Isola del Tino
Isola del Tino

Isola del Tino, aperta al pubblico per un giorno l’isola di San Venerio

Condividi su
Tempo di lettura: 2 minuti

LA SPEZIA – Si guarda ma non si tocca.

San Venerio ha fatto il miracolo di aprire ai visitatori l’Isola del Tino.

Il 13 settembre, giornata dedicata al santo protettore di questa puntina estrema della Spezia, è stata celebrata una messa da mons. Luigi Ernesto Palletti, vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato,con annessa benedizione delle imbarcazioni radunate.

In realtà era stato pensato un altro momento, quasi di avvicinamento al rito religioso epperò pensato per raggiungere fisicamente ed entrare in un Isola del Tino, l’Isola della Luce, quasi sempre chiusa ai visitatori.

Tramonto sul mare dell’Isola del Tino

I

l comandante marittimo Nord, ammiraglio di Divisione Pierpaolo Ribuffo, coadiuvato dal comandante di Marifari La Spezia, C.F. Mario Greco con il suo staff e dalle Associazioni Cai (Club Alpino Italiano) La Spezia, Amici dell’Isola del Tino Odv, Percorsi nel Blu, Soccorso Alpino, Protezione Civile, Life on the Sea, avevano immaginato di rendere fruibile l’Isola a visitatrici e visitatori nelle giornate di sabato 10 settembre e domenica 11 settembre (https://www.navigazionegolfodeipoeti.it/).

Ma le condizioni del mare hanno costretto all’annullamento della due giorni. A favore, almeno, d’una navigazione intorno all’Isola per lo stesso martedì 13. Il giorno del santo del Tino.

L’Isola, essendo un sito militare, normalmente è off-limits. Seppure due volte al mese, per l’interno anno, apre le sue porte a scuole, enti e associazioni che ne facciano richiesta.

La terra dell’Isola di Luce è profondamente legata all’idea stessa del patrono dei faristi, San Venerio, non a caso il faro dell’Isola che fa tre segnali in codice di luce è a lui titolato.

Seconda isola di un arcipelago in parte selvaggio, il Tino racchiude tra le sue fronde tante storie dall’epoca dei romani, fino ai giorni nostri con elementi militari. Storia che è oggi sottoposta a studio.

Nel 2021, infatti, è stata condotta una prima campagna, durata un mese, e ne sta per partire una seconda e che durerà cinque settimane.

Eppure la notizia più bella è che una campagna di scavi importante andrà avanti per almeno 3 anni sul questa isoletta approdo essenziale.

Isola del Tino

Aurora Cagnana, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per Genova e La Spezia ha recentemente fornito alcuni elementi delle esplorazioni in un convegno spezzino:

Nel 2021 sono stati rinvenuti reperti appartenenti all’epoca romana e risalenti al primo insediamento dell’isola e notevoli resti murari relativi al monastero, alla prima struttura di ricordo di San Venerio e anche strutture sepolcrali posteriori al monastero. Abbiamo trovato una sepoltura plurima, contenente almeno quattro individui adulti cronologicamente collocabili tra il XII secolo e prima del XIV secolo. Sono tra quelle numerose persone che si vollero far seppellire al monastero di San Venerio e Santa Maria ‘pro remedio animae’ per avere un posto da ricordare affinché qualcuno pregasse per la loro anima, ossia i monaci“.

La prossima campagna di scavi è prevista a partire al 20 di settembre. Con particolare attenzione alle strutture murarie.

Nel frattempo il CAI, che da 30 anni cura la sentieristica dell’Isola, ha fatto realizzare la nuova cartografia del Tino insieme alla realtà culturale Amici dell’Isola del Tino e Percorsi nel Blu.

E queste soggettività così importanti per la valorizzazione dell’Isola proporranno alla Marina Militare e alla Soprintendenza una sorta di percorsi di cultura, natura e scienza, posizionando a breve dei QR code nei posti più significativi dell’Isola.

Gli amici dell’Isola Tino e Percorsi nel blu, grazie al contributo della fondazione Carispezia, hanno inoltre intenzione di presentare un lavoro di ricerca su natura e storia dell’Isola di luce.

