Cari colleghi giornalisti,
siamo o non siamo dei professionisti che si occupano di informare le persone per consentire loro di farsi un’idea il più possibile realistica su fatti di cui noi per lavoro siamo i primi ad essere informati?
Siamo o no guardiani, sentinelle e filtri di una catena virtuosa, di una schiera che tiene legata e unita la società intera?
Siamo o non siamo un “servizio di pubblica utilità”; punti di riferimento costituzionalmente riconosciuti nonché massima espressione della democrazia che dobbiamo contribuire a formare, edificare, difendere e tutelare?
Siamo o non siamo vincolati dal nostro Codice deontologico a utilizzare nel compimento di tale alto e nobile scopo non il potere mediatico o politico, ma la verità, l’onestà e l’obiettività di giudizio?
Abbiamo o no un potere forte, fortissimo assai superiore a quello politico?
Certo che si!
Utilizziamolo allora come arma di Bene. Le rivoluzioni virtuose e progressiste, rinnovatrici e durature iniziano così; da un sentimento comune che unisce e non divide.
Diamo allora il buon esempio noi per primi. Torniamo ad essere costruttori di Pace e tutti gli altri, popoli e nazioni comprese ci seguiranno!