Qui Altrove alla Ian Art Gallery

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QUI ALTROVE vorrei star? Non sono sicuro e mi metto a ballar che c’è di mal? QUI ALTROVE la vita è come una stella che brilla sul mar ed è allora che QUI ALTROVE comincio a dondolar. QUI ALTROVE a voi la scelta tanto il destino è con noi e non sbaglia. QUI ALTROVE grazie al cielo vedo gente che sogna.
E allora grazie al cielo alla Ian art Gallery, amici lettori di Liguria day eccoci QUI ALTROVE con una filastrocca astratta per 6 brave artiste che hanno esposto a Milano la loro arte in una esposizione dal 7 al 13 Luglio 2024, ognuna di loro con messaggi e linguaggi personali, opere dalle multi visioni mixate con tecnica e talento, aggiungendo quel tocco femminile che fa la differenza e che alimentando la nostra immaginazione ha permesso al visitatore di scavalcare quella linea di confine tra realtà e inconscio.

Tra le opere in mostra di ogni artista ne ho scelto una da descrivere raccontandovi le mie impressioni.



L’opera di Serena Rossi mi affascina è tattile, i colori sono giusti è equilibrata e sembra muoversi, l’opera non ha delimitazioni sfora lo spazio, rompe la consuetudine per accendere un emozione, io che mi trovo ad essa di fronte vedo il groviglio di stoffa e immagino le mani che l’hanno composta senza casualità o forse sì? In ogni caso le mani dell’artista al lavoro sapevano cosa dire, quel tessuto è vissuto racconta storie, ognuno cerchi la propria, Qui, Altrove.


L’opera di Elisabetta Oneta regala il contatto con la materia scultorea quasi grezza offrendo sensazioni per molti ormai dimenticate, il volto dipinto a metà, apparentemente incompiuto è perfetto nella sua imperfezione e l’insetto nel quale vedo l’occhio destro della donna non ho la sensazione che voglia volar via e neanche con la mano dell’osservatore scacciarlo ma che faccia pensare a qualcosa e penso “che quell’insetto senza parte delle ali sia una metafora dello sguardo?”.



Giuseppina Groccia in arte Gigro, la guardo attento e dico che mi piace l’inquadratura con il taglio in altro della fronte e in basso all’altezza dei fianchi, la forma è scomposta, sfocata, righe verticali come davanti ad uno specchio e già, il nostro sguardo è lo specchio dell’anima e il nostro corpo racconta di storie e kilometri percorsi, vite passate tra pianti e sorrisi, vedo un corpo comunque in movimento, c’è energia diffusa, il corpo si stacca dal fondo più scuro, mi viene incontro vorrebbe tendermi la mano e la testa lievemente reclinata è pronta ad abbracciarmi e non posso che lasciarla fare Qui Altrove che importanza ha?



Livia Spolverin in arte Marliv, della sua opera mi piace quel tocco ruvido, infantile ma spontaneo, lei non è la sola che lo ha utilizzato, capita a tutti coloro che sono liberi di agire, incondizionati da alcunché, nella testa con naturalezza vedono un mondo il loro ma che in fondo dovrebbe essere anche il nostro, chi non sa ridere e stupirsi della risata di un bambino sarà tristemente triste e la vita è troppo bella per sentirsi tali, perciò vedo le velature sulla tela e apprezzo l’artista che senza paura l’ha realizzata, tra l’altro con gran talento senza sbagliare una tonalità o un chiaroscuro, Qui Altrove vedendo quest’opera è bello sognare.



l’opera di Mitchell Adonri in arte Elle è di un bianco candido così luminoso, da parte dell’artista un tratto pulito, un tocco essenziale senza flash, senza troppi giri di colore, classe ed eleganza semplicità che ti attrae e ti dona serenità, tre sole tonalità, il rosso, il bianco, il verde ben dosati con naturalezza con essa una cornice di qualsiasi colore sarebbe intonata, ho capito che è la tua prima mostra benvenuta, la tua arte è uno di quei messaggi che forse molte volte manca.



Nadia Frasson in arte Bianca Macranè, ancora un altra opera dove il tessuto, la trama, la manualità è protagonista, un’opera dal formato fuori schema coinvolgendo l’osservatore in maniera più diretta, e poi di questa opera vedo l’anima, la voglia di dire, parlare, urlare ma senza foga isterica, urlare attraverso un linguaggio pacato che convinca, l’artista parla di preghiera e dice il vero, una preghiera può essere sottovoce oppure come una invocazione a voce alta verso il cielo perché qualcuno senta il dolore, la fede, la speranza, la non arrendevolezza al fato Qui Altrove l’artista è così che si esprime

Terminata la mostra c’è fiducia e certezza che la gente abbia recepito il messaggio degli artisti presenti, in un mondo assurdo l’arte parla di una prospettiva di pace Qui Altrove e con le prossime mostre il percorso della Ian Art Gallery non si ferma, possono cambiare i linguaggi, le tecniche, le misure, le dimensioni, il tratto, lo spessore ma in questa galleria amici lettori troverete sempre una prospettiva di pace ed è così che ci rivedremo alla prossima mostra, questo è sicuro.

