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Morto l'operaio caduto da un'impalcatura

Morto l’operaio caduto da un’impalcatura

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Non ce l’ha fatta Marco Ricci, operaio 39enne caduto giovedì 3 ottobre da un’impalcatura altezza di circa 10 metri in un cantiere a Genova: la direzione sanitaria dell’Ospedale Policlinico San Martino, dove l’uomo era ricoverato in rianimazione, ha confermato lo stato di morte encefalica e ha comunicato l’avvenuto decesso.

Un incidente sul lavoro particolarmente doloroso, perché avvenuto nell’area dove sono in corso i lavori di riqualificazione per il Parco del Ponte, recuperando l’area dove un tempo sorgeva Ponte Morandi. Un territorio già ferito nel profondo e che, a sei anni dalla tragedia, cerca di risollevarsi anche con questi progetti di rinnovazione urbana, ma che soffre una volta di più alla notizia di questa morte.

Ricci stava lavorando nel cantiere dell’ex Palazzina Amiu tra via Argine Polcevera e Via Perlasca, quando è precipitato dall’impalcatura. L’impatto al suolo è stato così forte da mandare l’uomo in arresto cardiaco: sebbene rianimato dal personale medico inviato dal 118, l’uomo non ha ripreso conoscenza.

Il cantiere ora è sotto sequestro e spetterà al nucleo Psal dell’Asl 3 e dei carabinieri determinare le condizioni di lavoro dell’operaio e se i lavori rispettavano le norme di sicurezza. Al momento però non ci sarebbero testimoni capaci di fornire una dinamica dell’incidente.

Il Comitato dei familiari delle vittime di Ponte Morandi: «Nessuno sconto sulla sicurezza»

Mentre Ricci ancora lottava tra la vita e la morte, ieri si è espressa sulla vicenda Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi: «Con profondo rammarico», scrive in una nota, «leggiamo del gravissimo infortunio a un lavoratore nel cantiere ludoteca del Parco Polcevera, attiguo al cantiere per il futuro memoriale delle vittime del ponte Morandi, non possiamo e non dobbiamo restare indifferenti agli infortuni sul lavoro, auguriamo alla persona infortunata una guarigione completa e tanta forza per superare questo momento. Auspichiamo la massima efficacia per far luce sulla vicenda e il massimo impegno di tutti per la sicurezza in tutti i cantieri. Nessuno può farsi e fare degli sconti sulla sicurezza, quando le vite umane sono in gioco e la nostra tragedia ne è la terribile prova».

Operaio morto a Genova, il cordoglio della politica e i moniti dei sindacati

«Esprimo, a nome della Giunta e dell’amministrazione comunale, profondo cordoglio e vicinanza ai familiari dell’operaio deceduto a seguito della caduta ieri nel cantiere del Parco Polcevera», ha dichiarato in una nota il sindaco di Genova Marco Bucci. «Un fatto doloroso su cui auspichiamo venga fatta chiarezza al più presto dalle autorità competenti, perché la sicurezza sul lavoro deve essere sempre al primo posto. Non è accettabile che nel 2024 e con Protocolli sottoscritti dalle istituzioni e rappresentanze sindacali, non ultimo l’addendum firmato ad agosto proprio in tema di appalti e subappalti, si possa ancora morire di lavoro. La nostra amministrazione si farà parte attiva per supportare le autorità competenti perché vengano accertate le responsabilità nel più breve tempo possibile».

Un messaggio analogo arriva anche dal candidato del centrosinistra alla presidenza di Regione Liguria, Andrea Orlando, che sui suoi social scrive «Aveva 39 anni l’operaio che ha perso la vita in un incidente sul lavoro al memoriale del Ponte Morandi. Un’altra vittima di questa infinita tragedia, resa ancor più dolorosa per il luogo simbolico in cui è avvenuta. Per lui e la sua famiglia, il mio cordoglio e il mio impegno».

