L’onda di esultanza per la minoranza parlamentare, nata dopo la vittoria risicata in Sardegna, si ferma con le elezioni regionali in Abruzzo, dove il governatore Marco Marsilio si conferma per un secondo mandato con una coalizione di centrodestra.
Mentre manca infatti lo spoglio delle ultime sezioni, il risultato è già netto, senza quel testa a testa che le opposizioni si auguravano. Il vero vincitore tuttavia rimane l’astensionismo: alla chiusura delle urne, solo il 52,2% degli elettori abruzzesi si è recato al voto, in lieve calo rispetto alla precedente tornata del 2019 (52,87%), registrando l’affluenza più bassa di sempre in questa Regione.
In ogni caso, la coalizione guidata da Marsilio stacca di sette punti netti il candidato del centrosinistra, Luciano D’Amico, raggiungendo il 53,5% delle preferenze. Un risultato dunque molto diverso da quanto successo in Sardegna, dove la sinistra si è divisa in due diverse proposte e dove la nuova governatrice sostenuta da PD e Movimento 5Stelle, Alessandra Todde, si è imposta per qualche migliaio di voti.
Dopo quel voto, la speranza era di riuscire a conquistare anche l’Abruzzo, grazie anche all’intesa trovata su una coalizione univoca, ma in questo caso l’unità non ha pagato.
Elezioni in Abruzzo, tutti i numeri dei partiti
Analizzando il dettaglio delle due coalizioni, Fratelli d’Italia si conferma primo partito con il 24% delle preferenze (un enorme balzo in avanti, rispetto al 6,49& ottenuto nel 2019). Soddisfatto anche Tajani per la tenuta di Forza Italia, che conquista il 13,4% dei voti (in risalita dunque sia rispetto alle precedenti elezioni regionali che alle ultime politiche nel 2022). Il Ministro degli Esteri ha dedicato la vittoria a Silvio Berlusconi, dichiarando che il voto di ieri «è la conferma del ruolo fondamentale di Forza Italia».
Ha meno da festeggiare invece la Lega, che vede un forte spostamento di voti dal suo partito ai suoi alleati. Se Giorgia Meloni può esultare la crescita, Matteo Salvini invece dovrà ragionare sul crollo al 7,6% dei voti (nel 2019 la Lega era il primo partito con il 27,53% delle preferenze). Bisognerà vedere come questo risultato – il secondo calo importante sulle regionali consecutivo, dopo la Sardegna – sposterà gli equilibri anche nella maggioranza di governo e in vista delle prossime tornate elettorali, sia amministrative che europee.
Tra gli sconfitti, si consola il PD che torna a essere il secondo partito per preferenze e supera il 20%, arrivando quasi al raddoppio del 2019. Cala invece il Movimento 5Stelle, che cinque anni fa si presentò da solo raccogliendo il 19,74% delle preferenze, e che in questa elezione si ferma invece al 7%. La lista civica del candidato D’Amico raccoglie il 7,7%, mentre Azione si ferma al 4% e l’Alleanza Verdi e Sinistra al 3,6%.
Le dichiarazioni del vincitore: «Il campo largo non sarà il futuro del Paese»
Già alle 2 di questa notte a spoglio ancora in corso il governatore Marsilio ha dato il via ai festeggiamenti, evidenziando che «mai negli ultimi 30 anni un presidente era stato riconfermato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro. Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere per completare un’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo». Ai giornalisti che hanno chiesto un commento sulla reazione della Presidente del Consiglio, Marsilio ha risposto che «è andata dormire tranquilla e felice», prima di aggiungere una frecciata sulle precedenti elezioni amministrative in Sardegna. «Stasera l’unica sarda che festeggia è mia moglie. Ha vinto la verità contro la calunnia. Il campo largo non sarà il futuro del Paese».
Le prossime elezioni amministrative si terranno in Basilicata il 21 e il 22 aprile. Rimane da annunciare invece la data per Piemonte e Umbria, ma se per la Regione del Nord sembra probabile l’accorpamento con le europee di giugno, per quella del Centro è più probabile che la chiamata alle urne arriverà tra novembre e dicembre.