La Maternità dell’ospedale Villa Scassi di San Pier d’Arena, facente parte dal 2008 della rete ospedaliera dell’Asl 3 genovese, di cui costituisce l’hub, punto di riferimento per gli altri ospedali del Centro-Ponente, parte più popolare e popolosa dell’area metropolitana (un bacino di utenza stimato in 350.000 abitanti), negli ultimi giorni è venuta alla ribalta della cronaca per news contrastanti.
Anzitutto, tra giovedì 11 novembre e venerdì 12, grazie al super-lavoro della sua sperimentata équipe medica, infermieristica e ostetrica, guidata da quasi 18 anni dal professor Gabriele Vallerino (68 anni, decano dei Primari dell’Asl), ha registrato una performance da record: otto parti in ventiquattro ore.
L’affiatata équipe si è prodigata come sempre. Un’équipe che annovera esperte ostetriche, guidate da Graziella Marando. E che sta ora seguendo con assiduità le puerpere, oltre a continuare il proprio servizio senza orari in sala travaglio.
Nelle stesse ore la Regione approvava la bozza del nuovo Piano socio-sanitario, per ora riservata, ma già oggetto di varie indiscrezioni.
La Regione ha precisato che il Piano: “al momento è affidato al confronto politico e successivamente approderà in Giunta per poi passare alla discussione del Consiglio Regionale previa trattazione nella commissione competente. Il documento oggetto del confronto è dunque da ritenersi una bozza e, come tale ancora non definitiva ma passibile di modifiche, contiene indicazioni sul futuro assetto socio sanitario della Liguria: l’assessorato alla Sanità è al lavoro per garantire una copertura territoriale adeguata che offra il maggiore equilibrio possibile. Pur confermando nel piano la presenza di un punto nascite all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, è in corso, considerate le risorse disponibili, una verifica per poter mantenere anche il punto nascite all’ospedale San Paolo di Savona e, verso Levante, una conseguente localizzazione dell’ulteriore punto nascite all’ospedale Evangelico o in alternativa all’ospedale Villa Scassi”.
Le prospettate chiusure sono determinate dall’esigenza di riequilibrare il numero dei punti nascita oggi presenti a livello regionale che, secondo le valutazioni ministeriali, sarebbero troppi. Sono dieci in tutta la Liguria e dovrebbero scendere a otto, con conseguente soppressione di due Maternità. Nell’area metropolitana di Genova, a fronte di circa 3.200 nascite annue , oggi ne sono operative cinque: oltreché a San Pier d’Arena, al Policlinico San Martino, al Galliera, al Gaslini e a Voltri (quest’ultima gestita dall’Ospedale Evangelico).
Il numero ottimale di parti annui per ciascun punto nascita, ai fini di una efficiente allocazione di risorse e di personale, dovrebbe superare la soglia dei mille interventi. Tuttavia limite di ‘sopravvivenza’ per una Maternità, secondo le linee-guida attuali, è di 500 parti all’anno.
La Maternità di Villa Scassi ne registra mediamente più di 600.
Si tratta di una unità sanitaria ‘storica’, che riscontra un alto gradimento fra gestanti e neo-mamme. Ed è da sempre un ganglio essenziale di un reparto di Ginecologia e Ostetricia d’eccellenza, oltreché per il personale medico e paramedico che vi opera, anche per le sue dotazioni organizzative, tecnologiche e logistiche.
Il blocco operatorio dedicato è stato ristrutturato nel 2007. Le sale parto sono state interamente rinnovate nel 2015. E, nel 2010, la degenza della Maternità ha ricevuto un restyling approfondito, secondo i canoni alberghieri più avanzati. Ed è dotata anche di due camere a pagamento (in regime Intramoenia).
Come andrà a finire questa vicenda, che ha destato scalpore a San Pier d’Arena e dintorni? Si susseguono le prese di posizione a difesa della Maternità dello Scassi, dalle organizzazioni sindacali ai lavoratori che vi operano, dal Municipio Centro-Ovest, presieduto da Michele Colnaghi al battagliero Comitato delle Officine Sampierdarenesi, guidate dall’ex sindacalista Gianfranco Angusti.
Dalle dichiarazioni dell’Assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola, emerge che non sono state ancora assunte decisioni. La direzione sarà quella di fare ‘rete’ fra ospedali. Un criterio di razionalità che dovrà trovare concrete declinazioni nel prossimo triennio.
Il Piano socio-sanitario deve del resto essere ancora discusso nelle opportune sedi istituzionali.
Marco Bonetti