Razionalismo italiano a Ostia
Ostia

Il razionalismo italiano a Ostia negli anni Trenta e la II Guerra Mondiale

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La cittadina costiera di Ostia Lido fu pianificata e parzialmente realizzata secondo criteri urbanistici e temi stilistici propri dello stile “Novecento” in stile moderno residenziale e pubblico. 

Fu suddivisa in una fascia nobile estesa lungo la costa, con villini eleganti usati come seconde case da gerarchi, nobili e romani più facoltosi, e un’altra parte interna per il popolo e i lavoratori a cui era garantito libero e gratuito accesso al mare, alle colonie estive e ai diversi dopolavoro sorti in quegli anni. 

A tale scopo fu istituita la “Società Immobiliare Tirrenia“, e tra il 1932 e il 1934 fu indetto un concorso internazionale rivolto ad attrarre i migliori architetti dell’epoca. 

In quegli anni furono realizzati la stazione centrale, il palazzo del governatorato, ossia l’attuale sede politica e amministrativa del decimo municipio di Roma Capitale, l’edificio della posta centrale, diversi istituti scolastici e la Colonia Marina Vittorio Emanuele III, oltre a caserme, villini e residenze sontuose. Infine, ultimo ma non di secondaria importanza lo stabilimento Roma. Mentre ad Acilia e Ostia Antica, nell’entroterra costiero, case popolari e uffici pubblici distaccati. 

Alla progettazione della nuova città di Ostia, parteciparono architetti del calibro di Marcello Piacentini, Adalberto Libera, uno dei maggiori protagonisti del Razionalismo italiano, Pier Luigi Nervi, Vincenzo Fasolo, Angiolo Mazzoni, Luigi Moretti, Giovan Battista Milani, Camillo Palmerini, Giulio Magni, Mario Marchi e altri stranieri importanti

Ma con la guerra tutto cambiò e nonostante la città di Ostia non subì danni importanti.

Le mine dei tedeschi in ritirata nel 1944 dopo lo sbarco alleato ad Anzio fecero saltare in aria sia la stazione che la linea ferroviaria, oltre al famosissimo, bellissimo e assai rimpianto stabilimento balneare “Roma” che fino ad allora era stato simbolo massimo nonché orgoglio della città balneare. 

I nazisti temevano infatti l’eventualità di una sbarco ulteriore a Ostia, dunque a quindici chilometri da Roma, da parte degli alleati 

La linea ferroviaria fu ristrutturata il 21 settembre, tuttavia dal 24 dicembre la stazione fu demolita a causa dello stato pericolante in cui versava. E una nuova stazione fu realizzata, arretrando la struttura di trecento metri verso l’interno con conseguente spostamento e ricollocazione dei binari nella posizione in cui persistono ancora attualmente, al pari della stazione.

Nel prossimo capitolo parleremo degli anni Sessanta e del boom economico che trasformò Ostia in una meta di villeggiatura, cinematografica e turistica ambita e apprezzata anche a livello internazionale. 

Bibliografia

– Flavio Coppola, Giuliano Fausti e Tamara Romualdi, ne: “La città interrotta – Ostia marittima 1904-1944”, pubblicato a Roma nel 1997 da Edizioni Centro Studi Sinesi;

– Stefano Lesti, Ostium e Portus dalle origini antiche all’età moderna, I.M.FO. Editore (2019) 

– Una rotaia verso il mare, Edizioni Pubblidea 95

 (1998 e successive ristampe)

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Info Stefano Lesti

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Stefano Lesti, classe 1970, vive e lavora a Roma. Scrittore, giornalista, saggista, poeta e divulgatore storico; dirige giornali e la comunicazione di importanti società sportive nazionali.

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