identità storica litorale romano
Ostia

Identità storica del litorale romano: via Salaria, Veio, Ficana e Ponte Galeria

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Fin dalle terre lontane della Sabina partiva e giungeva a Roma un percorso utile all’approvvigionamento del sale che soltanto nei secoli a venire assumerà il nome di via Salaria (fino a Roma) e via Ostiense (da Roma verso il mare).

Il nome via Salaria a differenza di tutte le altre strade consolari che sono denominate per l’artefice della loro costruzione, deriva direttamente dall’utilizzo essenziale che se ne faceva, ossia il trasporto del sale proveniente dal “Campus salinarum” o “Campus Salinensis”, tra Fiumicino e la zona agricola di Maccarese.

La Salaria era infatti stata destinata a trasportare il sale dal guado del Tevere alla Sabina, mentre la via Campana costeggiando la riva destra del fiume raggiungeva dalla foce lo strategico guado in città nei pressi dell’Isola Tiberina e del Foro Boario: una via era di fatto il prolungamento dell’altra.

Questo sistema viario era presente ancor prima della fondazione di Roma.

Veio, Ficana e Ponte Galeria

Ancora prima della fondazione di Ostia una serie di insediamenti umani composti inizialmente da semplici villaggi di capanne erano sorti sulla prima dorsale rilevata a ridosso del fiume e delle paludi costiere. 

Questi primi insediamenti erano in comunicazione tra loro mediante un tracciato viario di primaria importanza per gli scambi commerciali nella fascia costiera del Lazio, (Latium Vetus): tali centri abitati erano Ardea, Lavinium (Pratica di Mare), Decima (forse l’antica Politorium) e, il più vicino alle saline, Ficana, il cui sito è stato individuato nella zona di Acilia-Dragoncello, sul Monte Cugno. 

Ficana, della quale gli scavi degli ultimi decenni hanno rimesso in luce resti dell’abitato, delle mura e della necropoli, sorse in una posizione strategicamente importante alla prossimità del Tevere che, scorrendo alla base di Monte Cugno, poteva da qui essere agevolmente controllato in chiave sia commerciale che difensiva. 

Da questa posizione si poteva tenere sotto osservazione costante anche la prospiciente sponda etrusca del Tevere, la riva destra in cui persiste ancora oggi la valle del fosso Galeria, facile via di accesso nel territorio di Veio. 

Secondo il racconto di Dionisio (o Dionigi) di Alicarnasso, Ficana sarebbe stata distrutta una prima volta, insieme a Politorium e a Tellenae, dal quarto re di Roma Anco Marzio, nel corso delle sue conquiste in direzione del mare durante il VII secolo a.C., e la popolazione sarebbe stata trasferita sull’Aventino.

Ripopolata due anni dopo da popolazioni latine sarebbe stata definitivamente distrutta, con l’abbattimento delle mura e l’incendio degli edifici superstiti. Plinio il Vecchio riporta che a suo avviso Ficana: “.. Farebbe parte della lista di 53 città scomparse senza lasciare traccia del Latium Vetus: Interiere sine vestigiis”.

Nel corso del VI secolo a.C., dopo la conquista romana, l’abitato aveva raggiunto la massima espansione, decadendo invece rapidamente tra il IV e il III secolo a.C., in corrispondenza con lo sviluppo di Ostium, fino alla definitiva scomparsa in epoca augustea. 

Come riportato da Fulminante, Menghi e Pavolini: “Gli scavi condotti a monte Cugno fin dagli inizi del secolo scorso hanno riportato alla luce anche corredi funerari oltre che anfore con alto collo, spalla pronunciata e ricca decorazione sia plastica che incisa, realizzate in una tipologia attestata esclusivamente nel Latium vetus nel corso del VII secolo a.C. Questi oggetti, tra cui un pregevole sarcofago romano, rinvenuto sul Monte Cugno nel 1950, denominato “sarcofago di Acilia”, sono testimonianza di una grande ricchezza oltre che di una cultura materiale raffinata“. 

