Secondo l’ultimo report dell’Istat sul benessere equo e sostenibile dei territori, la città di Genova è l’ultima tra quelle dell’Italia settentrionale per livello di raccolta differenziata, con una percentuale inferiore di quasi il 15% rispetto alla media nazionale delle città metropolitane. A differenza di altri capoluoghi virtuosi come Venezia (72,1%), Bologna (69,3%), Firenze (68,5%), Milano (68,3%) e Torino (62%), Genova ha infatti raggiunto un risultato simile ad altre città particolarmente problematiche come Roma (52,3%) e Napoli (50,6%), diventando l’eccezione negativa del Nord Italia.
Per quanto la Superba non sia stata la peggiore a livello nazionale, con Reggio Calabria e Palermo ferme rispettivamente al 42,6% e al 34,9%, questo dato evidenzia una situazione emergenziale che non può più essere presa sottogamba. Girando per le strade del capoluogo ligure, da via San Benedetto alle aree più periferiche, spesso risulta difficile trovare i cassonetti giusti per fare una corretta raccolta differenziata. Molti contenitori risultano infatti danneggiati, abbandonati all’incuria o così pieni da attirare animali di ogni tipo, dai ratti a gabbiani e cinghiali.
Oltre ad una massiccia e ben più mirata responsabilizzazione dei cittadini servirebbe dunque una strategia efficace per rendere la raccolta differenziata effettivamente più semplice a Genova. E per quanto nulla sia davvero irrecuperabile, un gap così ampio rispetto alle altre città metropolitane vicine richiede un intervento immediato e urgente per evitare un peggioramento che nuocerebbe ulteriormente all’ambiente.