Una vita ordinaria non mette al riparo dalla violenza più efferata, sia quando operata da sconosciuti, come nella recente e atroce vicenda di Sharon Verzeni, colpita senza un movente, sia quando essa avviene in un “contesto familiare” apparentemente tranquillo e risolto, come è accaduto a Paderno Dugnano, alle porte di Milano, in cui un ragazzo studioso e sportivo ha fatto fuori l’ intera famiglia con un coltello da cucina, sferrando 68 coltellate, cominciando la mattanza dal fratello minore. Questa verità ci ha sconvolti: non basta una condotta che aderisca alle regole sociali, che non contravvenga alla prudenza, per non soccombere davanti “all’assurdo gesto” di chi ci vuole vittime del male peggiore, il male gratuito, quello che non è spiegabile, quello che più di tutti toglie il sonno e il respiro, quello che non segue la logica di causa- effetto, ce lo indica Manzoni, tra gli altri, ne i “ Promessi Sposi”. E dire che, dall’ antica Grecia in poi, si è avuto modo di sperimentare in letteratura, topos di tutti i sentimenti umani, dai più alti ai più abietti, sia il fratricidio che la strage di famiglia, si pensi a Medea che assassinò i suoi figli, e tracce sono presenti a più riprese sia nell’antica Roma, fondata addirittura sul fratricidio di Romolo, che nella Bibbia, con Caino. Allora cosa ci disturba di queste vicende? Nella vicenda di Sharon Verzeni, l’assoluta assurdità: un uomo esce, prende di mira una persona che contempla le stelle con le cuffiette, e la colpisce senza pietà. Nella vicenda di Paderno Dugnano, a disturbare, tra le altre cose, è il mascheramento del male, l’occultamento di una “natura malevola” che a seconda di molti esperti, avrebbe in ogni caso rivelato in qualche modo la sua presenza, in minima parte, senza essere stata raccolta dai familiari, accettata, intercettata almeno. Il male gratuito, quello più inviso, il male peggiore, che supera il disagio dell’estraneità e della percezione di sé come individuo senza legami, o di essere stati attaccati da qualcosa o qualcuno in maniera ingiusta. E più ancora probabilmente, la “mancanza di empatia” e la crudeltà messa in atto, senza freni inibitori o scrupoli, come se si trattasse di una violenza che si attua in un contesto da Play Station, irreale, ludico addirittura, ultimo contatto con la quotidianità familiare, come da ricostruzione infatti della serata a Paderno, operata dagli inquirenti. Imputare questi due episodi a raptus e all’esistenza di una “matrice folle”, ci rassicura ed è la trappola in cui cadiamo tutte le volte, sia nel riportare la notizia, sia nel formulare una qualche sorta di spiegazione dell’accaduto : la spiegazione non c’è, il male esiste ed è , piaccia o no, dentro di noi una terribile eventualità, una possibile scelta . Se non che, non basta essere individui che non attaccano per primi, per schivare il gesto violento, o essere preda dell’invidia per la serenità acquisita o per via della calma apparente, esiste l’odio addirittura di chi non riesce a comprendere che il suo disagio, ingigantito dalla solitudine e dal “non confronto” con l’altro, l’amico, l’esperto, il familiare, non aiuta a ridimensionare i fatti e la realtà percepita : di fatto i due esecutori materiali di questi omicidi efferati e “ gratuiti” tendevano ad isolarsi , è comune a molti che poi arrivano a commettere crimini. Ciò che inquieta ancora di più è anche che non riusciamo ad accettare che certe dinamiche “scomode”, certi sentimenti abietti e certi desideri di malintesa liberazione dal contesto patogeno, sociale o familiare sono “ comuni a tanti di noi”, non fosse che l’etica, la consapevolezza del valore della vita e la certezza della pena dissuadono dal passare dal pensiero all’azione negletta. Allora, la chiave che accomuna i due delitti appare sotto gli occhi, limpidamente: la vita umana non ha in questi due contesti così distanti socialmente, uno borghese, l’altro di degrado, alcun valore, e i freni inibitori non si sono innescati, persone innocenti sono morte e continueranno a morire, se non si interviene sul sistema di valori che regolano la società, in primis e sulla centralità della cura della salute mentale, attivando appositi sportelli nelle scuole e favorendo l’ascolto, in famiglia. La gratuità del male è cosa più complessa ancora della rappresentazione del disagio mentale, della malattia, del disturbo, che in qualche modo ancora ci fa sentire a riparo, ma una maggiore attenzione in tal senso, è già qualcosa. E’ il sistema di valori che crolla del tutto e ciclicamente nella storia umana, ecco gli accenni all’antichità, se non si interviene subito, e con efficacia a ristabilirne le priorità.
Strage di Paderno Dugnano, la ferocia della violenza che prorompe nella vita ordinaria: il crollo del sistema di valori
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