Babington's

Babington’s: un angolo di Gran Bretagna nel cuore di Roma

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Tempo di lettura: 2 minuti

Lo scrivere ti fa scandire il tempo, ti porta ad assaporare appieno i momenti della vita e questo mi piace. Si vive freneticamente ma mai pienamente. Mentre pensavo tra me e me, scarabocchiando come sono solita fare, squilla il cellulare.

E’ Laura: “Ciao Sabry, ci prendiamo un tè per staccare da una giornata faticosa?” Io : “Che intendi dire, un tea time a Roma?” Laura: “Ma certo! Vieni con me, ti porto a Londra per un pomeriggio, andiamo da Babington’s. Appuntamento a Trinità dei Monti!” Quanto mi piacciono i momenti non programmati, devo prendere la mia rossa moleskine! “Certamente arrivooo!!!

Girare per il centro di Roma è sempre bello. Entrare in Via Condotti, la via dello shopping, e vedersi di fronte la suggestiva scalinata di Trinità dei Monti con il convento della comunità dell’Emmanuele, proprio lì dove sono nate le anamorfosi, ossia le deformazioni in prospettiva delle forme.

Fu Andrea Pozzo, un gesuita, il primo che le studiò. Vennero poi i grandi maestri, Raffaello e Michelangelo tanto per citarne due, che ne hanno fatto uso creando dei capolavori, fino ad arrivare ai giorni nostri con la cosiddetta street art! Se volete, potete visitare il convento in cima alla scalinata a fianco dell’Accademia di Francia.

Eccomi Sabrina, ti racconto un po’ di storia…

Babington's
Babington’s Tea Room Est. 1893

Entrare da Babington’s è come andare indietro nel tempo, in un’altra dimensione, quella dell’Inghilterra di fine Ottocento.

Dal caos e dalla folla di turisti variopinti e meravigliati che scattano foto su e giù per la scalinata di Trinità dei Monti, ci si immerge in un secondo, varcata la soglia della sala da tè più antica ed elegante di Roma, in un’atmosfera ovattata, delicata e raffinata.

La storia della sala da tè Babington’s è affascinante come il locale stesso.

Due amiche, l’inglese Anna Maria Babington e la neozelandese, ma di origini scozzesi, Isabell Cargill, a fine ‘800 decidono di lasciare l’Inghilterra per aprire un’attività insieme. Isabel era stata lasciata dal fidanzato alla vigilia delle nozze e aveva deciso di cambiare completamente vita per dimenticare l’accaduto accompagnata dalla sua più cara amica.

Scelsero di aprire un locale nel cuore di Roma, meta più importante del Grand Tour, il viaggio che intellettuali, scrittori, poeti e soprattutto giovani dell’aristocrazia britannica facevano attraverso le città principali d’Europa per arricchire la loro formazione culturale e artistica.

Babington's
Babington’s, l’antico caminetto

Piazza di Spagna in quegli anni era divenuto il quartiere inglese proprio per la presenza di numerosi artisti e personaggi di cultura provenienti dalla Gran Bretagna.

Le due amiche aprirono così, il 5 Dicembre del 1893, la sala da tè che ancora oggi porta il nome di una di loro.

Avevano immaginato e presto realizzato un locale dove potersi incontrare, sorseggiare un buonissimo tè, raccontare e raccontarsi, confidandosi e creando nuove amicizie. Il locale era situato inizialmente in via Due Macelli 66, dove rimase aperto per tre anni; in seguito fu trasferito, nel 1896, in Piazza di Spagna 23 che divenne la sede definitiva della sala da tè dove è situato ancora oggi.

Dall’altro lato della scalinata di Trinità dei Monti in quegli anni c’era l’abitazione di John Keats, del pittore Joseph Severn e di Percey Bysshe Shelley, mentre nelle vie limitrofe soggiornarono Lord Byron, John Browning e sua moglie Elisabeth Barrett e molti altri ancora.

Presto Babington’s divenne uno dei luoghi più importanti e frequentati del centro storico, fulcro effervescente di discussioni filosofiche, politiche e culturali.

La vasta scelta di tè offerta da Babington’s

Ad accoglierci ci sono la bellissima Signora Chiara e suo cugino Rory, pronipoti diretti di Isabel Cargill. La gentilezza e la cura che hanno nel gestire la sala da tè traspare da ogni dettaglio, dai raffinati arredi all’altissima qualità dei pregiati tè e dei tipici dolci inglesi. Qui nulla è lasciato al caso.

Gli schizzi sulla red moleskine

Tradizione e innovazione si fondono e sono portati avanti con la forza e la voglia di mantenere vivo un posto speciale che si tramanda dalla loro bisnonna ad oggi, da quattro generazioni, conservando le abitudini del rituale del tè e allo stesso tempo introducendo delle novità nelle miscele e nelle ricette di famiglia.

Babington's
Babington’s
Babington's

Uscendo da Babington’s ripensiamo alla cortesia e gentilezza di Rory e Chiara, perfetti padroni di casa, ed è vero, il posto lo fanno le persone. Quando abbiamo chiesto a Rory: “Quanto è difficile portare avanti quello che ha costruito la sua bisnonna mantenendo le tradizioni, ma vivendole nell’attuale?” lui ci ha risposto così: “Continuo a mantenere vive le ricette della mia bisnonna, nonna, mamma e mie, seguendo la tradizione anglosassone, con la scelta di prodotti  di qualità ed espressamente realizzati per noi all’estero, come ad esempio le miscele per i tè ed il burro salato. Pensate che mia nonna nel 1950 è stata la prima qui a Roma ad importare l’hamburger, avendo dei parenti in America.  Sempre un occhio verso i cambiamenti e verso il futuro, pur mantenendo sempre le tradizioni“.

Babington's
Il famosissimo tè di Babington’s

Possiamo dire che ci sono riusciti benissimo. Gentilezza, cortesia e un senso di casa. Quel giusto sapore di poco formale ma al contempo elegante. Da tornarci assolutamente per assaporare un pezzetto di Inghilterra.

Dai, facciamoci l’ultimo selfie a Piazza del Popolo prima di tornare a casa. Dai ancora vestite uguali!

Sabrina Rinaldi e Laura Spadella

A presto.

Turiste di Penna

Sabrina Rinaldi – Laura Spadella

Tutte le foto sono di proprietà di Sabrina Rinaldi e Laura Spadella. Si prega di non utilizzare se non previa autorizzazione delle autrici.

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Info Laura Spadella

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Sono nata e vivo a Roma, dove mi sono laureata in Scienze Politiche. Scrivo e organizzo corsi di formazione manageriale e di orientamento scolastico e professionale. Mi piace esplorare e raccontare la mia città, con le sue meraviglie ed i suoi difetti, girare senza meta tra vicoli e stradine, per scoprire ogni volta qualche angolo nascosto e condividerlo con gli altri.

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