Giornata per la donazione del sangue: “Dona Vita, dona sangue!”

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Il 14 giugno si celebra la Giornata mondiale del donatore di sangue, designata come evento annuale dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – nel 2005 in quanto anniversario della morte di Karl Landsteiner, scienziato austriaco scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore RH: per l’occasione il Ministero della Salute ha lanciato la campagna nazionale “Dona vita, dona sangue“.

Il kick off della campagna promossa dal dicastero in collaborazione con il Centro Nazionale Sangue (CNS) e con il coinvolgimento di partner istituzionali, associazioni e federazioni di donatori volontari di sangue si è svolto a Roma il 12 giugno, dove è stato inoltre proiettato lo spot ufficiale con l’attrice e testimonial dell’iniziativa Carolina Crescentini (ndr: ha fatto molto di più, ma probabilmente molti la ricorderanno per il personaggio di Corinna in Boris).

Dona vita, dona sangue

Alla presentazione del 12 giugno, sono state decisamente incisive le parole del Ministro della salute Orazio Schillaci:

“Dopo la pandemia Covid abbiamo riscontrato una serie di criticità nella donazione di sangue in Italia. Negli anni è diminuito il totale delle donazioni e c’è stata una flessione soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione. Solo il 2,7% degli italiani dona il sangue e per questo vogliamo sensibilizzare i cittadini alla donazione: un gesto straordinario gratuito, indolore e sicuro che può salvare 1.800 vite al giorno”.

Il problema del plasma

I report del Ministero della Salute prospettano un quadro non drammatico, ma problematico: se infatti nel 2022 si è raggiunta l’autosufficienza per quanto riguarda la donazione di globuli rossi, non siamo messi altrettanto bene per le donazioni di plasma. Le donazioni nel 2022 hanno infatti permesso di raccogliere solo 843mila kg di plasma, 19mila in meno rispetto al 2021. Il Ministero attribuisce la causa di ciò alle conseguenze della variante Omicron del Covid19, ma ora che la situazione si è calmata è necessario recuperare.

“E’ critica la situazione relativa alla raccolta di plasma, che è essenziale per la produzione dei farmaci plasma derivati. Se c’è carenza di plasma siamo costretti a rivolgerci all’estero per la fornitura di questi farmaci, molto spesso i farmaci salvavita. Ecco perché rilanciamo con forza il messaggio che donare il sangue è un gesto responsabile, gratuito, sicuro e indolore e può salvare 1800 vite al giorno. Basti pensare a quanto sia essenziale per interventi chirurgici supporto di molte terapie oncologiche ed ematologiche, trapianti, grandi traumi ed eventi emorragici. La campagna – ha concluso – è uno sforzo importante e sinergico che mettiamo in campo per raggiungere e coinvolgere quanti più cittadini possibile dai 18 ai 65 anni”.

Il problema dell’età e del sesso dei donatori

Ed ora arriviamo ad un secondo problema evidenziato dall’ Onorevole Schillaci: i donatori non sono esattamente giovani. I donatori possono essere tali solo dai 18 ai 65 anni, età limite per via della naturale riduzione di globuli rossi prodotta dal midollo osseo. Complice l’età media italiana, complice che le fasce più alte di età sono state abituate a donare tramite il sistema dei permessi concessi al militare, complice che – dai dati del 2021 – il 16,8% degli under 45 assume psicofarmaci che impediscono di donare il sangue, sta di fatto che la maggior parte dei donatori ad oggi non sono esattamente ragazzini.

Il direttore del CNS Vincenzo De Angelis ha inoltre evidenziato un ulteriore squilibrio demografico all’interno del bacino dei donatori: quello del sesso. Dai dati infatti, risulta che solo il 30-33% dei donatori sono femmine, una mancanza che sarebbe utile colmare anche nell’ottica di raggiungere l’autonomia per i quantitativi di plasma.

De Angelis ha più volte ricordato negli ultimi anni come le donne producano naturalmente più plasma e come queste possano donarlo anche con un’emoglobina più bassa rispetto ai livelli maschili. Una condizione non citata da nessuno alla presentazione, ma da tenere presente nel momento in cui si parla delle donazioni da parte delle donne, è però attribuibile anche alle condizioni di lavoro della donna stessa: in un’Italia in cui è ancora presente un certo – chiamiamolo così – fastidio nell’assumere una donna per via di quanto concerne la maternità, una donna non si sente in condizione di chiedere – anche se per legge non negabile – permesso per andare a donare il sangue.

Dona vita Dona sangue, infografica avis
da Avis

Donare il sangue ( e quindi la vita) in Liguria

La campagna “Dona la vita, dona sangue” prevede numerose iniziative culturali, sportive informative e giornate di raccolta del sangue coordinate dal Ministero della Salute e realizzate con partner istituzionali: Centro Nazionale Sangue, Igesan (Ispettorato Generale della Sanità Militare), Crul (Conferenza dei Rettori delle Università del Lazio), Anci e Fnomceo. Coinvolte anche le associazioni e le federazioni di donatori volontari di sangue: Avis, Cri, Fidas, Fratres e Donatori Nati, impegnate sul territorio e nelle attività di sensibilizzazione.

Oltre però alla campagna del Ministero della Salute, è bene anche ricordare come e dove è possibile donare il sangue in Liguria. Qui è possibile trovare il centro trasfusionale più vicino alla propria posizione, mentre qui è disponibile l’elenco dettagliato dei centri trasfusionali liguri con relativi contatti fornito da Alisa.

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