Esattamente trentacinque anni fa, il 9 Novembre 1989, cadeva il muro di Berlino. Uno degli esperimenti sociali più opprimenti mai realizzati nei confronti della popolazione civile. Antifaschistischer Schutzwall, la “Barriera di protezione antifascista” come era stato definito, aveva letteralmente spezzato in due la città, le famiglie, la storia.
La costruzione
Il muro era stato voluto dal governo della Germania orientale nell’estate del 1961 per dividere la Berlino dell’Est da quella dell’Ovest ed impedire la libera circolazione delle persone verso la parte occidentale del paese. Nel periodo successivo al termine della II Guerra Mondiale, la Germania venne divisa in due stati, la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca. Berlino si trovava nella parte orientale, ma le potenze vincitrici si accordarono per occuparla congiuntamente. Attratti dalle migliori condizioni di vita e di lavoro, molti abitanti della parte orientale si trasferirono verso la parte occidentale della città, fin quando il numero dei lavoratori divenne talmente alto (si contarono circa 1.000 trasferimenti al giorno), che l’allora leader sovietico Nikita Krushev diede il consenso per la costruzione del muro. Più di due milioni di tedeschi dell’Est si erano infatti trasferiti a Berlino Ovest e questo per il governo non era sostenibile.
I lavori nella notte
I lavori iniziarono nella notte tra il 12 e il 13 Agosto. Il muro era lungo 155 Km e alto 3,6 metri. Filo spinato, corrente ad alta tensione e torrette di controllo divisero a metà la città, dalle case alle scuole; le metropolitane di superficie e sotterranee vennero interrotte, qualsiasi collegamento fu sospeso e divenne impossibile oltrepassare la linea.
Dopo la costruzione i trasferimenti si ridussero in maniera drastica, e moltissimi furono i tentativi di varcare il confine, costantemente sorvegliato da guardie armate con l’ordine di sparare a chiunque volesse oltrepassarlo. Tra il 1961 e il 1989 circa 5.000 persone riuscirono a fuggire da Est a Ovest. I cittadini dell’Est tentarono con i mezzi più disparati di oltrepassare il muro, dai tunnel sotterranei alle mongolfiere, dalle automobili con doppio fondo, agli aerei ultraleggeri, e molti di loro persero la vita nel tentativo di raggiungere la libertà.
Verso il crollo
Fin quando, nella seconda metà degli anni ’80, la politica riformatrice di Michail Gorbacev, alla guida dell’URSS dal 1985, favorì il crollo del regime comunista già in crisi e tra la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre 1989 si moltiplicarono le manifestazioni in nome della libertà di movimento, di stampa, di opinione. Il 9 Novembre 1989 migliaia di berlinesi dell’est e dell’ovest iniziarono ad abbattere il muro con picconi, martelli e qualsiasi altro mezzo di fortuna, e riabbracciarono festeggiando i loro cari al di là del muro.
Un evento epocale
Un evento di portata epocale: la fine della divisione non solo tra gli abitanti di Berlino, ma tra l’Europa dell’Est e l’Europa dell’Ovest. Era stato il simbolo della guerra fredda e della divisione del mondo in due blocchi: i regimi comunisti a est e i paesi democratici a ovest. Per 28 anni due modelli di vita contrapposti: la libertà e la vivacità di Berlino Ovest e la severità e il rigore di Berlino Est.
La fine della della Guerra Fredda
La caduta del muro segnò la fine della Guerra Fredda e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Un popolo si riprendeva la sua città e la sua storia. Poco dopo venne avviata la riunificazione dell’intera Germania, ufficializzata il 3 ottobre 1990, con l’annessione dei Lander dell’est alla Germania dell’ovest.
Oggi, a distanza di trentacinque anni, Berlino è una splendida città, simbolo della ricostruzione e del cambiamento, che si prepara a celebrare e festeggiare l’anniversario dell’abbattimento del muro con un concerto che riunisce più di cento musicisti, che si esibiranno in uno spettacolo lungo i quattro chilometri che un tempo segnavano il tracciato del muro nel centro della città, tra Alexanderufer e Zimmerstraße, suonando contemporaneamente su cinque palchi diversi. La Band For Freedom presenterà una scaletta di canzoni legate al tema della libertà, si terranno conferenze, incontri, letture e attività interattive per ricordare la riunificazione e mandare un messaggio di pace in un periodo storico in cui pur non esistendo una netta divisione degli schieramenti come allora, ma un delicatissimo e precario equilibrio di forze, tutti ne abbiamo bisogno.