Che il PD sia un partito in crisi è ormai risaputo. Minacciato a sinistra dall’M5S di Conte, pronto a proporsi come nuovo punto di riferimento per i progressisti, e a destra dall’asse Renzi-Calenda, bisogna che si dia un’identità chiara.
Il segretario Enrico Letta ha programmato le primarie per il 19 febbraio e Bonaccini è l’ultimo ad essersi apertamente candidato. Il carismatico presidente dell’Emilia Romagna ha già riscosso l’appoggio dei renziani interni al partito e di altri simpatizzanti, ma l’ala di sinistra guarda ad altri nomi, primo fra tutti quello di Elly Schlein.
Non solo un nuovo segretario: a queste primarie si dovrà decidere qual è la vera anima del PD. Pena: l’oblio elettorale.
“Dopo la dura sconfitta del 25 settembre, mi sono preso il tempo per ragionare e per capire se io possa essere utile al Pd.” Sono le parole del leader romagnolo all’annuncio della discesa in campo.
Ben chiara è la posta in gioco. “C’è la vita stessa del nostro partito, e non la mia candidatura o il mio destino personale. Io sono il più convinto che ci sia tanto da fare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto.”
L’obbiettivo? “far tornare ad essere il Pd un grande partito popolare, radicato nella società, a vocazione maggioritaria, perno di un nuovo centrosinistra capace di battere la destra nelle urne alle prossime elezioni. Riportare il Pd al Governo. Abbiamo davanti cinque anni di opposizione, ma fra cinque anni dovremo aver costruito un Pd che vince e non governa per alchimie nate in Parlamento.”
Le correnti del PD si schierano per il proprio candidato, Bonaccini contro Schlein
Come i vassalli chiamavano a raccolta gli uomini per sostenere il proprio signore, così fanno le correnti per il candidato preferito.
Bonaccini non nasconde il proprio sdegno per questi meccanismi. “Non chiederò a nessuna corrente di sostenermi né vorrò il sostegno di qualsivoglia corrente” e aggiunge: “Non mi sono mai iscritto a nessuna corrente e si vive benissimo.”
Poco importa che creda nelle correnti, poiché – si potrebbe dire – le correnti credono in lui.
I vessilli di Lorenzo Guerini e Luca Lotti si sono già deposti ai suoi piedi e, con loro, tutti gli ex Renziani. Pare che anche i Giovani Turchi di Orfini saranno con lui, insieme ad alcuni amministratori locali di un certo rilievo.
Pur non essendo ancora ufficiale, sembra certo che a prendere le armi contro il Presidente dell’Emilia Romagna sarà proprio Elly Schlein.
Giovane, ex parlamentare europea, ecologista, fortemente critica del Governo Renzi ed ora deputata potrebbe essere quella svolta nuova di cui il partito necessiterebbe tanto. Vice di Bonaccini stesso fino a poco fa, la sua sfida pone le basi per un confronto leale in stile cavalleresco invece della solita rissa. “Ci stimiamo, ci vogliamo bene e abbiamo lavorato benissimo insieme in Regione” ha commentato il Presidente dell’Emilia Romagna. “Non mi sentirà mai usare una parola che non sia rispettosa e di affetto per lei.”
Quasi certo è il sostegno dell’ala sinistra del partito, vale a dire Zingaretti, Bettini e l’ex collega Brando Benifei.
Rimane da capire se Andrea Orlando cavalcherà da solo contro Bonaccini o se deciderà di appoggiare la deputata. In ogni caso, la strada non sarà facile: il recente sondaggio di Euromedia Research non guarda con favore alla giovane sfidante.
Bonaccini è in testa con 25% delle preferenze, ma la sua ex-seconda in comando lo tallona con un 21,4. Cruciale per il risultato saranno i prossimi mesi, soprattutto se verranno chiarite le incognite su altri possibili pretendenti alla segreteria del Partito Democratico.