La Cultura sposa l’Economia: problema o soluzione?

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La bellezza salverà il mondo, ma prima bisogna riconoscerla”, così Giulia Silvia Ghia, Storica dell’arte, Fundraiser ed Assessore alla Cultura di Roma si è pronunciata in occasione del convegnoLa cultura che crea economia– concluso venerdì 24 maggio presso il teatro Eleonora Duse di Genova.

E’ proprio sul riconoscimento del patrimonio culturale e della sua valorizzazione che la tavola rotonda ha posto un focus importante, concentrandosi anche su come l’intervento e la partecipazione da parte del pubblico e del privato siano una risorsa fondamentale per un offerta culturale sempre più crescente.

Le imprese sono state chiamate ad agire, una “Call to Act” basata sull’investimento strategico attraverso i nuovi strumenti normativi come L’Art bonus: decreto legge 31.5.2014, n.83, che permette a chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura e dello spettacolo di godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

Con l’Art bonus è infatti fiscalmente detraibile il 65% degli importi delle donazioni che le singole persone e le imprese stanziano a favore del patrimonio culturale di appartenenza pubblica.

Esempi virtuosi su territorio nazionale: Diego della Valle (TOD’S) nell’intervento di restauro del Colosseo e MAISON FENDIper la fontana di Trevi.

Uno strumento importante per la protezione del patrimonio culturale, uno strumento in mano di tuttiDott.ssa Lucia Steri, responsabile comunicazione Art bonus-(Ales S.p.A.).

Nel 2023 in Italia si sono registrate erogazioni liberali per una somma di 770milioni, in Liguria 91 gli enti coinvolti, 1200 i mecenati e quasi 27milioni investiti negli interventi di restauro e valorizzazione –concentrati in maniera più rilevante nella città di Genova e nella limitrofa provincia.

Interessante il dato emerso nel analisi delle quote di partecipazione da parte degli attori coinvolti: “stakeholders” in gergo tecnico: 72% per le persone fisiche, il 20% le imprese e 8% gli ENC (enti non commerciali).

Un nuovo mecenatismo quindi, rivolto al futuro, chiamato a sensibilizzare la generazione contemporanea che agisce con rapidità. Il legislatore si sta muovendo in questa direzione, velocizzare e semplificare i processi di interventi a sostegno della cultura: necessità impellente quella di creare un MECENATE MODERNO.

Simbolo del convegno proprio Lorenzo il Magnifico il patrocinatore rinascimentale che oggi prende forma attraverso i volti dei cittadini, rappresentanti di quella repubblica che, come recita l’articolo 9 della costituzione: Promuove lo sviluppo della cultura[…]tutela[…]il patrimonio storico e artistico della Nazione. Ognuno di noi è, può, deve essere Lorenzo.

L’art 9 è un trittico tra passato e futuro legato dalla promozione della cultura” afferma nel suo intervento, il Prof. Avv. Giovanni Maria Flick presidente emerito della corte costituzionale. Una lectio magistralis che ha fatto riflettere l’uditorio raccogliendo il plauso generale dei presenti.

È il mecenatismo dei nostri giorni, mettere in relazione i beni straordinari del nostro paese (fra questi il teatro italiano), con le aziende, con le imprese, e come queste possono sostenere e ricevere un beneficio importante dal punto di vista di sgravio fiscale” afferma Davide Livermore, direttore del teatro Nazionale di Genova, e aggiunge: “Genova è una città d’arte e cultura…con un offerta culturale di altissimo livello…due volte capitale del mondo… ma il problema sta nel trasporto di notizie, di visibilità”.

Ribadisce poi la necessità di una visione che crei una comunità intorno alla cultura “La differenza la fanno le idee”. Una presa di posizione netta di rottura con il passato, posizione confermata anche dal Dott. Antonio Alunni, presidente del Gruppo tecnico cultura Confindustria, “Per una visione futura bisogna guardare al futuro, anche attraverso l’arte contemporanea, ancora troppo poco rappresentata

Davide Livermore (parte 1)

Davide Livermore (parte 2)

Presente anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha affermato che in ambito culturale gli investimenti del Comune sono notevoli, 50 sono i milioni predisposti, cifra che è destinata a crescere, “L’obiettivo è quello di creare un sistema fatto da tutti quelli che fanno cultura a Genova ,una rete di eventi con lo scopo di aumentare il livello culturale dei cittadini, così che diventino persone migliori. Le persone di cultura dovrebbero essere infatti anche persone civili

Marco Bucci (parte 1)

Marco Bucci (parte 2)

Conclusi i lavori del convegno il quadro si fa nitido e chiaro: emerge il ruolo del patrimonio del sapere come mezzo di coesione sociale, e come economia di sistema posta a formare una rete sempre più fitta, una rete di relazioni dove la cultura non sia più un problema ma la soluzione.

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Info Pasquale Napolitano

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Docente di ruolo in Storia dell’arte e Discipline pittoriche, grafiche e scenografiche; specializzato nella formazione dei corsi di studio con un percorso didattico qualificante nell’attività creativa in ambito artistico teatrale e storico-artistico.

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