Papa Francesco, le parole scomode del Papa degli ultimi
Papa Francesco se n’è andato. E con lui se ne va una voce limpida e coraggiosa. Come accade quando muore un uomo giusto, il mondo si affretta a celebrarne la memoria. Anche chi, fino al giorno prima, ne ha ignorato le parole. O peggio, le ha combattute. La sua era la Chiesa degli ultimi, non dei potenti. Degli immigrati e dei confini non blindati. Papa Francesco era il papa dei poveri e degli emarginati. Le sue prese di posizione non lasciavano spazio ad ambiguità: ha denunciato le ingiustizie sociali, le guerre, l’ipocrisia politica. Ha accolto i migranti a Lampedusa, condannato il consumismo, parlato di pace con la stessa insistenza con cui altri parlano di muri e armi. Papa Francesco era un papa autentico e decisamente scomodo.
Nel 2019, rivolgendosi ai partecipanti del Meeting mondiale dei movimenti popolari, disse: “I migranti non sono pericolosi, sono in pericolo”. E nel 2023, a Marsiglia, attaccò duramente le politiche europee sul Mediterraneo: “Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza”. Parole che suonano come uno schiaffo alle retoriche sovraniste. Eppure, oggi, proprio chi quelle parole le ha ignorate è lì, in prima fila.
Trump, l’uomo dei muri, sarà al funerale di Papa Francesco
Donald Trump sarà in prima fila con la moglie Melania. Lui, l’uomo dei muri al confine col Messico, delle deportazioni, della retorica anti-migranti. Lo stesso Papa Francesco lo aveva criticato, seppur non apertamente, per la sua ossessione di costruire muri. Era il 2016. E Papa Francesco, con la solita chiarezza, disse: “Una persona che pensa solo a costruire muri e non ponti non è cristiana”.
Secondo il New York Times, la presenza di Trump al funerale è stata pianificata dallo staff elettorale. Un’occasione per incontrare gli altri potenti del mondo e fare notizia.
In tanti, tra i politici, a parlare oggi di amicizia personale con Papa Francesco, un’amicizia in molti casi difficile da immaginare, viste le evidenti divergenze su temi come i migranti, povertà, accoglienza e pace. Un divario sensibile tra colui che costruiva ponti e tanti altri che invece rivendicano confini. Il ministero degli Esteri israeliano avrebbe fatto rimuovere nel giro di poche ore i messaggi di cordoglio per la morte di Papa Francesco pubblicati sui profili X delle sue ambasciate. Lo riporta Ynet, parlando di una decisione senza spiegazioni che avrebbe irritato molti ambasciatori. Il messaggio cancellato era: “Riposa in pace, Papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione”.
Papa Francesco ha sempre ricordato che “nessun uomo è illegale”, ribadendo il diritto d’asilo. Visioni spesso inconciliabili, mascherate da sorrisi e strette di mano istituzionali. Alla fine l’unico legame istituzionale autentico, sobrio e profondo, era quello con il Presidente Sergio Mattarella. Due uomini diversissimi, lui e Papa Francesco, ma uniti dal rispetto, dalla dignità e dalla capacità di parlare anche nel silenzio. Quel silenzio che oggi manca e che è coperto dal rumore della propaganda.
L’eredità di Papa Francesco: un messaggio scomodo che resterà nel tempo
Oggi tutti celebrano Francesco come un grande Papa. Lo era. Ma non per i motivi che molti stanno elencando. Papa Francesco era grande perché sapeva farsi piccolo. Perché ha camminato nei campi profughi, nei sobborghi dimenticati, nei cuori dei disperati. In una Piazza San Pietro ferita dal Covid, solo, sembrava un gigante. E lo era. Lontano dalla retorica e dai salotti del potere. Le sue parole, scomode e vere, non saranno dimenticate.
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Photo Credit La Civiltà Cattolica