Fiorenzo Toso
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Genova ricorda il grande linguista Fiorenzo Toso con un convegno molto partecipato

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Alla memoria del grande linguista genovese Fiorenzo Toso (1962-2022), il più noto e valente studioso italiano di dialettologia ligure dei nostri tempi, il 9 novembre 2023 è stato dedicato un convegno di alto livello presso l’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, a Palazzo Ducale, che ha anche riscosso un notevole successo di pubblico: Studi liguri e del Mediterraneo per Fiorenzo Toso.

Già nelle linee programmatiche si poteva cogliere l’importanza di questo evento culturale, curato da un comitato scientifico formato da Erica Autelli (Universität Innsbruck e Università di Sassari), che ha presieduto il convegno, e da Marta Galiñanes Gallén (Università di Sassari); e supportato sul piano organizzativo da Massimo Bacigalupo: “L’intento del convegno è ricordare alcuni dei contributi più rappresentativi di Fiorenzo Toso, dar conto del suo ingente lavoro scientifico e fornire nuovi spunti a futuri studiosi delle varietà liguri. Dato l’ampio ventaglio di interessi di Toso, si presenterà uno sguardo d’insieme su alcuni dei temi a lui più cari: storia, letteratura (con focus sulla poesia) e in primis linguistica in riferimento alle parlate liguri (in particolare genovese, tabarchino e monegasco). Saranno inoltre trattate le minoranze linguistiche in Italia indagate da Toso”.

E così è stato. Il convegno, al quale in esordio l’assessore Paola Bordilli ha portato il saluto proprio, della giunta municipale e del sindaco Marco Bucci, ha radunato studiosi e cultori della materia di diversa provenienza e orientamento, che per una giornata di studi si sono confrontati, sempre uniti nel ricordo del grande dialettologo prematuramente scomparso un anno fa, a soli 60 anni.

Arenzanese, professore di linguistica all’Università di Udine e poi di Sassari, Fiorenzo Toso ha dedicato la propria vita alla dialettologia ligure. Un’attività di ricerca instancabile, sostenuta dalla passione per la propria lingua materna e per la propria terra.

La sua vasta produzione scientifica (oltre cinquecento opere) si è accompagnata a una costante e proficua attività divulgativa, sempre con acuta attenzione verso le altre branche del sapere interconnesse con il campo principale dei suoi studi, come storia e letteratura.

Ci teneva a sottolinearlo: il zenéize, di cui era un perfetto locutore naturale, è una lingua. Una lingua in cui scrisse anche raccolte di pregnanti poesie.

Che il genovese sia una lingua e non mero dialetto Fiorenzo Toso ce lo ha dimostrato analizzandone il costante uso scritto dal Medioevo a oggi nei più vari contesti, da quelli giuridici a quelli diplomatici. Soprattutto nei testi letterari: ce lo insegna la sua monumentale Antologia della letteratura in genovese e nei dialetti locali, che spazia dal primo brano in genovese del 1190 (il Contrasto con la donna genovese del trovatore provenzale Raimbaut de Vaqueiras) sino a oggi. Una lunga serie di autori ingiustamente ignorati: dal ‘capostipite’, il duecentesco Anonimo Genovese, ai suoi epigoni, presenti in ognuno degli otto secoli della storia letteraria zenéize, come Foglietta, Cigala, Cavalli, De Franchi, Piaggio, Pedevilla, Bacigalupo, Firpo. Un fenomeno culturale unico per durata e costanza tra le aree regionali italiane.

I titoli dei libri di Fiorenzo Toso sono altrettante insegne del suo affascinante viaggio nella storia e nella cultura ligure e, specificamente, genovese: dal Vocabolario delle parlate liguri (1985) al Piccolo dizionario etimologico ligure (2015). Gli ultimi due, del 2020, condensano in sé i temi che per tanti anni egli aveva coltivato: Mondo grande. Rotte interlinguistiche e presenze comunitarie del genovese d’Oltremare. Dal Mediterraneo al Mar Nero, dall’Atlantico al Pacifico e Gian Giacomo Cavalli, Ra cittara zeneize. Poesie scelte.

