A un mese esatto dall’attacco a sorpresa dei miliziani di Hamas nei kibbutz israeliani, la tensione tra Israele e Palestina continua a crescere, rischiando di arrivare ad un punto di non ritorno. Mentre il mondo intero si schiera dall’una o dall’altra parte e l’opinione pubblica dei paesi occidentali continua a manifestarsi in piazza invocando la pace, a Gaza si continua a morire. Dopo aver osservato un minuto di raccoglimento per le vittime della follia estremista di Hamas, Israele sta infatti continuando la propria “operazione speciale” nella striscia tra bombardamenti e incursioni via terra.
Alla vendetta senza quartiere promessa da Netanyahu al grido “nessuna tregua ai terroristi”, i militanti palestinesi rispondono agitando l’intero mondo arabo, e non solo, alla ricerca di alleati in una guerra santa tanto rischiosa quanto anacronistica. Nel frattempo, l’Occidente appare quanto mai diviso sul concedere o meno una tregua, sperando, tra inviti, accuse incrociate e minacce, che la corda non si spezzi mai. Poche ore fa, ad esempio, il parlamento turco ha infatti annunciato il boicottaggio di prodotti di aziende israeliane e di compagnie statunitensi accusate di sostenere Israele.
Pericolosi intrecci internazionali
Parallelamente a questa decisione che promette di scuotere ulteriormente i fragili equilibri mondiali, alcune indiscrezioni avrebbero anticipato un possibile incontro in Turchia tra il presidente Erdogan e il leader di Hamas Ismail Haniyeh nei prossimi giorni. D’altra parte, l’arrivo di Zelensky in terra israeliana sembra ormai saltato “in via precauzionale” dopo una sospetta fuga di notizie. In tutto ciò, mentre le tensioni crescono vertiginosamente anche in Cisgiordania e al confine con il Libano, le forze israeliane avrebbero intercettato e abbattuto in poche ore un missile yemenita oltre l’atmosfera terrestre e obiettivo aereo sospetto sul confine libanese.
Poco prima dell’ultimo spinoso avvenimento, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva proprio avvertito il Libano, promettendo una dura risposta di Israele ad ogni “incauta” decisione di Nasrallah, segretario del partito sciita Hezbollah. Lo scacchiere mondiale continua dunque a muoversi velocemente, facendo riecheggiare certi fantasmi e venti di guerra del passato. Certo è che, per quanto ogni parte in gioco rivendichi la propria verità, ad ogni nuova ora di combattimento tra Israele e Palestina si concretizza sempre più la citazione di Gandhi secondo cui a forza di occhio per occhio, il mondo diventa cieco.