Una mattina di settembre voltiamo le spalle alle spiagge del Tigullio ancora affollate di turisti per tuffarci sul Sentiero Liguria, scegliendo un tratto dei quasi 700 km di tracciato che attraversa la nostra Regione, da Luni a Ventimiglia.
Dal centro di Lavagna, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, parte il sentiero che porta alla collina di Santa Giulia, ben segnalato dalla FIE con il bollo rosso.
Seguiamo una delle vie dell’Ardesia, che in passato hanno visto transitare le portatrici, con una o più lastre di pietra nera in equilibrio sulla testa, dirette verso la costa per imbarcare il materiale.
Questa ripida creuza tra abitazioni, muretti a secco e oliveti è l’essenza del paesaggio ligure.
Terrazzamenti affacciati sul mare, con l’arancio brillante delle reti arrotolate pronte per essere stese a raccogliere i frutti preziosi.
Rami penduli, foglie argentate, piccoli frutti ancora verdi: qui la cultivar prevalente è la Lavagnina, caratteristica della Liguria di Levante.
Oliveti di Santa Giulia: avete mai pensato di adottare un olivo?
Proprio lungo questa creuza si incontra l’oliveto gestito dalla Cooperativa Agricola rurale Isola di Borgonovo, che a Mezzanego ha un moderno frantoio e produce, tra gli altri, uno straordinario Extra Vergine di Oliva DOP Riviera di Levante, in prevalenza di Lavagnina.
“Adotta un ulivo” è l’iniziativa che hanno pensato per avvicinare tutti alla cultura contadina e contribuire al recupero e alla valorizzazione di un paesaggio ligure in progressivo abbandono.
L’adozione di una pianta, con tanto di certificato esposto al frantoio, garantisce in cambio una bottiglia di olio extravergine.
Qualche sosta durante la salita non è certo per riprendere fiato, ma per riempirsi gli occhi di questi squarci di azzurro, di mare e cielo che si fondono, stretti nell’abbraccio tra il promontorio di Portofino e quello di Sestri Levante.
Eccoci arrivati nella piazza di Santa Giulia Centaura, questo il nome completo della frazione.
Un toponimo che potrebbe essere legato alla presenza di una centuria romana a guardia dell’Aurelia. O forse all’esposizione di questo luogo, aperto a tutti i venti (“cent’aure”) o chissà invece quale altra storia affascinante potrebbe spiegare questo nome.
Sembra che una chiesa fosse presente qui fin dall’anno mille, forse anche prima, ma l’edificio che oggi domina la piazza è successivo, in stile barocco.
Mi limito a curiosare rapidamente all’interno, mentre è in corso l’allestimento della navata per una cerimonia. Riesco a intravedere dietro l’altare un quadro dalla imponente cornice in marmo, che raffigura cinque donne con l’aureola.
La protagonista al centro dovrebbe essere lei, Giulia, martire di origine cartaginese, della quale in questa chiesa si conserva una reliquia.
Il sagrato che accompagna verso la scalinata è decorato dal tradizionale risseu, mosaico di ciottoli in chiaro scuro caratteristico delle pavimentazioni liguri.
A fare ombra alla piazza della chiesa un grande leccio, inserito nell’elenco degli alberi monumentali della Liguria per età e imponenza.
Da qui la vista spazia su tutto il Golfo del Tigullio.
Volendo, l’escursione può proseguire dietro la chiesa, seguendo il sentiero che porta fino al Monte Capenardo, dove in passato si cavava l’ardesia.
Noi invece scendiamo verso Cavi, riprendendo il Sentiero Liguria proprio ai piedi della scalinata.
La discesa tra gli Oliveti di Santa Giulia è rapida, con le gambe che si mangiano il sentiero correndo verso quello spicchio acquamarina che occhieggia tra le case.
Mano a mano che ci si avvicina all’Aurelia la quiete viene interrotta dai rumori della Riviera, ancora vivace di turismo balneare. E alla fine, ecco che si sbuca sulla costa, tra le gallerie di Sant’Anna e la stazione di Cavi.
Il mare è proprio lì, perfetto per un tuffo rigenerante. Mentre dietro di noi, accoccolata in cima alla collina, la chiesa di Santa Giulia si staglia nel suo candore.
Questa è una breve escursione adatta a tutti, purché minimamente allenati e con ai piedi e un paio di sneaker con la suola “seria”.
Il dislivello è poco, meno di 300 m, il fondo è quasi sempre pavimentato. Alla fine la parte più impegnativa è la discesa, se le ginocchia sono il vostro punto debole.
Lavagna si raggiunge comodamente in treno e l’attacco del sentiero è vicinissimo alla stazione. Quindi zainetto, una scorta d’acqua e nella bella stagione anche un costume per un bel bagno ristoratore a Cavi.
Santa Giulia è raggiungibile anche in auto o con il trasporto pubblico, ma non è la stessa cosa!