Tutte le candidature e le liste alle regionali della Liguria Sanità, tema caldo in campagna elettorale, Alisa nel mirino

Sanità, tema caldo in campagna elettorale, Alisa nel mirino

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Non c’era dubbio che uno dei temi più caldi della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione regionale sarebbe stata la sanità: problemi come i tempi di attesa per esami diagnostici spesso superiori ai diciotto mesi e la carenza di personale negli ospedali sono sentiti da buona parte della popolazione ligure – anche considerando l’alta età media della Liguria.

Dopo la prima entrata a gamba tesa di Bucci sulla questione, che un paio di giorni fa ha dichiarato di avere già la ricetta per risolvere i tempi per gli esami – far funzionare i macchinari 18 ore al giorno, non è chiaro però con che personale, visto che gli operatori degli ospedali sono all’osso in molte realtà e sono già molto spesso in regime di straordinario – la maggioranza uscente cerca di correggere il tiro per cercare l’appoggio dell’elettorato sul tema. È difficile contestare lo status quo quando però si governa da nove anni un ente pubblico.

Così Matteo Rosso – coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – ieri nel corso della conferenza stampa per presentare i candidati del partito alle elezioni regionali ha puntato su un problema molto discusso dalla sua creazione, chiedendo al candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Liguria Marco Bucci di cambiare rotta su Alisa rispetto alla Giunta Toti.

Alisa, cruccio e dolore della sanità ligure, sarà un argomento vincente in campagna elettorale?

Alisa – Azienda Ligure Sanitaria – è effettivamente una struttura che dalla sua creazione ha destato dubbi sia nelle opposizioni che in molti cittadini. Poiché la sanità è una competenza regionale, infatti, fin dalla sua partenza si è contestato il potenziale spreco di risorse andando a creare un doppione dell’assessorato stesso. Una critica che Matteo Rosso ha fatto sua: «La prima cosa da fare nella sanità, se il centrodestra continuerà a governare la Regione Liguria, è rivedere il ruolo dell’Azienda ligure sanitaria, Alisa oggi è un doppione dell’assessorato e non serve a nulla, Alisa è il vulnus della sanità ligure, dovrebbe coordinarla ma non lo fa, potremmo avere cinque Asl e un assessorato che funzioni in modo forte per avere una regia complessiva», ha dichiarato in conferenza stampa.

«Credo che la svolta importante per la sanità ligure è dare a un assessore forte con una macchina dell’assessorato forte la capacità di governare la sanità ligure», continua Rosso, in quanto «da vent’anni abbiamo un sfilacciamento, le Asl spesso non si parlano tra loro, ritengo che non si possa più avere Alisa e un assessorato alla Sanità, non sai mai di chi sono le colpe ed è uno scaricabarile, l’assessorato deve decidere e comandare».

Alla domanda del rappresentante di FdI, però, e al rincalzo dei cronisti se prevede la chiusura di Alisa, Bucci ha nicchiato: «Non posso rispondere adesso, prima faccio il presidente poi vediamo, il programma l’ho già detto qual è, certamente ai cittadini non interessa Alisa, ai cittadini interessano i servizi, dall’azzeramento delle liste d’attesa ai nuovi ospedali, dai pronto soccorso alla motivazione del personale sanitario».

I problemi del centrodestra in campagna elettorale

La presa di posizione su Alisa è un segno evidente del problema del centrodestra in questa campagna elettorale: elogiare da un lato il grande cambiamento portato in Regione, limitando però l’idea che si proseguirà in continuità assoluta con la giunta di Toti. Con il patteggiamento in sospeso – l’udienza di conferma dovrebbe tenersi dopo le elezioni – i partiti attualmente di maggioranza si sono tolti lo spauracchio del processo incombente, tuttavia sono molti i cittadini che esprimono perplessità sulla candidatura di Bucci.

Il sindaco di Genova e l’ex governatore si sono sempre fregiati di lavorare in ottima sinergia e su una linea comune, in tanti in Liguria si chiedono quanto in comune, alla luce delle notizie di cronaca emerse da maggio.

