nutrendosi dai cassonetti non protetti.
Questi episodi sono stati sufficienti per classificare l’orso al grado 16 su 18 nella scala di pericolosità del Pacobace.
Tuttavia, le circostanze raccontano una storia diversa. Ad aprile, il giovane orso si era avvicinato a un turista che, invece di mantenere la calma, lo aveva aggredito con pietre e un bastone.
Nonostante l’incontro agitato con l’umano, M91 si era allontanato senza mostrare comportamenti aggressivi.
Anche le incursioni nei centri abitati potrebbero essere attribuite a una gestione inadeguata dei rifiuti, mai protetti con dispositivi anti-orso.
L’on. Michela Vittoria Brambilla: “Una prassi inaccettabile”
L’uccisione di M91 ha scatenato un’ondata di indignazione tra le associazioni animaliste e i politici critici verso la gestione della fauna selvatica da parte della Giunta trentina.
L’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha definito l’abbattimento “una prassi inaccettabile” e ha promesso di procedere in sede giudiziaria.
Ha poi accusato Fugatti di agire in modo autoritario, impedendo alle associazioni di presentare ricorso al TAR attraverso decreti firmati e attuati in tempi record.
Brambilla prosegue così la sua nota: “Quanto avvenuto questa notte è l’ennesima dimostrazione dell’ossessione dei politici trentini per gli orsi: per chi ama gli animali e passa la propria vita a difenderli e per la stragrande maggioranza degli italiani che è contraria alla loro uccisione tutto ciò è inaccettabile!”.
“Il presidente Maurizio Fugatti e la sua giunta hanno agito d’imperio, abbattendo M91 poche ore dopo l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso.
Si tratta di una prassi inaccettabile che deve finire una volta per tutte.
Come prima firmataria della legge Brambilla che, finalmente, punisce severamente chi maltratta, uccide, o fa del male agli animali ritengo del tutto inaccettabile che, in questi casi, siano proprio le istituzioni a dare il cattivo esempio: gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello Stato e come tali vanno tutelati, non ammazzati.
Tanto più che ci sono metodi incruenti per gestirli, come l’installazione di cassonetti dei rifiuti umidi anti-orso, la creazione di aree protette, corridoi faunistici e adeguata segnaletica: azioni che la Provincia di Trento, colpevolmente, non ha mai attuato adeguatamente.
Con la nostra Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente procederemo con tutte le azioni possibili in sede giudiziaria”.
Massimo Vetturi della LAV: “Metodo antidemocratico”
Massimo Vitturi, responsabile della LAV per i grandi carnivori, ha parlato di un “metodo antidemocratico”, sottolineando come l’orso non abbia mai risposto in modo aggressivo alle provocazioni umane e rappresentasse, semmai, un esempio di comportamento tollerante.
La gestione della sicurezza pubblica, secondo Vitturi, non passa attraverso l’eliminazione degli orsi, ma tramite l’applicazione rigorosa delle indicazioni scientifiche, che includono la prevenzione e la convivenza tra uomo e fauna selvatica.
“Ancora una volta Fugatti ha firmato un provvedimento ammazzaorsi nella notte e l’uccisione è stata comunicata poche ore dopo, praticando un metodo anche antidemocratico – dichiara Vitturi – rendendo così impossibile alla LAV di rivolgersi al TAR per chiedere la sospensione di un decreto tanto sanguinario quanto assurdo perché ha condannato a morte un orso che doveva invece essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo.
Fugatti con la sua politica orsicida e la volontà di impedire la convivenza tra umani e selvatici, più volte dimostrata nel corso degli anni, continua a rappresentare il principale pericolo per i cittadini trentini.
La tutela della sicurezza delle persone – conclude Vitturi – non si realizza con l’uccisione degli orsi, ma solo attraverso la scrupolosa applicazione delle indicazioni scientifiche, alle quali però Fugatti e i suoi sodali sembrano essere del tutto refrattari”.
L’orso M91 abbattuto: l’ennesima uccisione dopo M90 e KJ1
L’uccisione di M91 non è un caso isolato: segue quelle degli orsi M90 e KJ1, abbattuti rispettivamente a febbraio e luglio 2024.
Questi episodi delineano un quadro che, secondo molti, riflette l’incapacità politica di gestire un equilibrio tra tutela della sicurezza umana e conservazione della biodiversità.
La strategia adottata in Trentino, criticata anche da esperti indipendenti, sembra privilegiare la rimozione fisica degli animali considerati problematici rispetto a un approccio integrato e scientifico alla gestione della fauna.
Gli stessi cassonetti anti-orso, misura fondamentale per prevenire comportamenti confidenti, non sono stati installati in molte aree della regione.
Una ferita per la biodiversità
M91, come altri orsi abbattuti, era parte di una popolazione simbolo della biodiversità alpina. Con Cop16, il summit sulla biodiversità che si terrà a Roma nel 2025, questa vicenda diventa un tema imbarazzante per un Paese che si presenta come paladino della tutela ambientale.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle, attraverso il Comitato Pianeta 2050, hanno annunciato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo spiegazioni sull’abbattimento.
“Cosa racconteremo al mondo? Che siamo il Paese che vuole sterminare la biodiversità?”, si interrogano i deputati, auspicando un cambio di rotta nelle politiche di gestione della fauna.
Non si gestisce così la fauna selvatica
L’uccisione di M91 è un episodio che solleva interrogativi non solo sulla gestione della fauna selvatica, ma anche sui valori morali e politici di una società che fatica a trovare un equilibrio tra sicurezza e rispetto per la natura. L’abbattimento di un giovane orso in letargo non può essere giustificato come misura di prevenzione, ma appare come un fallimento di politiche che avrebbero dovuto evitare questa tragica conclusione.
La speranza è che questa vicenda possa rappresentare un punto di svolta, spingendo verso una gestione più etica e scientifica della convivenza tra uomo e fauna selvatica, affinché episodi come questo non si ripetano.
Anche perchè, come ha ricordato un attivista: “Non è la natura a invadere il nostro spazio, siamo noi a dover rispettare il suo.”
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