Rossese di Dolceacqua DOC, passo storico verso il nuovo disciplinare

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Si è tenuta nei giorni scorsi a Dolceacqua l’audizione pubblica per la modifica del disciplinare del Rossese di Dolceacqua DOC, primo vino ligure a ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1972.

«Il Rossese di Dolceacqua è un simbolo della nostra viticoltura, un vino che racconta la Liguria – ha dichiarato il vicepresidente con delega all’Agricoltura della Regione Liguria – Con questa modifica, scriviamo una nuova pagina per questa eccellenza, introducendo le Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), che permettono di identificare con precisione i luoghi di produzione e valorizzare ulteriormente il legame tra territorio e vino».

Grazie a un’attenta analisi storica e catastale, sono state certificate 33 UGA in 7 Comuni, tracciando confini precisi che esaltano le peculiarità dei vigneti e delle diverse aree di produzione.

«Dopo l’approvazione della Regione Liguria nel dicembre 2023, l’iter è proseguito presso il Ministero dell’Agricoltura – prosegue il vicepresidente – e siamo ora alle fasi conclusive: il nuovo disciplinare sarà valutato dal Comitato Nazionale Vini, poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, salvo contestazioni, trasmesso alla Commissione Europea per l’approvazione definitiva. Questo è un modello per tutta la nostra regione. La tutela e la valorizzazione del territorio passano anche da strumenti normativi chiari, che garantiscono ai produttori nuove opportunità e ai consumatori un’eccellenza certificata e trasparente».

Un riconoscimento importante

In continuità con quanto espresso dal vicepresidente, il sindaco di Dolceacqua Fulvio Gazzola ha dichiarato: «L’introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive nel disciplinare del Rossese di Dolceacqua rappresenta un passo fondamentale verso il riconoscimento della diversità e della ricchezza dei nostri territori».

«Questa modifica non è soltanto un atto tecnico – ha affermato – ma un gesto profondo di valorizzazione e tutela. Permetterà di indicare in etichetta le specifiche zone di produzione, come Luvaira, Curli, Arcagna, Morghe e molte altre, offrendo al consumatore una chiave preziosa per comprendere il legame indissolubile tra il vino e il suo luogo d’origine».

Dopo questo importante traguardo, la viticoltura ligure si prepara al Vinitaly 2025, la più prestigiosa fiera internazionale del settore, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile.

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