Ma sulla tragedia di Genova si sono fatte sentire anche le principali sigle sindacali, che da tempo denunciano i troppi infortuni e morti sul lavoro nel nostro territorio. Se i numeri nella nostra regione sono più bassi rispetto alla media nazionale, per incidenti sul lavoro mortali, è vero comunque che 15-20 morti sul lavoro all’anno sul territorio ligure sono la punta dell’iceberg per un problema di infortuni che non deve essere sottovalutato.

Maestripieri, Cisl: «tragedia ferisce due volte»

«Il tragico incidente che ha coinvolto un operaio di 39 anni impiegato nel cantiere del parco del Ponte Morandi, a Genova, rilancia per l’ennesima volta un problema che la Cisl non si stanca di denunciare e di fronte al quale troppo spesso, invece, si cerca di fare calare buio e silenzio: quello della catena di appalti e subappalti che, nel privato come nel pubblico, rappresentano il primo elemento di pericolo per la sicurezza dei lavoratori».

La nota di Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria, prosegue: «Chiediamo alle istituzioni e all’autorità giudiziaria di fare rapidamente luce su quanto accaduto, individuando responsabilità civili e penali e verificando l’attuale stato di legalità del cantiere alla luce della recente introduzione della patente a crediti. Siamo di fronte a una tragedia che ferisce la città due volte, proprio perché è maturata nel luogo che più di ogni altro simboleggia le conseguenze dell’incuria e del rispetto delle norme di sicurezza».

Operaio morto a Genova, Cgil: «il tempo dei discorsi è finito»

Intervengono sulla vicenda anche Igor Magni, segretario generale Cgil Genova, Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Genova e Federico Pezzoli segretario generale Fillea Genova: «Il drammatico infortunio sul lavoro che ha coinvolto un operaio presso il cantiere sotto ponte San Giorgio deve riportarci ancora, certamente, alla necessità di intervenire per rinforzare gli organici degli ispettori e aumentare la frequenza dei controlli nei cantieri per prevenire gli infortuni e garantire la regolare applicazione delle norme sulla sicurezza. Dobbiamo però sottolineare come il drammatico infortunio riguardi un lavoratore di una azienda in appalto edile, l’ennesimo caso, che richiama a quanto la liberalizzazione del sistema degli appalti e dei subappalti voluta dall’attuale governo in particolare nel settore edile, sia costante fonte di irregolarità, precarietà, infiltrazioni malavitose e violazione delle norme sulla sicurezza».

Fondamentale, concludono, l’applicazione dell’accordo in termini di sicurezza sottoscritto con i sindacati, per il quale «chiederemo la verifica, visto che parliamo di un appalto del Comune di Genova. Dobbiamo fermare la catena di infortuni con concretezza, il tempo dei discorsi è finito, perseguiremo il bisogno di verità su quanto successo anche con la mobilitazione. Ci stringiamo attorno alla famiglia, ai colleghi e al loro dolore».

Operaio morto a Genova, Uil «invochiamo maggiori controlli»

«La morte dell’operaio di 39 anni nel cantiere del Memoriale del Morandi a Genova, ci costringe a tornare a invocare legalità, attenzione alla catena di appalti e subappalti, maggiori controlli, rispetto delle regole legate alla sicurezza e applicazione dei contratti in ogni luogo di lavoro», aggiungono in una nota congiunta Emanuele Ronzoni commissario straordinario Uil Liguria, Mirko Trapasso segretario generale Feneal Uil Liguria e Luigi Pinasco segretario generale Uilm Genova.

«Solo poco tempo fa abbiamo occupato piazza Matteotti nel cuore di Genova con 127 bare che rappresentano i morti sul lavoro negli ultimi 5 anni in Liguria. Basta: la strage si deve fermare. Vogliamo giustizia e chiediamo che al più presto venga fatta luce sull’ennesimo incidente mortale sul lavoro. Un incidente sul lavoro non è mai frutto di pura fatalità ma rappresenta la disattenzione generale di un sistema paese che non pone la vita al centro del suo sviluppo». La Uil Liguria, conclude, «si stringe attorno al dolore dei famigliari della vittima».

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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