Nel pomeriggio di ieri, martedì 2 luglio 2024, i comitati contrari al Rigassificatore hanno organizzato un incontro pubblico in piazza Sisto IV per dire no all’arrivo della Golar Tundra al largo di Vado Ligure. Alla protesta pacifica ha preso parte anche Greenpeace per fare il punto sui potenziali rischi ambientali di impianti di questo tipo, unendosi al grido di allarme dei cittadini e di chi sta facendo più del possibile per difendere il proprio territorio.
Alessandro Gianní, responsabile delle campagne di Greenpeace Italia, avrebbe poi invitato il governo a mettere fine alla trappola del gas e investire nelle energie rinnovabili per cercare di arginare gli effetti, ormai concreti e sempre più seri anche in Italia, del cambiamento climatico. All’incontro hanno preso parte anche Nicola Isetta, sindaco di Quiliano, Monica Giovannini, co-fondatrice del movimento ‘Fermiamo il mostro’, l’attore Giorgio Scaramuzzino e Franco Zunino, il portavoce del coordinamento dei comitati “No Rigassificatore”, tutti concordi con la posizione di Gianní e della popolazione locale.
La missione di Greenpeace
Immaginate infatti di piazzare questo ecomostro nel cuore del Santuario dei Cetacei, un’area fondamentale per la sopravvivenza degli esemplari di balene e delfini del Mediterraneo, due specie già in serio pericolo a causa dell’uomo. Gli effetti di questo progetto potrebbero essere dunque catastrofici, arrecando un grave danno all’ecosistema di una regione già vittima di speculazioni e politiche discutibili.
Per quanto le amministrazioni e le parti in causa, momentaneamente orfane del loro istrionico condottiero e commissario per il Rigassificatore Giovanni Toti, sembrano comunque decise a portare a termine il piano, Greenpeace Italia continuerà la sua missione il 4 e il 5 luglio al Porto Antico di Genova. Gli obiettivi principali dei prossimi eventi pubblici e delle visite alla nave rompighiaccio Arctic Sunrise sono due: mostrare ai cittadini i rischi della Golar Tundra e sensibilizzare le istituzioni affinché facciano la scelta più giusta per la tutela di un territorio e di un pianeta in grave pericolo.