Retroporti, un nuovo sistema logistico per il Nord Ovest italiano
Il Nord Ovest italiano è pronto a una rivoluzione logistica grazie all’implementazione di una rete di retroporti. La Fondazione Slala, in collaborazione con il Centro di analisi Giuseppe Bono, ha presentato uno studio dettagliato durante il convegno “La Corona padana” a Genova, presso Palazzo San Giorgio. Questo progetto mira a creare un sistema logistico integrato che collega i porti liguri di Genova e Savona-Vado Ligure con una serie di retroporti situati oltre l’Appennino, in particolare nella fascia tra Alessandria e Rivalta Scrivia.
L’obiettivo del progetto
L’incremento dei traffici previsto nei porti liguri, facilitato dalle nuove infrastrutture come la nuova diga e il terzo valico ferroviario, rende indispensabile una gestione più efficiente dei container. I retroporti giocano un ruolo cruciale in questo contesto, fungendo da aree di stoccaggio temporaneo per evitare il sovraccarico dei terminal portuali. Questo sistema permetterà di trasferire rapidamente i container, anche vuoti, fuori dai porti, prevenendo il blocco delle operazioni e migliorando la competitività dei porti liguri.
Le infrastrutture in gioco
Le nuove infrastrutture sono essenziali per supportare questo progetto. La nuova diga del porto di Genova e il terzo valico ferroviario sono interventi chiave che, una volta completati, permetteranno di deviare parte del traffico attualmente diretto ai porti del Nord Europa verso i porti liguri. Questo cambiamento potrebbe trasformare il Nord Ovest in un hub logistico capace di competere a livello europeo, offrendo una via di accesso alternativa per le merci destinate al secondo polo produttivo più importante d’Europa.
Le Zone Logistiche Semplificate
Un altro elemento fondamentale del progetto sono le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), che mirano a semplificare e agevolare le operazioni logistiche. Recentemente, la Regione Liguria ha siglato accordi con la Regione Emilia-Romagna per estendere le ZLS dei porti di Genova e La Spezia ai comuni di Piacenza, Casalgrande, Parma, Noceto, Fidenza e Fontevivo. Questi accordi, resi possibili dal Dpcm 40 del 2024, puntano a creare un nesso economico funzionale tra le aree portuali e retroportuali, migliorando l’efficienza del trasporto merci.
Le polemiche e le sfide
Nonostante l’entusiasmo, non mancano le polemiche. Il Comune di Medesano, ad esempio, ha votato contro una variante urbanistica necessaria per l’insediamento di un polo logistico, evidenziando le tensioni locali riguardo l’espansione delle infrastrutture logistiche. Tuttavia, la maggior parte dei comuni coinvolti ha accolto positivamente il progetto, riconoscendone il potenziale per attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro.
I retroporti, una strategia per salvare il Nord Ovest
Il progetto rappresenta un’opportunità strategica per il Nord Ovest italiano. La creazione di una rete di retroporti, supportata da importanti infrastrutture e facilitata dalle Zone Logistiche Semplificate, promette di rivoluzionare il sistema logistico della regione. La sfida ora sarà superare le resistenze locali e implementare efficacemente questo ambizioso progetto, per assicurare al Nord Ovest una posizione di rilievo nel panorama logistico europeo.
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