Continua la vita insostenibile di infermieri e operatori sanitari: salari bassi, ritmi frenetici, pressione e carenza nell’organico rendono sempre più difficile la vita professionale in corsia. Ad approfondire la questione, uno studio dell’Università di Genova che ha dichiarato che 6 infermieri su 10 degli ospedali italiani sono in “burn out”.
“Burn out” un’espressione che rende chiaro il problema, infatti sta ad indicare una situazione di esaurimento delle energie psicofisiche, di frustrazione ed enorme insoddisfazione. Tutte caratteristiche preoccupanti per la professione in sé e che possono mettere a repentaglio la tutela e le cure dei pazienti.
L’infermiere è un lavoro usurante: lo studio condotto da Unige e Fnopi
I dati dello studio riportano che il 45,2% degli intervistati sarebbe pronto a lasciare il lavoro in ospedale in seguito alle enormi pressioni, agli stipendi poco gratificanti e alle gravose difficoltà a cui far fronte in seguito alla carenza di personale. Il 59% degli infermieri italiani si dice molto stressato, il 36% conferma di non avere il controllo sul proprio carico di lavoro, il 47,3% è privo di energia, il 40,2% rileva uno stato di esaurimento, il 45,4% ritiene inesistente l’equilibrio tra vita lavorativa e famiglia.
Lo studio è stato condotto dall’Università di Genova insieme alla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche con l’obiettivo di sensibilizzare il governo sullo stato dei lavoratori italiani e in previsione delle future manovre di governo.
“Lo studio dimostra che quello dell’infermiere è un lavoro usurante e su questa linea la riforma delle pensioni nella manovra 2024 rappresenta un rischio” ha dichiarato la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.
Foto di copertina: Lo Spiffero
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