Impennata di casi Covid in Liguria, aumenta la pressione sugli ospedali perché aumentano anche i casi di polmoniti batteriche e da coronavirus.
Continuano a crescere i casi di Covid in Liguria: il report della fondazione Gimbe riguardo la settimana dal 25 novembre al 1 dicembre comunica l’aumento dell’incidenza a 523,3 positivi ogni 100 mila abitanti, con un aumento del 14,4% rispetto alla settimana precedente.
Sopra la media anche i posti letto occupati dai pazienti in area medica con aumento del 27% e un +3,5% di quelli in terapia intensiva.
Cresce però anche la copertura vaccinale – superiore rispetto alla media nazionale del 26,% – che in Liguria raggiunge il 30,5%.
Stabile quindi la media nazionale con 227.420 nuovi casi rispetto ai 229.122 della settimana precedente, mentre i positivi totali sono 507.169 contro 429.457 dell’ultimo aggiornamento.
I posti letto occupati in ospedale avevano raggiunto il minimo il 10 novembre con soli 203 pazienti ma ad oggi anche questa cifra è salita arrivando a 320 l’1 dicembre. Stesso percorso anche riguardo i pazienti in area medica che avevano raggiunto il numero minimo l’11 novembre con 6347 casi che ad oggi sono invece 8458.
Sono sette le regioni italiane che registrano un’impennata dei casi: prima la Liguria con un +14,4% a chiudere la Basilicata con un +5,7%.
L’incidenza di 500 casi ogni 100 mila abitanti viene raggiunta in 25 province tra cui: Rovigo, Padova, Ferrara, Venezia, Verona, Ancona, Reggio nell’Emilia, Lodi, Ravenna, Bologna, Torino e le province liguri di La Spezia con 582 casi e Genova con 541.
Covid Liguria: i numeri
Sul piano regionale è Genova la città più colpita con 8.185 (58 in meno di ieri), segue La Spezia, dove i positivi sono 2.193, 2.027 e 1.765 quelli delle province, rispettivamente, di Savona e Imperia. Le persone positive residenti in Liguria, ma fuori regione, sono 313, mentre sono in fase di verifica 363 tamponi. Totale 14.846 persone attualmente positive (69 in meno di ieri).
Oltre al Covid è pieno boom d’influenza: crescono i casi di persone ricoverate per polmonite con un picco del virus – che di solito è atteso prima di Natale – anticipato a dicembre.
“Il picco si avrà probabilmente nel mese di dicembre ma già ora in molti sono a casa con l’influenza vera, non quindi con le due linee di febbre e il raffreddore tipiche delle sindrome influenzali. A scuola molte classi sono decimate, l’influenza ha colpito grandi e piccini” ha dichiarato il dottore Emanuele Pontali.
Il dottore fotografa inoltre la situazione degli ospedali: in forte pressione visto l’aumento dei casi di polmonite da Covid e polmoniti batteriche che colpiscono le persone fragili:
“Nel mio reparto abbiamo una persona ricoverata per una polmonite grave da Covid, non è vaccinata. Sulla vaccinazione siamo indietrissimo, sia su quella antinfluenzale sia su quella da Covid” ha concluso.
Francesca Galleano
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