Seminfermità mentale: questo il risultato della perizia ad Alberto Scagni, correlata ad una serie di altri disturbi e che ora apre alla possibilità di uno sconto di pena.
Alberto Scgni, l’uomo 42 enne che uccise la sorella lo scorso primo maggio a Genova, è stato dichiarato seminfermo di mente. Lo stabilisce Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni.
L’uomo aveva ucciso la sorella madre di un bimbo di un anno e 4 mesi, perché richiedeva più soldi dalla famiglia. Una situazione che portò ad un’escalation di violenze: dai pugni contro la casa della nonna in piena notte, il tentato incendio alla porta dell’anziana signora, le telefonate di minacce ai genitori e 7 ore dopo l’apice raggiunto con l’omicidio della sorella.
La procura, dopo l’omicidio, aveva aperto un fascicolo per omissione. Con l’accordo dei genitori che – tramite l’avvocato Fabio Anselmo – avevano presentato un esposto per omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro reato. I familiari recriminano contro le forze dell’ordine e la dottoressa della Salute mentale, in quanto avrebbero sottovalutato gli allarmi e le richieste di aiuto.
La relazione depositata dal perito verrà discussa il 3 novembre, da cui emerge che Alberto Scagni sia affetto da un grave disturbo della personalità di tipo borderline, narcisistico e antisociale in aggiunta un disturbo di poliabuso di sostanze psicoattive. Non risulta invece affetto da schizofrenia.
Ciò che trapela dalla relazione fa quindi emergere la possibilità di uno sconto di pena. Gli avvocati di Scagni- Elisa Brigandì e Maurizio Mascia – sono già al lavoro. Non è da escludere che possa farsi interrogare e che i suoi legali possano richiedere in futuro una nuova perizia.
Francesca Galleano