La Ian Art Gallery di Milano ha presentato una nuova esposizione collettiva, intitolata “Qui, Altrove”, che mette in mostra sei artiste che esplorano il concetto di “altrove” attraverso la pittura e la fotografia.
Questo viaggio personale e introspettivo attraverso i propri lavori artistici offre un’invito a immergersi in mondi paralleli, realtà alternative e stati d’animo sconosciuti.
“QUI, ALTROVE.”
Mitchell Adonri
Nadia Enne Effe Frasson
Giuseppina Irene Groccia
Elisabetta Oneto
Serena Rossi
Marliv Livia Spolverin
7 – 13 Luglio 2024
Ian Art Gallery – Milano
Un progetto artistico ideato e curato da A.D. Iannotti.
ACCESSO ONLINE 24/7. ACCESSO ONSITE SU APPUNTAMENTO. PER INFO E RICHIESTE:
Facebook/Messenger
Email GALLERY@IAN-ART.NET
Instagram IANARTAGALLERY
(PARCHEGGIO GRATUITO)
Media Partnerships & Collaborazioni:
Art & Investments, Art & Investments Group, Arti Services, ContempoArte Magazine, Exit Urban Magazine, Ian Art Magazine, @Kings_miark, L’Artechemipiace, Serena Rossi Serenarossiartecontemporanea.it, Worldwide Art & Fashion, Justina Ebegbelumhen, Walter Festuccia, Olga Matsyna.


Serena prendi una penna e scrivi la prima cosa che ti viene in mente.
Mi mancano le lucciole a giugno e il profumo di gelsomino
Serena Rossi


Elisabetta secondo te a che ora è la fine del mondo?
90 secondi prima della mezzanotte dicono
Elisabetta Oneto


Gigro fai un tuffo in un mare di fantasia
Esiste un posto dove le parole non sono necessarie e le emozioni diventano lingua franca. Un mondo in cui si è liberi di sognare ascoltando suoni e vibrazioni e cibandosi gli occhi di colori e immagini. Non devo preoccuparmi del pensiero altrui ma sono libera di creare nuovi mondi e spazi senza confini e limiti. Un tuffo nelle pieghe della mia anima scoprendo verità che non sapevo di avere. Sono un’isola fluttuante nel mare della mia coscienza, con i pensieri e le emozioni che si muovono come le onde. Sono una finestra aperta sulla mia anima, che lascia entrare la luce e il vento del sogno. Qui non ho soluzioni da trovare o problemi da risolvere ma solo storie da raccontare. Qui ho cercato di estendere un invito a me stessa a riflettere sulla vita e sul mio desiderio di essere altrove, per un attimo o per sempre.
Come prati di fiori in primavera, i miei pensieri fioriscono nella libertà dell’immaginazione. In questo spazio l’arte è la mia guida , la mia salvezza. Qui scopro chi sono veramente
Giuseppina Irene Groccia


Marliv Qui altrove anche su Marte?
Marte mi incuriosisce! Ma temo che anche lì le donne possano non essere comprese e apprezzate. Fino a che tanti uomini non saranno abbastanza maturi da comprendere che la donna non è un proprio oggetto, ci saranno sempre troppe vittime di amori malati.
Marliv Livia Spolverin


Mitchell, la tua opera d’arte che un giorno tirerai fuori dal tuo cappello magico?
Ho iniziato da poco, le mie opere future saranno più grandi e più vicine alla moda, che è un altro dei miei interessi primari
Mitchell Adonri


Nadia e da domani?
E da domani ricomincio da adesso. Credo fermamente nel la capacità di rinascere, di ricostruirsi tipico dell’essere umano, soprattutto femminile. Le mie Preghiere, nate una in un momento perfetto di comunione con l’universo e l’altra dopo l’attentato nelle Rambas ne sono una testimonianza. Ora tutto è perfetto, un attimo dopo c’è solo dolore. Ma dal dolore ci si ricompone e si inizia a cicatrizzare, a mettere insieme energie per iniziare nuovamente, domani.
Nadia Frasson


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Info Walter Festuccia

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Walter Festuccia, Roma 16 Marzo 1958, diplomato come aiuto scenografo presso il Cine Tv di Via della Vasca Navale di Roma. Artista per natura, artigiano per tradizione, pittore, scrittore. Per il mio stile utilizzato nello scrivere, amo definirmi jazzista della parola, tutto di me è racchiuso in queste definizioni. La mia scrittura, anche se è apparentemente espressa in maniera ironica e demenziale, lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all'attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il mio linguaggio espressivo. Come pittore, l'astrazione, l'informalità e l'uso manuale e gestuale della materia sono il mio "io" dentro di me che quando dipinge o scrive si lascia guidare dalla passione e dall'immaginazione attraverso la quale riesco a "vedere" la scena e a "sentire" i dialoghi di ogni mio componimento. Firmo testi e opere come Walter Festuccia oppure Walter Fest.

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