Porto di Genova, merce refrigerata, tempi d’attesa infiniti

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Il porto di Genova, fulcro vitale dell’economia marittima italiana, affronta oggi una sfida cruciale per mantenere la sua competitività a livello europeo. Nonostante gli ingenti investimenti in infrastrutture dedicate alla gestione delle merci refrigerate, la mancanza di un centro unificato per i controlli rappresenta un ostacolo significativo, causando ritardi che minacciano di vanificare gli sforzi compiuti.

Un polo strategico per le merci refrigerate

Genova e i suoi porti satellite, Pra’, Savona e Vado, hanno saputo posizionarsi come leader nel settore delle merci refrigerate, grazie a investimenti mirati che hanno portato alla creazione di 40.000 metri quadrati di magazzini reefer e all’installazione di 3.500 colonnine elettriche per i container. Questa infrastruttura, essenziale per garantire la qualità e l’integrità delle merci sensibili alle variazioni di temperatura, pone i Ports of Genoa all’avanguardia in questo segmento di mercato.

L’inefficienza dei controlli: un freno allo sviluppo

Nonostante l’efficace allestimento fisico, il sistema portuale di Genova si scontra con un problema significativo: i tempi di attesa per i controlli fitopatologici, veterinari e Agencontrol. Questi ritardi, che possono estendersi fino a dieci giorni, rappresentano un “handicap“, come sottolineato da Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto. La necessità di un centro di analisi unificato è ormai impellente, per ridurre i tempi di attesa a meno di 72 ore e incrementare la competitività del porto sul panorama europeo.

Verso la creazione di un centro di analisi di livello europeo

La soluzione proposta da Botta prevede l’istituzione di un centro di analisi che possa effettuare i controlli necessari direttamente a Genova, evitando l’invio dei campioni in altre regioni d’Italia e, di conseguenza, riducendo i costi operativi. Questo passo consentirebbe non solo di accelerare i tempi di rilascio delle merci ma anche di offrire un servizio di livello comparabile a quello dei principali porti del Nord Europa e di Barcellona.

Un appello alle istituzioni

L’appello di Botta trova destinatari in Regione Liguria, Arpal, Ministero della Salute e all’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale. È richiesto un sostegno concreto per l’implementazione di questa infrastruttura critica, che potrebbe significare una svolta per l’efficienza e la competitività del porto. La creazione di un centro di analisi di livello europeo non solo risponderebbe alle esigenze attuali ma rappresenterebbe anche un investimento nel futuro, garantendo che il porto di Genova possa continuare a giocare un ruolo da protagonista nel commercio marittimo internazionale.

Porto di Genova, serve una spinta

L’urgenza di adeguare il sistema di controlli alla modernità e all’efficienza infrastrutturale già dimostrata dal porto di Genova è evidente. Un centro di analisi dedicato alle merci refrigerate potrebbe rappresentare la chiave per sbloccare il pieno potenziale di questo importante snodo commerciale, offrendo agli operatori la velocità e la qualità del servizio che il mercato globale richiede. La realizzazione di questo progetto non solo migliorerebbe la posizione competitiva di Genova ma segnerebbe anche un passo avanti significativo per l’intero settore logistico italiano.

Leggi anche: Spediporto: «L’autonomia differenziata opportunità da cogliere»

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