Alisa dunque si presta bene per la comunicazione del centrodestra: una struttura percepita da molti come non necessaria, un possibile “poltronificio”, che a oggi non ha inciso in modo significativo sui problemi della sanità ligure.

La replica dell’assessore alla Sanità Gratarola su Alisa

Tuttavia, chi fa parte della maggioranza uscente si dichiara d’accordo ma difende le scelte prese finora. Anche perché Alisa non è una eredità ricevuta dalle precedenti amministrazioni, ma una creatura totiana, lanciata nel 2016 (all’epoca della Sanità era assessore Sonia Viale, Lega). Non poteva dunque mancare la replica dell’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola, sul tema, che si è detto «in linea con quanto dichiarato dall’onorevole Matteo Rosso con il quale da tempo è in atto un’ interlocuzione proficua sui temi sanitari. Dobbiamo adattare Alisa ai cambiamenti che avvengono nel tempo».

«Credo che resti necessaria, come in altre regioni, la presenza di una struttura, anche sottoforma di agenzia», continua Gratarola, «che sia di supporto in termini di analisi dei dati propedeutici alla programmazione, di rielaborazione dei dati epidemiologici utili anche ai fini della prevenzione, che si avvalga dei Diar, che contenga la funzione per l’accreditamento e l’autorizzazione di tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie della regione, la struttura della politica del farmaco necessaria alla razionalizzazione e omogenizzazione dell’impiego di questi ultimi su tutto il territorio regionale e altre funzioni tecnico scientifiche a supporto della stessa Regione».

Gratarola, «il Covid ha inciso sulla progettualità di Alisa»

Secondo Gratarola è fondamentale che la struttura dell’Agenzia sanitaria non sia «l’alter ego dell’assessorato ma al servizio dell’assessorato e del Dipartimento Salute. Alisa, l’azienda sanitaria ligure, sorge nel 2016 con una legge istitutiva dalla necessità di riorganizzare e uniformare le attività degli ospedali e le Asl del servizio sanitario regionale al fine di garantire l’equità di accesso ai servizi e alle prestazioni da parte di tutti i liguri. Tuttavia a causa della pandemia Covid i cambiamenti più significativi sono avvenuti dal 2020, mutando le priorità di tale azienda e mettendo a dura prova il servizio sanitario. Credo che sia giunto il momento che Alisa cambi pelle, riadattandola alle nuove necessità e ai bisogni della sanità ligure».

Meno accomodante con i colleghi consiglieri Sonia Viale, che rivendica la “sua” creatura e non ci sta a sentir scaricare tutte le colpe su Alisa. La nota pubblicata da Viale in merito:

«Oggi in Liguria il problema della sanità non è avere o meno Alisa, ma saper organizzare al meglio e risolvere i problemi dei cittadini e di chi lavora in sanità. Dobbiamo ricordare che con Alisa, nel 2020, abbiamo azzerato il debito ereditato dalla sinistra e solo successivamente a causa del proliferare di cabine di regia ed anche a causa dell’impatto del Covid, siamo ritornati ad avere un disavanzo.

Questo dimostra che le Asl sono preziose, ma devono essere coordinate. L’azienda zero è presente in tantissime regioni, Veneto e Piemonte ad esempio, tra l’altro è stata anche recentemente confermata in Sardegna, governata dal centrosinistra. Tornare indietro all’epoca del mio insediamento, nel 2015, quando le ASL erano cinque repubbliche, nonostante l’assessorato fosse forte, non mi pare una grande innovazione a meno che non si vogliano accorpare le ASL, ma questo facciamolo dire al centrosinistra.

Oggi dobbiamo programmare la sanità tenendo presenti le criticità quali la riduzione delle liste di attesa,   per le quali lo stesso Governo si è impegnato recentemente e la sanità del territorio che deve essere rafforzata grazie al PNNR e al modello di integrazione ospedale territorio. Più che di Alisa vorrei che in questa campagna elettorale si dicesse di tornare a un assessore unico per le deleghe relative alla sanità e al sociale. Marco Bucci, che è sindaco, sa quanto sia importante che queste due competenze abbiano una visione e un’azione comune e non disgiunta, come è stato nel secondo mandato della Giunta di centrodestra». 

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (35 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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