“Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male, qualche assassinio senza pretese lo abbiamo anche noi in paese”.
Così scriveva il “nostro Faber” nel brano “Delitto di paese”.
Per fortuna non siamo arrivati a tanto qui a Camogli nella spiaggia libera attrezzata alcune sere fa.
Tuttavia l’episodio merita una riflessione…
Bel pomeriggio di sole, freschino, c’è arietta… Ma alle 18.15 18.30 l’evento che nessuno attendeva ravviva un pigro e sonnolento pomeriggio al mare.
Scende in spiaggia un omone che pare un incrocio fra un lottatore di wrestling grasso ed uno di sumo magro (anche per via del codino di capelli raccolti dietro la nuca oltreché per il pancione smisurato).
Si spoglia ed entra in acqua.
Tempo zero viene tirato a riva da quattro ragazzotti che chiedono aiuto perché l’omone sta annegando.
In men che non si dica giunge la guardia medica. Ossigeno, respira… Tutto bene direte voi.
E invece plot twist (mi ha insegnato mia nipote!) Inizia lo spettacolo.
L’omone ripresosi inizia a metter in atto comportamenti molesti. Si accende una sigaretta dopo aver assunto ossigeno dalla guardia medica. Dice di stare bene e di non voler essere aiutato.
Sì Rimette a fare il bagno dopo aver messo sul proprio cellulare i Queen “a palla”. Alla comunicazione: “chiamiamo i carabinieri!” sì allarma moltissimo e così si scopre che il tipo è agli arresti domiciliari con obbligo di firma!
Apre la grossa borsa nera si apre una birretta e intima di non chiamare le forze dell’ordine! Peraltro qualcuno chiama ugualmente i carabinieri, ma come vengono se ne vanno. Nessuno ha sporto denuncia.
Poco dopo ecco la ciliegina sulla torta:
in spiaggia finisce a botte proprio con quei ragazzi che lo avevano salvato e che intendevano farlo ragionare.
Spiace ammetterlo, ma in un caso come questo la saggezza popolare partenopea ha fatto centro: “Non far del bene che male non te ne viene!”. Non lo condivido, ma quanta lungimiranza!
Le bollicine di Mongolfiera