Museo Archeologico di Pegli riapertura su Liguria Today

Al Museo Archeologico di Pegli un mistero lungo 24.000 anni _Video

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Dopo i lavori di ristrutturazione e di messa a norma, il Museo di Archeologia di Pegli ha riaperto al pubblico a fine dicembre. Situato all’interno di Villa Durazzo Pallavicini, nelle sue 18 sale custodisce oltre 50.000 reperti archeologici provenienti da tutta la Liguria, spaziando in un arco di tempo che dalla preistoria giunge sino all’età antica. Si tratta di straordinari reperti che testimoniano la vita e la morte dei Neanderthal e dei Sapiens che hanno abitato la nostra regione, ma anche i traffici dei primi pionieri marittimi mediterranei, gli accampamenti nelle grotte e i villaggi, le lavorazioni di natura artistica e spirituale, le lotte dei Liguri con i Romani e la trasformazione della Liguria in regione romana.

Tra i reperti paleolitici risalenti al tempo della glacizione Würm, tra i 100.000 e i 10.000 anni fa, ci sono utensili in osso e in pietra provenienti dalla Grotta delle Fate di Finale Ligure e dai Balzi Rossi a  Ventimiglia.

Ma la vera e propria “star” del Museo Archeologico di Pegli è la sepoltura paleolitica più antica d’Europa. Risalente a 24.000 anni fa, è chiamata appunto del PRINCIPE per la ricchezza del corredo funebre proveniente dalla Caverna delle Arene Candide nel Finalese. Sepoltura che appartiene a un giovane di 15 anni morto a causa di un violento trauma che gli distrusse parte del volto.

Fu vittima di un omicidio o dell’aggressione di un feroce animale durante una battuta di caccia? A distanza di quasi ottant’anni dal suo ritrovamento da parte di Brea e Cardini il mistero è ancora irrisolto. Quel che è certo è che il suo corredo funebre comprende un copricapo di conchiglie rare, bracciali e ciondoli d’avorio di mammut, corna di alce e una lunga lama di selce.

La visita al ristrutturato Museo Archeologico di Pegli è davvero affascinante, e riserva decine di enigmatiche sorprese come oggetti in rame, bronzo e ceramica. La statua-stele di Zignago, che è la prima di quelle ritrovate in Lunigiana, raffigurazioni di eroi-guerrieri dell’età del rame e del rame e del ferro. E poi, più avanti nel tempo, la Tavola bronzea di Polcevera che riporta il testo di una sentenza emanata dal Senato romano nel 117 a.C. riguardante i confini tra i Genuates e i Viturii che vivevano nell’alta Val Polcevera. La tavola, di primaria importanza sia per la storia locale sia per la storia del diritto,  venne ritrovata nel 1506 nel torrente Pernecco a Serrà Riccò e, essendo in bronzo stava per essere fusa, ma per fortuna la notizia giunse al Vescovo e storico Agostino Giustiniani che riuscì a farla acquistare dalla Repubblica di Genova.

Senza dimenticare, ovviamente, la Statua di Cerbero, il cane a tre teste nonché guardiano degli inferi, ritrovato nell’antica zona di Ponticello, attuale Piazza Dante. Mentre gli appassionati dell’antico Egitto possono ammirare, tra le altre cose, la mummia di Pasherienaset, sacerdote egizio vissuto nel VII secolo a.C.

Liguria Today ha visitato il Museo Archeologico di Pegli intervistando la direttrice Patrizia Garibaldi che ha illustrato le varie sale e l’importanza dei reperti qui custoditi

Mauro Repetto Pinna

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