L’affermazione della “Pax romana” portò al definitivo spopolamento di Ficana anche come piazzaforte strategica e già dal II secolo a.C. al suo posto si svilupparono fattorie.

Successivamente nel Medioevo il controllo delle posizioni dominanti lungo la grande via d’acqua per Roma tornò ad essere determinante. 

Una carta del ‘500 mostra sul sito di Monte Cugno la Torre di Dragoncello, mentre poco più a valle si ergevano, sulle due opposte rive, la torre di Dragona e quella di Buffalora (che nel nome ricorda probabilmente la sua ubicazione lungo la via di alaggio percorsa dai bufali).

A protezione dell’attraversamento del Fosso Galeria si trovavano il castello di Ponte Galeria ed un’altra torre, più vicina al Tevere.

Fonti storiche e bibliografia di questa ricerca

Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, II; 

Plinio il Vecchio, III, 68-70; 

P. Bellotti, M.G., S. Milli, P. Tortora, P. Valeri, La piana del tizia del Fiume Tevere: analisi di facies ed ipotesi evolutiva dall’ultimo low stand glaciale all’attuale, 1989, Giornale di Geologia, pp. 71-91; 

Giorgio Belluomini, Pietro Iuzzolini, Luigia Manfra, Roberto Mortari, Marcello Zalaffi Centro di studio per la geocromologia e geochimica delle Formazioni Recenti del C.N.R., presso il Dipartimento di Scienze della Terra Università “La Sapienza” – Roma  Studio dell’evoluzione recente del delta del Tevere;

Luigi Canina, v. Storia e topografia di Roma antica e sua campagna, sez. II, Campagna romana antica, 1839, Roma, parte I, vol. V, sez. romano II p. 257; 

Oberdan Menghi, Ficana; Una pietra miliare sulla strada per Ostia; Forma Urbis (1), gennaio 2003, pp. 34-40;

Una pietra miliare sulla strada per Ostia; Forma Urbis (1), gennaio 2003, pp. 34-40. – Stefania Quilici Gigli (1971) Nota topografica su Ficana;

Archeologia Classica 23, pp. 26-36, ISSN 0391-8165;

Francesca Fulminante, Le sepolture principesche nel Latium Vetus. Tra la fine della prima età del ferro e l’inizio dell’età orientalizzante, Roma, L’Erma di Bret Schneider, 2003, ISBN 978-88-8265-253-1- Oberdan Menghi, Ficana. Una pietra miliare sulla strada per Ostia; 

Forma Urbis (1), gennaio 2003, pp. 34-40. – Carlo Pavolini, Ficana: un edificio sulle pendici sud occidentali di Monte Cugno, Archeologia laziale IV (Quaderni del Centro di studio per l’archeologia etrusco italica 5, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1981, Roma pp, 258-268;

AA.VV. Ficana: una pietra miliare sulla strada per Roma. Mostra itinerante degli scavi italo nordici a Ficana (Acilia), 1975-1980, Roma, Viella Libreria editrice, 1980. – Charlotte Malmgren, Ficana in AA.VV., Enea nel Lazio, Palombi, 1981, Roma, pp.102-104;

Carlo Pavolini, Ficana: un edificio sulle pendici sud occidentali di Monte Cugno, Archeologia laziale IV (Quaderni del Centro di studio per l’archeologia etrusco italica 5, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1981, Roma pp, 258-268. – Stefania Quilici Gigli (1971) Nota topografica su Ficana. Archeologia Classica 23, pp. 26-36, ISSN 0391-8165.

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Info Stefano Lesti

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Stefano Lesti, classe 1970, vive e lavora a Roma. Scrittore, giornalista, saggista, poeta e divulgatore storico; dirige giornali e la comunicazione di importanti società sportive nazionali.

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