Passeggiando per il centro storico di Genova, così come in altre città italiane, europee ed extra-europee, non è difficile imbattersi nelle key box, vere e proprie cassettine protette da codice di sicurezza che contengono le chiavi di appartamenti turistici e case vacanza. Questi dispositivi, adottati da un numero crescente di proprietari per offrire al cliente un check-in più immediato e autonomo, sono però finiti al centro della polemica dopo la mozione n.95/2024 del consigliere Valter Pilloni.
Il firmatario del documento e il collega Nicholas Gandolfo avrebbero infatti richiesto al sindaco e alla giunta di valutare un’ordinanza per vietare le key box sulla scia di Camogli e di altre città europee e d’oltre Oceano. La mozione sarebbe dunque finalizzata alla tutela del decoro, dell’immagine e della sicurezza della città, impedendo sia ai proprietari di eludere i controlli fiscali sia al crimine organizzato di approfittare dei contenitori per nascondere o spacciare dosi di stupefacenti.
Il vero problema su cui i key box hanno puntato i riflettori è però quello dell’aumento degli affitti brevi in città sempre più turistiche. Al di là delle questioni legate a questi dispositivi, sempre più diffusi nel centro storico genovese dalla Maddalena alla zona del Molo, ciò che preoccupa maggiormente è la crescita esponenziale di appartamenti per turisti e la conseguente riduzione di immobili per cittadini, studenti e trasfertisti.
Trovare un affitto abbordabile sta infatti diventando sempre più complesso mentre la maggior parte degli immobili disponibili nel centro storico è stato riconvertito in case vacanze. Il motivo? Un guadagno più elevato in un periodo decisamente più breve rispetto ad un affitto tradizionale.
Gli effetti della gentrificazione
La graduale e inesorabile trasformazione dei quartieri popolari cittadini in aree destinate ai numerosi turisti in arrivo ogni giorno all’ombra della Lanterna ha degli effetti devastanti che vanno ben oltre il mercato immobiliare. Dinnanzi ad una presenza di visitatori “mordi e fuggi” sempre più massiccia, anche il costo della vita aumenta, dai prodotti dei negozi al cibo e agli altri beni di prima necessità.
In risposta a questo drammatico cambiamento dell’ecosistema cittadino a Genova e in tantissime altre città italiane, la maggior parte dei residenti o delle persone che si trasferiscono per motivi di lavoro o studio tende dunque ad allontanarsi sempre più dal centro storico alla ricerca di prezzi maggiormente sostenibili.
Alla luce di ciò, le key box si configurano dunque come la punta di un iceberg ben più grande e pericoloso che minaccia Genova, così come tante altre città del paese, e molteplici categorie, dai commercianti ai cittadini residenti, richiedendo quanto prima una soluzione efficace. Da un uso mirato della tassa di soggiorno a misure in grado di creare una rete di persone specializzate nell’assistenza dei turisti, numerose potrebbero infatti essere le misure da adottare per risolvere questo problema particolarmente sofferto.