Derby della Lanterna, vince la Samp ma la giornata di scontri offusca lo sport

Derby della Lanterna, vince la Samp ma la giornata di scontri offusca lo sport

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C’è ben poco da festeggiare per il derby che si è giocato ieri a Genova, a prescindere dal risultato, per la giornata di scontri in strada tra i rami più accesi delle tifoserie di Samp e Genoa, che si sono dati appuntamento sia prima che dopo la partita. Si temeva da diversi giorni che il primo derby giocato tra le due genovesi dal 2022 avrebbe costituito un’ottima occasione per trasformare un momento di sport e di sana rivalità in una rissa come quella avvenuta lo scorso maggio.

La vittoria ai rigori della Samp sul Genoa, che vale il passaggio di turno in Coppa Italia (dove incontrerà la Roma agli ottavi) è passata infatti in secondo piano dopo che, al termine della partita, un gruppo molto folto di sostenitori blucerchiati, «circa 300 individui, ha assalito con bastoni, mazze, transenne e segnali stradali un cordone di polizia con chiari intenti violenti. Diversi colleghi sono rimasti feriti, due di loro in modo particolarmente grave, uno dei quali con la frattura di tre costole. A entrambi diagnosticata una prognosi di 30 giorni», ha dichiarato il segretario generale del sindacato di polizia Sap, Stefano Paoloni.

Pe ora si contanto 3 arresti, tra cui un tifoso doriano che ha aggredito un poliziotto in Corso De Stefanis durante la partita e due cittadini di Marsiglia (la frangia ultrà della squadra francese è legata ai tifosi del Genoa). Il derby potrebbe dunque aver richiamato tifosi violenti anche da oltre il confine. Al momento le Forze dell’Ordine stanno vagliando la posizione di altri dieci francesi, di cui cinque minorenni.

Gli scontri prima del derby

La paura che la rivalità potesse assumere toni violenti era nell’aria già da diversi giorni. Le due tifoserie – che si pensa abbiano fatto delle prove nel corso della settimana – si sono scontrate già dal primo pomeriggio. Poco prima delle 14 a Ponte Serra alcuni sostenitori genoani – insieme agli “amici” marsigliesi” hanno tentato di sfondare la zona di prefiltraggio davanti alla Curva Sud. Dal lancio di bottiglie di birra alle bombe carta e ai fumogeni, la situazione era così accesa che le forze dell’ordine hanno preferito chiudere le strade intorno a Ponte Serra per la sicurezza dei passanti. Un tafferuglio da mezz’ora o poco più, ma un sintomo inequivocabile di ciò che sarebbe successo qualche ora dopo.

L’esposizione delle bandiere rubate e gli scontri a fine partita

A infiammare la situazione anche l’esposizione degli striscioni rubati alla tifoseria sampdoriana mesi fa e quasi certamente introdotti al Ferraris da settimane, per evitare i controlli di stasera. Le “spoglie” rubate sono state sorrette da quattro sostenitori del Genoa in felpa bianca e col volto coperto, irriconoscibili. La Sud ha risposto con cori al grido di “infami”, per poi issare un lenzuolo bianco con scritto «Nessun onore per le bandiere che da ladro scortato hai rubato. Questa l’hai persa quando ti abbiamo picchiato».

Malgrado tutti gli striscioni rimossi in pochi minuti, la sfida ormai era partita e nemmeno la presenza dell’elicottero della polizia sullo stadio e sul quartiere di Marassi ha fatto da deterrente, così come i mezzi blindati e dotati di idranti.

Al termine della partita, dopo le 23:30, sono scoppiati disordini nelle strade intorno allo stadio. Secondo le informazioni finora raccolte sarebbero stati i tifosi blucerchiati a ingaggiare per primi con la Polizia, per sfondare il cordone a dividerli dai genoani, come anche riportato dal sindacato. Gli idranti si sono rivelati necessari per spegnere le fiamme appiccate ai cassonetti di via Bobbio.

Il bilancio dei feriti

Si contano per ora almeno 38 persone assistite nei Pronto Soccorso genovesi, di cui 26 tra poliziotti e carabinieri e 12 tifosi. L’Ospedale San Martino ha comunicato che il lavoro ordinario dei professionisti del suo Pronto Soccorso si complicato non poco per accogliere e medicare gli agenti feriti negli scontri, di cui 15 uomini della Polizia di Stato e 11 militari dell’Arma dei Carabinieri. Tutti i pazienti in questione sono stati dimessi con prognosi variabili. Oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine, il San Martino si è occupato anche di 3 civili coinvolti, tre uomini di rispettivamente 32, 34 e 19 anni.

«Le Direzioni del Policlinico ringraziano sentitamente i professionisti operativi presso il Pronto Soccorso nel corso della lunga giornata di ieri, esempi di dedizione e abnegazione, capaci di fronteggiare un iper afflusso derivante da quanto accaduto nei pressi dello stadio senza minimamente impattare sulla regolare attività del Pronto Soccorso», riporta la nota dell’Ospedale.

Scontri al derby, necessario un giro di vite sulla sicurezza?

«Questi», aggiunge Paoloni, «non sono tifosi ma violenti che meritano di non partecipare più alle manifestazioni sportive. I nostri colleghi hanno riportato gravi ferite, ma possiamo dire che non hanno rischiato solo la loro incolumità ma la propria vita. Auspichiamo che coloro che sono stati identificati rispondano pienamente e senza attenuanti delle loro azioni. Anche per questo ci auguriamo che il Ddl sicurezza, approvato alla Camera e adesso in esame al Senato, che prevede sanzioni più gravi per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale, venga approvato celermente. Auspichiamo, inoltre, che la Questura voglia effettuare una verifica sulla gestione del servizio, visto che così pochi agenti sono stati lasciati in balia di centinaia di violenti. Esprimiamo ai colleghi feriti, che con grande spirito di servizio hanno affrontato questi violenti, la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione».

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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