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Fonte: Il Post

G8 di Genova: Risarciti quattro manifestanti per le violenze subite

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Tempo di lettura: 2 minuti

Un milione di euro di risarcimento: circa 250 mila euro per ognuna delle vittime

E’ di circa un milione di euro la cifra data come risarcimento a quattro manifestanti del G8 del 2001.

Si tratta di un uomo e due donne di nazionalità tedesca e un uomo americano che erano venuti a Genova per manifestare in occasione del summit internazionale del G8, salvo poi, diventare vittime delle violenze fisiche e psicologiche subite prima nella scuola Diaz e poi nella caserma di Bolzaneto.

La decisione è stata presa dal giudice Pasquale Grosso stabilendo che ad ogni manifestante siano dati circa 250 mila euro come risarcimento per quelle violenze riconducibili al reato di tortura.

A pagare la cifra stabilita sono i ministeri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia.

G8 di Genova: il timore dei Black bloc, gli orrori della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto

Sono passati 20 anni dal G8 di Genova che ospitò gli incontri dei leader delle principali potenze economiche mondiali di quegli anni, tra il 19 e il 22 luglio 2001.

Si tratta di uno degli episodi più violenti e importanti della storia italiana, di cui si affrontano ancora oggi le ripercussioni. A far parlare, infatti, è stato il clima di guerra che segnò quelle giornate, che ha poi portato alla morte del manifestante Carlo Giuliani ed all’escalation di violenza scaturita poi nei luoghi di accampamento dei manifestanti, nella scuola di Diaz e nella caserma di Bolzaneto.

Tanti sono stati i processi avviati a causa di quegli eventi dove la violenza è stata la protagonista indiscussa.

Il gruppo anarchico del Black bloc all’interno del movimento no global

I quattro manifestanti risarciti non sono italiani e il fatto non deve stupire: allora, infatti, furono molte le persone provenienti da altri Paesi che arrivarono a Genova per protestare contro il G8.

Si trattava di persone appartenenti al movimento no global. Un movimento internazionale formato da centinaia di associazioni e organizzazioni che si battevano contro le politiche economiche e sociali occidentali, responsabili delle ingiustizie e disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo.

In vista dell’arrivo di così tante persone, i servizi segreti italiani avevano steso un rapporto sulle minacce potenziali tra i manifestanti. L’intelligence, suddividendo i manifestanti in diverse categorie, evidenziò il pericolo che potevano rappresentare il gruppo dei Black bloc, il Blocco nero.

Si trattava di persone potenzialmente pericolose, appartenenti al movimento anarchico e considerate estremiste e violente. Del Black bloc facevano parte principalmente individui provenienti da Germania, Spagna, Inghilterra e Grecia.

Se i greci vennero bloccati al porto di Ancona, impedendo così il loro accesso a Genova, lo stesso non avvenne con gli altri. Motivo per cui ci fu una vera e propria caccia ai Black bloc da parte delle forze dell’ordine non appena il G8 ebbe inizio.

Dopo le violenze in strada della prima giornata, si sentì l’esigenza di fare degli arresti per “recuperare l’immagine delle forze dell’ordine” come dichiarò il dirigente della polizia Ansoino Andreassi al processo per i fatti della Diaz.

I fatti di Diaz e le torture a Bolzaneto

Poco prima della mezzanotte, tra il 21 e il 22 luglio, un blindato sfondò un cancello della scuola Diaz di Albaro, dove dormivano molti giovani manifestanti, per di più stranieri.

Su di loro si scaricò la violenza della polizia, convinta che tra loro si nascondessero i Black bloc.

Alla fine dalla Diaz uscirono 82 feriti con teste, gambe e braccia rotte. Tre persone furono ferite gravemente e una arrivò in ospedale in coma.

La polizia mentì sui pestaggi, dicendo che quando avevano fatto irruzione avevano trovato i manifestanti già feriti.

Ma le violenze non finirono lì. Quelli che furono arrestati alla Diaz vennero poi portati alla caserma di Bolzaneto, insieme ad altri manifestanti arrestati durante la giornata.

Proprio in quell’occasione, vennero commessi i peggiori crimini, privando gli arrestati dei loro diritti attraverso violenze fisiche e psicologiche.

Invalidità accertata tra il 4 e il 10% ai quattro manifestanti

A causa del ‘danno alla salute dei manifestanti’ il giudice ha stabilito un tale risarcimento.

Queste quattro persone non solo sono state sottoposte alle vessazioni all’interno della Diaz e della caserma di Bolzaneto, ma sono state anche ingiustamente incarcerate a Piacenza e poi espulse dal territorio italiano. Tutte circostanze che hanno pesato nella valutazione del danno da parte del giudice, che è vicino a quello che avevamo chiesto”

Così ricorda il magistrato Dario Rossi, avvocato dei quattro manifestanti, ricordando anche l’importanza della sentenza:

“Una sentenza che è notevole perché tiene conto, oltre che dei comportamenti eccessivi nei giorni del G8 di Genova, anche delle vicende giudiziarie seguite, a partire dalle accuse di devastazione e saccheggio che hanno portato queste quattro persone a subire un procedimento penale per quattro anni, basato su calunnie”

Il risarcimento riguarda, quindi, anche la procedura di espulsione a cui erano stati sottoposti all’epoca dei fatti, subito dopo la scarcerazione. Un probabile tentativo di nascondere le vittime di quella violenza senza precedenti.

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Info Althea Amato

Althea Amato
Althea Amato, 26 anni, studentessa universitaria con la passione per i libri e la scrittura. Laureata in Scienze della Comunicazione, attualmente iscritta alla laurea magistrale di Informazione e Editoria. Qui con l'ambizione di trasformare una passione in un futuro lavoro.

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