Le sue ricerche spaziano dalle isole linguistiche liguri nel Mediterraneo (gli idiomi liguri coloniali ancora esistenti fuori di Liguria,  come il tabarchino a Carloforte e il bonifacino nell’estremo Sud della Corsica, antica colonia genovese) sino alle tracce linguistiche genovesi ancora vive Oltreoceano, specie in Sudamerica, in comunità di discendenti di migranti liguri, pionieri italiani in questa avventura già prima del XIX secolo (in Uruguay, Perù, Cile e soprattutto in Argentina, dove gli Xenéizes, abitanti de La Boca, quartiere marittimo di Buenos Aires, influenzarono con il loro idioma gerghi come il lunfardo, immortalato nelle letras de tango).

Non meno fondamentali i suoi studi sulle isole linguistiche liguri  figun esistenti sino al XX secolo in Provenza. O sulla lingua nazionale monegasca, idioma ligure di tipo intemelio.

All’incontro hanno partecipato studiosi italiani e stranieri. Oltre a presentare interessanti contributi scientifici, nelle loro seguite relazioni, hanno ricordato Fiorenzo Toso anche sul piano umano i figli Pietro (storico dell’arte) e Giorgio (storico) e la collega e compagna del linguista scomparso, Marta Galiñanes Gallén.

A loro si sono uniti gli allievi Marco Caria ed Erica Autelli, il poeta genovese Alessandro Guasoni, l’editore Piero Cademartori (che ha anche presentato la nuova, interessante collana di letteratura ligure Zimme de Braxa – Edizioni Zona), l’amico studioso dell’italiano Massimo Fanfani, il Presidente di A Compagna Franco Bampi (autore di dizionari e da decenni promotore della lingua genovese), Andrea Acquarone (Presidente dell’associazione Che l’inse, direttore della rivista O Staffî e curatore della pagina domenicale in genovese del Secolo XIX, Parlo ciæo), Annalisa Rossi (ex direttrice dell’Archivio di Stato di Genova), l’amico esperto del tabarchino Andrea Luxoro e la Prorettrice vicaria dell’Università di Genova Nicoletta Dacrema.

All’esordio della giornata di studi si è collegato in videoconferenza anche il professor Claude Passet, Presidente dell’Accademia delle Lingue Dialettali del Principato di Monaco, che ha ricordato il fondamentale contributo di Fiorenzo Toso anche a questa istituzione culturale per dodici anni, in particolare per il corretto inquadramento della lingua nazionale monegascatra i diversi dialetti della Liguria“. Passet ha colto in pieno lo spirito di questo evento: “Il professor Toso ci ha donato un tesoro che i suoi continuatori hanno il dovere di far crescere“. E ha concluso: “Come diciamo in monegasco, a se revede l’anno prossimo a Monaco per il Convegno Canzone e teatro popolare in dialetto”.

In un rinnovato spirito collaborativo, a questo convegno sono state quindi presenti tutte, o quasi, le anime del variegato mondo intellettuale che in Italia e all’estero si dedica allo studio e alla promozione della cultura genovese e ligure. E, soprattutto, degli idiomi che ne sono l’espressione più viva.

Marco Bonetti

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Info Marco Bonetti

Marco Bonetti
Nato a Genova (1961), funzionario e avvocato presso una grande azienda pubblica genovese da troppi decenni, ha sempre parallelamente coltivato la cultura umanistica in varie declinazioni. È redattore, per diletto, dal 1994 del Gazzettino Sampierdarenese, sul quale pubblica mensilmente articoli culturali divulgativi, specie su temi storici e linguistici, soprattutto relativi a Genova e alle altre aree di influenza ligure nel mondo, ma anche su questioni di politica sociale (specialmente in campo sanitario) e di vario genere cronachistico. Appassionato di Enigmistica Classica, collabora come autore alle Riviste specializzate del settore (per abbonati). Dal 2020 collabora con l’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei (UJCE), di cui è membro dal 2021, anche come consulente storico e divulgatore. Nel 2021 la sua trattazione "Genovese e monegasco: due tradizioni a confronto" è stata pubblicata negli Atti del XVI Colloquio Internazionale dell'Accademia delle Lingue Dialettali del Principato di Monaco (tenutosi nel 2019). Il 21 settembre 2022 (Giornata mondiale della Pace) l'UJCE gli ha conferito il Premio giornalistico Steli di Pace per la sua attività nel campo della stampa locale.

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