Israele preme su Rafah e preoccupa il mondo intero

L’imminente attacco di Israele a Rafah, roccaforte di Hamas al confine con l’Egitto, rischia di portare il conflitto in Medio Oriente ad una tremenda svolta. Nonostante i principali paesi islamici dell’area sembrino pronti ad imbracciare le armi contro Tel Aviv in caso di un ennesimo e cruciale passo falso, l’esercito israeliano si prepara ad occupare la cittadina che ospita più di un milione di sfollati e profughi di guerra palestinesi.

Inutili gli appelli di organizzazioni internazionali come l’Unicef e di altre nazioni, dall’ostile Turchia al super alleato statunitense, dinnanzi al rischio di un massacro con pochi altri eguali. Benjamin Netanyahu è deciso a distruggere definitivamente Hamas, spazzando via le ultime divisioni nonostante il rischio di compiere un vero e proprio genocidio.

La situazione sembra dunque sempre più incandescente, con l’Egitto pronto a sospendere il trattato di pace con Israele in caso di una reale invasione di Rafah. Invano anche il tentativo telefonico del presidente Biden di convincere l’alleato a fermare l’offensiva. Il premier israeliano avrebbe infatti ribadito a gran voce l’intenzione di distruggere il nemico, con o senza il sostegno degli USA. Nella notte, infatti, Israele ha bombardato massicciamente la città di Rafah, provocando oltre cinquanta morti e spianando sempre più la strada per un’implacabile invasione terrestre.

Previsti nuovi colloqui in Egitto

Non curanti neppure dell’ultimo disperato appello della Gran Bretagna, fortemente contraria a quanto sta accadendo in Palestina, Israele ha festeggiato la liberazione di due ostaggi, Fernando Simon Marman e Louis Har, dopo un blitz a Rafah. La gioia per due vite salvate, però, stride dinnanzi all’incessante macello del popolo palestinese. Ad ogni modo, la prossima svolta potrebbe essere l’incontro diplomatico di domani, martedì 13 febbraio, al Cairo.

Le speranze del mondo sembrano più che mai appese ad un filo: il direttore della CIA, William Burns, il primo ministro del Qatar, lo sceicco al-Thani, e il capo dello spionaggio egiziano Abbas Kamel avranno infatti l’arduo compito di convincere Israele a rinunciare all’offensiva “finale” su Rafah, spingendo parallelamente Hamas ad un accordo “accettabile” per Tel Aviv.

Condividi