Continuano le polemiche sulla nuova diga di Genova, dopo che – malgrado le dichiarazioni delle autorità competenti impegnate negli ultimi mesi a negare ritardi nel cronoprogramma dell’opera – i tecnici dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale hanno dovuto ammettere che in effetti i lavori sono indietro rispetto a quanto previsto.
«La fisiologica attività di apprendimento rispetto alla realizzazione dei cassoni nonché le condizioni meteomarine particolarmente avverse hanno rallentato le fasi costruttive dei cassoni per la diga foranea», hanno dichiarato ieri per iscritto per rispondere alle domande dei giornalisti sulle opere del programma straordinario delle infrastrutture. «L’operatore economico sta predisponendo un cronoprogramma aggiornato che prevede il riallineamento della tempistica traguardando in ogni caso il termine stabilito a novembre 2026».
Diga di Genova, qual è l’entità dei ritardi dei lavori
Un’ammissione che smentisce dunque quanto dichiarato dai soggetti istituzionali coinvolti, che da marzo interrogati sulla situazione della diga hanno sempre negato eventuali ritardi. I tecnici non svelano l’entità del ritardo, ma è certo che si è ben lontani dai 12 cassoni che avrebbero dovuto essere posati sul perimetro della nuova diga entro la fine del 2024, secondo il progetto. L’opera ne prevede 90, quindi il ritardo potrebbe scatenare un effetto domino consistente.
Situazione analoga per le colonne di ghiaia che dovrebbero dare stabilità al basamento su cui poggia la diga: «L’avanzamento attuale di completamento delle colonne è superiore al 21% rispetto alla previsione del 34%», scrive ancora l’Autorità di sistema portuale. «La fase iniziale dell’opera ha previsto maggiori tempi per la taratura degli strumenti e la messa a punto dei delicati “Vibroflot”. L’impresa sta elaborando un nuovo cronoprogramma per ottimizzare e riallineare i tempi».
Secondo l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, in ogni caso, il consorzio PerGenova Breakwater guidato da Webuild è determinato a recuperare i ritardi nell’esecuzione dei lavori per realizzare la nuova diga foranea di Genova, in modo che la data di fine lavori rimanga confermata a novembre 2026.
«L’impresa», conclude la nota, «ha confermato l’inserimento a breve di un ulteriore mezzo marittimo per riallineare il cronoprogramma». Come si tradurrà sui costi dell’opera questo ritardo e questo ulteriore impiego di mezzi, rimane da capire.