Per bambine e bambini, invece, sono state già consegnate in anteprima alcune mappe create con l’artista spezzino Davide Besana.

Sempre martedì. Quando con partenza dalla Passeggiata Morin prossima al Porto Mirabello, grazie alla collaborazione dei Battellieri della Navigazione Golfo dei Poeti, ancora Amici del Tino ha inventato un tour in barca attorno all’Isola. Con racconti, letture, e testimonianze dall’Isola di Luce e un concerto che ha sublimato la navigazione con Ilaria Biagini e Davide L’Abbate.

Isola del Tino

Il Tino, piccola isola dell’arcipelago di Portovenere nel golfo della Spezia, è un triangolo roccioso che raggiunge i 121 metri s.l.m.

Isola di natura pressoché incontaminata, di storia e leggende, sito archeologico e zona sacra, perla di luce, con il suo faro, luogo di sperimentazione tecnica, il Tino è isola della Marina Militare e, dal 1997, Patrimonio dell’Umanità.

Custodire, valorizzare e far conoscere questo immenso patrimonio – ha sottolineato sul battello Elisabetta Cesari, dove è pure cominciato il tesseramento per l’anno in corso – è l’obiettivo dell’ Associazione Amici dell’isola del Tino. Tutti possono entrare a far parte di questa storia millenaria e contribuire a scriverne una nuova pagina“.

Attracco di Fenici e Greci, l’Isola del Tino fu abitata per decenni dai romani, come testimoniano i ritrovamenti di cisterne, monete e navi onerarie al largo delle sue coste di roccia segnata.

Il Tino – aggiungono dalla realtà sociale – però entra nel mito sul finire del VI secolo d.C. divenendo l’isola di un Santo marinaio, Venerio, che qui visse da eremita accendendo fuochi notturni per guidare i naviganti. Dopo di lui, per quasi un millennio, fu abitata e coltivata da monaci, fu meta di pellegrinaggi europei e preda di pirati ed eserciti. Divenne bastione di difesa, cava di marmo Portoro e luogo militarizzato“.

Il faro di San Venerio fu costruito dalla Regia Marina nel 1840, ed oggi è oggi gestito dal Comando Marifari Spezia.

Presidiata da guardiani, palestra addestrativa del Comando Subacquei e Incursori Teseo Tesei, dal Tino il Faro ogni notte fa lampi di luce per i naviganti fino a 25 miglia marine.

NUNZIO FESTA

Può interessarti leggere anche

Gorbio, la Liguria fuori della Liguria

Condividi su
MeRcomm.it | posizionamento _ strategie di brand posizionamento SEO realizzazione siti web e-commerce mercomm social media marketing produzione contenuti pianificazione contenuti gestione e sponsorizzazione contenuti mercomm visibilità _ sponsorizzazioni google ADS affissioni, maxischermi e giornali ufficio stampa mercomm contenuti aziendali produzione contenuti blog shooting foto e video graphic e motion design 2D e 3D Liguria-Day-icona-500x500 LiguriaDay _ quotidiano online di mercomm progetti editoriali

Info Nunzio Festa

Avatar photo
Nato a Matera, ha vissuto in Lucania, a Pomarico, poi in Lunigiana e Liguria, adesso vive in Romagna. Giornalista, poeta, scrittore. Collabora con LiguriaDay, L'Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d'altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto. Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d'Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D'inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista. Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d'Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa). Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l'antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”. Per Arduino Sacco Editore “L'amore ai tempi dell'alta velocità”. Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”. Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”. Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana. Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”. Per le Edizioni Ensemble, il libro di poesie “L'impianto stellare dei paesi solari”, con prefazione di Gisella Blanco, postfazione di Davide Pugnana e fotografie di Maria Montano. nunziofesta81@gmail.com.

Articoli simili

Confeugo 2024, buon auspici per il prossimo anno

Confeugo 2024, buon auspici per il prossimo anno

Si è svolto ieri pomeriggio l’appuntamento del Confeugo 2024, un evento che deriva da una …

LiguriaDay