Il 9 novembre di 33 anni fa cadeva il Muro di Berlino
A far cadere il Muro di Berlino ha contribuito, quel giorno del 1989, un giornalista italiano, Riccardo Ehrman che prese parte ad una conferenza stampa lunga e noiosa in cui si parlava di una nuova legge sui viaggi.
Una conferenza stampa indetta dai dirigenti comunisti della DDR alla quale per una serie di contrattempi Ehrman arrivò pure in ritardo.
Atteso il proprio turno per parlare Ehram, deceduto a 92 anni il 14 dicembre 2021, chiese a che cosa servisse quella legge che di fatto, nella sostanza, nulla cambiava.
Guenter Schabowski, allora portavoce del governo, pare rimase molto contrariato dalla perplessità del giornalista e si affrettò a precisare: “Noi non facciamo errori.”
Pungolato da Ehrman, ad un certo punto il portavoce estrasse dalla tasca un foglietto e lesse la notizia che da lì a poco avrebbe cambiato la storia.
Da quel momento, infatti, i cittadini tedeschi dell’Est avrebbero potuto oltrepassare tutte le frontiere senza bisogno di passaporto.
Il mondo stava cambiando all’improvviso e il giornalista a quel punto rincarò la dose.
Chiese infatti se la stessa cosa sarebbe stata possibile anche per i tedeschi occidentali e, soprattutto, da quando.

Proprio quella domanda “Ab wann” ovvero “Da quando” prese alla sprovvista il portavoce Günter Schabowski perché di scritto non c’era proprio nulla. Almeno così disse lui. E allora a voce rispose: “Da subito.”
Anni più tardi Ehrman racconterà di aver preso visione del foglietto sul quale compariva la scritta “Ab sofort” che tradotto in italiano significa appunto “Da subito”.
Il resto è storia. I telegiornali di tutto il mondo ripresero immediatamente la notizia corredata dalle immagini dei cittadini tedeschi che iniziavano a correre verso i valichi di frontiera.
Era bastata una domanda a bruciapelo e una risposta che non lasciava alcun dubbio per far cadere il Muro di Berlino.
Fuga dal mondo comunista
Nel corso degli anni sono stati circa 5000 i tentativi, riusciti, di fuga da Berlino Est a Berlino Ovest, ma si contano anche oltre 200 morti.
Il muro era stato innalzato per impedire ai tedeschi socialisti di scappare nell’altro mondo, quello normale. E di rimanere invece prigionieri di un mondo comunista che aveva bisogno di fatto, di costringere perché non godeva di nessuna attrattiva.
Nel settembre del 1989 l’Ungheria rimosse ogni tipo di restrizione al confine con l’Austria e oltre 13.000 tedeschi dell’Est scapparono in questo stato.
Da lì a poco si assistette ad una serie di strategie politiche fallimentari che incentivarono le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania dell’Est.
Non si poteva più tornare indietro. Il leader della DDR Erich Honecker si dimise e prese il suo posto Egon Krenz che concedette ai tedeschi dell’Est permessi di viaggio nella Germania dell’Ovest.

Günter Schabowski e il foglietto senza istruzioni
Qui entra in campo Günter Schabowski, ministro della propaganda della DDR: spettava a lui dare la notizia. E così fece quel pomeriggio del 9 novembre 1989.
Allora che cosa è successo? Schabowski non conosceva nel dettaglio tempi e modalità dei permessi accordati ai cittadini dell’Est.
E quando il giornalista Riccardo Ehrman gli chiese tempistiche precise relative alle nuove regole di viaggio, Schabowski non seppe che cosa rispondere.
Non riusciva a trovare nessuna indicazione precisa nel suo foglietto e disse quindi che le nuove regole sarebbero entrate in vigore fin da quel preciso momento.
“Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.”
Decine di migliaia di tedeschi dell’Est, che avevano appena ascoltato la notizia al telegiornale, presero a scappare e nei giorni successivi coloro che erano rimasti iniziarono a buttare giù il muro.
Cominciava così una nuova era.
Photo Credits: Studenti.it, Focus Junior, Meteo Week