Il Ponte Morandi era una bomba a orlogeria

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Prosegue, a Palazzo di Giustizia, l’udienza preliminare condotta dai due pubblici ministeri Terrile e Cotugno per il rinvio a giudizio dei 59 imputati e delle due società Aspi e Spea per il crollo del Ponte Morandi. Ieri Walter Cotugno ha mostrato in aula un video della Ferrometal che ha ripreso in diretta il crollo del ponte. Le parole del pm sono state lapidarie

“Togliamo astrattezza alla discussione, questo è quello che è successo quel giorno. Il Ponte Morandi era una bomba a orologeria, si sentiva il tic-tac ma non si sapeva quando sarebbe esploso”.

Massimo Terrile, invece, ha spiegato che secondo l’accusa la società Spea, la controllata che si occupava della manutenzione, non aveva indipendenza. E cioè la sua dirigenza era “alle dirette dipendenze di Aspi e dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci. Un livello tale di interferenza che si è continuato a mentire anche dopo il crollo del ponte”.

Questo significa che secondo i due pubblici ministeri i tecnici hanno continuato a “edulcorare i report”, e i vertici erano consapevoli del rischio di crollo, e non intervenendo accettarono il rischio. Inoltre, nel 2013 venne aumentata la polizza assicurativa inserendo per il Morandi la specifica voce

“RISCHIO CROLLO PER RITARDATA MANUTENZIONE”.

Furono pagati 2 milioni di euro per questa copertura assicurativa, meno di ciò che gli sarebbe costato effettuare le manutenzioni. Secondo l’accusa, quindi, conoscevano tutti le reali condizioni del ponte, ma nessuno fece nulla se non fingere per ottenere maggiori dividendi.

Il pm Cotugno continuerà ancora oggi e domani la sua requisitoria chiedendo il rinvio a giudizio dei 59 indagati e di Aspi e Spea. E fanno rabbrividir le parole di Massimo Terrile quando afferma

“Sul ponte mai dato più che una mano di vernice. Non era il budget che doveva adeguarsi alle esigenze di sicurezza, ma erano le esigenze di sicurezza che dovevano adeguarsi al budget. Chi decideva questa linea di budget di 10, 15 mila euro l’anno per una simile struttura a cui tutti si adeguavano era Giovanni Castellucci”.

A partire dal mese di marzo, poi, potranno parlare gli avvocati difensori.

 

 

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