Elezioni USA, Trump ottiene la maggioranza assoluta

Elezioni USA, Trump ottiene la maggioranza assoluta

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Dopo le elezioni di ieri sera, sta procedendo il conteggio dei voti negli stati americani in bilico che potrebbero determinare l’esito delle elezioni USA: sembra ormai certo che Donald Trump sarà il 47° presidente, poiché conduce lo spoglio per 277 grandi elettori contro i 224 di Kamala Harris, sopra la maggioranza necessaria per decretare la vittoria.

Il sistema di voto americano per il presidente, ricordiamo, non assegna la vittoria sulla base del voto individuale, ma in base a delegati (senatori, deputati e rappresentanti del Distretto di Columbia in cui si trova la capitale americana, Washington) determinati proporzionalmente in base alla popolazione. Può capitare quindi che pur ottenendo il maggior numero di voti, un candidato non si garantisca l’elezione (è successo sia a Hillary Clinton nel 2016 contro Donald Trump e poi proprio allo stesso Trump quattro anni dopo contro Joe Biden).

Gli stati in bilico, Trump in vantaggio

Inoltre, molti stati sono storicamente assegnati e si prevede con quasi assoluta certezza come voteranno, per cui l’elezione si gioca soprattutto nei cosiddetti “swing states”, dove l’esito è più incerto. Gli occhi americani e del mondo in questo momento dunque sono puntati in particolare su Arizona, Nevada, Wisconsin e Michigan, che sono in bilico e stanno completando lo spoglio.

I giochi, tuttavia, sembrano fatti: la Georgia e la Pennsylvania sono passate dai democratici ai repubblicani, rispetto alle ultime elezioni, e pochi minuti fa anche il Wisconsin ha confermato la vittoria di Donald Trump nelle sue circoscrizioni, ottenendo altri 10 delegati. Avendo superato la maggioranza numerica necessaria, 270 voti, il candidato repubblicano sarà il prossimo presidente degli USA.

Le prime dichiarazioni di Trump

Donald Trump, in ogni caso, si era intestato la presidenza nel momento in cui la Pennsylvania si è colorata di rosso. «Abbiamo salvato l’America», ha dichiarato, «stanotte abbiamo fatto la storia».

Il primo discorso nella notte di Trump ha infiammato i suoi sostenitori: «Non inizierò le guerre, le fermerò, per quattro anni non abbiamo avuto guerre…abbiamo sconfitto l’Isis». E ancora: «Dio mi ha risparmiato la vita per un motivo» ha detto Trump riferendosi all’attentato di luglio. «E quella ragione era salvare il nostro Paese e riportare l’America alla grandezza. Ora porteremo a termine questa missione insieme». Trump inoltre ha dedicato un lungo elogio a Elon Musk definendolo un «super genio» e sostenendo che il servizio satellitare Starlink di Musk ha contribuito a salvare «molte vite» durante l’uragano Helene, che ha devastato il sud-est degli USA in ottobre. «Ho detto: “Elon ne hanno davvero, davvero bisogno in North Carolina. Puoi farlo?”. Lui è un personaggio, è un ragazzo speciale, è un super genio. Dobbiamo proteggere i nostri geni, non ne abbiamo così tanti».

Il supporto di Musk si è rivelato fondamentale nella corsa alla presidenza di Trump. Il proprietario di Tesla e X solo nell’ultimo mese, hanno osservato alcuni analisti, ha dedicato almeno cento messaggi al giorno a supporto della campagna repubblicana, contribuendo a diffondere e cementare anche diverse fake news. Il multimiliardario non nasconde di aspettarsi un ruolo strategico alla Casa bianca.

Le preoccupazioni internazionali in merito a un nuovo mandato Trump

Sia in campo diplomatico che economico, le promesse di Donald Trump in campagna elettorale destano molti dubbi. Il repubblicano si è impegnato a tagliare il supporto all’Ucraina, definendo il conflitto in Europa una questione che non riguarda l’America, mentre sul fronte mediorientale vuole aumentare il supporto indiscriminato a Israele, più che legittimato – a suo dire – nelle operazioni belliche in corso a Gaza e in Libano.

Trump ama definirsi un pacificatore e un risolutore di conflitti, sebbene la sua determinazione a tirare fuori gli USA dalle operazioni militari internazionali non sembri considerare le conseguenze sui territori coinvolti. Ne è un esempio l’accordo sancito a Doha con i principali capi talebani, che non prevedeva nessuna forma di protezione per la popolazione civile afghana, in particolare per le donne e le minoranze. Anche i rapporti con la Nato potrebbero diventare complessi, se gli Stati Uniti togliessero le proprie forze militari.

Anche la promessa di difendere l’economia e la produzione americane, tuttavia, dovrebbe preoccupare molti Paesi tra cui l’Italia. Trump infatti ha promesso di mettere nuovi dazi e imposte per scoraggiare le importazioni dall’estero e favorire il mercato interno. Una notizia che, se si tradurrà in realtà, potrebbe compromettere una relazione importante per l’economia italia. L’export del Made in Italy verso la terra delle libertà vale almeno 67 miliardi di euro l’anno, considerando anche che l’Italia è il primo esportatore europei per le micro e le piccole imprese. Considerando le perdite sul mercato russo dal 2022, ossia dall’inizio della guerra in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni, ridurre le esportazioni sul mercato americano potrebbe essere un nuovo duro colpo per l’economia italiana.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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