Negli scorsi giorni, le autorità penitenziarie del carcere genovese di Marassi hanno scoperto e sequestrato un pallone da calcio contenente ben otto cellulari, mezzo etto di hashih e un’ottantina di pastiglie di subotex, farmaco generalmente utilizzato per trattare la dipendenza da oppioidi. Come denunciato da Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, è fondamentale e urgente un intervento di schermatura dei carceri italiani all’uso di ogni apparato tecnologico di comunicazione.
Dalla mancanza di contromisure di questo tipo alla carenza di personale, fondi e mezzi, i detenuti riescono infatti a farsi recapitare facilmente diversi oggetti dall’esterno, aggirando i controlli e continuando le proprie attività criminali anche dietro le sbarre. Dello stesso avviso anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato che, parlando del ritrovamento di cellulari e droga nel carcere di Marassi, ha sollecitato un intervento urgente e risolutivo delle istituzioni, sottolineando l’importanza di introdurre un reato penale specifico per i detenuti trovati in possesso di telefoni e altri dispositivi simili.
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